Trevor vide ciò che stava succedendo.
L'uomo indossava un passamontagna, come quello che aveva cercato di ucciderlo. Si trovava a pochi passi da un grande portone in legno.
L'uscita.
La ragazza era a terra, ai suoi piedi, e si dimenava. Era nuda. Urlava, scalciava. L'uomo, in piedi di fronte a lei, cercava di prenderla a calci. A volte i colpi andavano a segno, e allora lei si piegava su se stessa e tossiva, debolmente.
<<Ti pentirai per ciò che hai fatto, maledetta puttana. Oh, come...>>
Trevor si guardò rapidamente intorno. Non c'era nessuno, ma sentiva il rumore di passi provenire da sopra. Ci dovevano essere delle scale. Alzò rapidamente lo sguardo e le vide. Due grosse rampe che partivano dai lati opposti dell'immenso salone in cui si trovavano. L'uomo con il passamontagna gli dava le spalle, ma se si fosse voltato si sarebbe accorto di lui.
Così come se qualcuno fosse comparso d'improvviso in cima alle scale.Sarebbe morto, non avrebbe avuto una seconda possibilità.
Sarebbe...La ragazza, ancora distesa a terra, indietreggiò goffamente per evitare un altro dei calci scagliati dal suo aggressore. Nel farlo ruotò la testa all'indietro, quanto bastava per scorgere Trevor.
Fu sul punto di urlare ancora, ma lui portò il dito indice di fronte alle labbra, facendole segno di non far rumore. Stringeva il machete, ancora imbrattato di sangue, nella mano destra.
Dall'alto, un vociare indistinto arrivava fin giù, e sembrava sempre più forte, sempre più vicino. Gli ricordava che non erano soli e soprattutto che non c'era più tempo.
Così Trevor prese la propria decisone.
Corse, con uno slancio degno di un centometrista, nonostante il dolore incredibile che provava ovunque e la testa che continuava a pulsare impazzita. Percorse rapido e silenzioso la distanza che lo separava dall'uomo con il passamontagna, e quando gli fu alle spalle sollevò il machete e lo lasciò ricadere brutalmente tra la spalla e il collo di lui. L'uomo gridò, e fu un urlo atroce e disperato. Trevor spinse il machete più in basso che poté, conficcandolo oltre la pelle, nella carne; sporcandosi del sangue che aveva incominciato a schizzare fuori impazzito, come se avesse appena bucato un palloncino pieno d'acqua.
L'uomo, senza smettere di gridare, barcollò e poi cadde a terra. Trevor allora lo colpì più forte che poté con un calcio alla schiena.
Il danno, però, ormai era fatto.
Udì il rumore di una porta che si apriva, in alto, e poi di un'altra ancora. Sollevò gli occhi per un instante e gli parve di vedere...
Come era possibile?
Un...
Un leone?
Come...
E anche altre due o tre figure, vestite di scuro e mascherate.
Animali.
Animali? Che cosa...
Erano immobili e lo fissavano dall'alto. Non poteva scorgere i loro occhi dietro le maschere, ma era sicuro che lo stessero fissando. Provò una sensazione di terrore ancestrale e viscerale, impossibile da descrivere. Era il un lago di sudore.
Presto sarebbero scesi, e allora sarebbe stata la fine.
Trevor cercò di cacciare via quei pensieri che riecheggiavano tetri, e guardò la ragazza che era ancora distesa a terra, tremante.
<<Andiamo, andiamo!>> gridò.
Lei, confusa e stordita, provò ad alzarsi. Fece uno sforzo che gli parve enorme, ma poi ricadde a terra rovinosamente. Allora lui le si avvicinò e l'aiutò a sollevarsi.
<<Andiamo, andiamo. Appoggiati a me. Dobbiamo muoverci...>>
Lei obbedì e riuscì a ritrovare l'equilibrio.
Poi, i passi.
Venivano dalle scale.
<<Merda!>> gridò Trevor. <<Se la porta non è aperta...>>
Spinse sulla grossa maniglia della porta in legno, dopo aver chiuso gli occhi per una frazione di secondo.
La porta si aprì.
Delle voci, alle loro spalle, si inseguivano. Non riusciva a cogliere le parole; era troppo spaventato e adesso era anche disarmato.
<<Andiamo!>> gridò ancora. <<Dobbiamo correre! Pensi di farcela?>>
La ragazza lo guardò e annuì, anche se debolmente. Sembrava in stato confusionale, ma riusciva tuttavia a comprendere le sue parole.
Una volta all'esterno, provarono un'improvvisa sensazione di smarrimento. Trevor non aveva idea di dove fossero, e se anche lei l'avesse saputo, non sarebbe mai riuscita a spiegarlo.
Si guardarono intorno, cercando di scegliere quale direzione imboccare.
C'era una grossa macchia oscura che si estendeva di fronte a loro, compatta ed inquietante. Per il resto, erano in mezzo al nulla.
<<Quel bosco>> disse Trevor. <<Dobbiamo raggiungerlo. Non abbiamo scelta.>>
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Incubo
Mystery / ThrillerDurante i primi giorni di una torrida estate, nella piccola cittadina di Dark River, in Louisiana, a bordo di un battello in procinto di partire per una crociera lungo il fiume Mississipi, vengono rinvenuti i cadaveri di una coppia. Lo scenario è te...