Giù nel buio

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<<Proprio così, Scarlett. Erano i primi tempi. Gli albori. Tuo padre era un ragazzo in gamba. Ci sapeva fare. Era entrato nel nostro gruppo quasi subito. Insieme ai membri fondatori. La rana e il coniglio sono morti. Il leone, l'altro leone, il sindaco Davis, beh, è morto anche lui. A quanto pare qualcuno ha fatto piazza pulita. A dire il vero, non ho idea di che cosa possa essere successo. Una falla dall'interno. Quando lo scoprirò, dopo che avrò messo insieme un nuovo clan, stai pur certa che arriverò a chi ha fatto tutto ciò. Troverò chi ha ucciso Andrew, la rana, e Karl - il coniglio. Poi, ripartiremo. Ci riprenderemo tutto.>>
<<Devi bruciare all'inferno, Frank.>>

Frank volse la testa all'indietro ed esplose in una risata frenetica.

<<Scarlett, Scarlett. Piccola, dolce Scarlett. Che idea, eh, tornare quaggiù per scrivere un romanzo. Spero che almeno tu sia riuscita a buttar giù qualche cosa di buono, dal momento che ti costerà la vita. Ma procediamo con ordine. Ti stavo raccontando di tuo padre. Harrison Green. Che razza di imbecille che è stato, il vecchio Harry. A un certo punto, per lui era diventato tutto troppo. Capisci? Ma che cosa pensava? Che fosse un gioco? Che stessimo scherzando? "Io non uccido nessuno" - diceva. Devo rendertene atto, Scarlett, per quello che vale. Era entrato nel nostro gruppo perché credeva fosse poco più di una confraternita. Un'associazione, se così si può dire, di ragazzi che volevano divertirsi, far parte di qualcosa. Quando si è accorto che avevamo interessi... beh, per così dire... particolari... lui ha fatto un passo indietro. Ma era chiaro che non potessimo rischiare che raccontasse ai quattro venti la nostra storia. Così, abbiamo eliminato prima tua madre e poi lui. Non avevamo idea di che cosa lei sapesse o potesse aver scoperto dal caro Harrison. Toglierla di mezzo è stata la soluzione più rapida ed efficace. Bum. E tanti saluti alla signora Green. Come si chiamava, tua madre? É trascorso così tanto tempo, Scarlett. Sto cominciando a invecchiare.>>
<<Celine>> rispose Scarlett in un sussurro, tra le lacrime. <<Si chiamava Celine.>>

E d'un tratto ricordare fu semplice e immediato, per lei. Come passeggiare in un prato verde, sotto il primo sole di una nuova primavera. Soltanto che l'erba, passo dopo passo, mutava, si allungava, cambiava colore, diventava rossa. Rossa come il sangue dei suoi genitori, rossa come la fine di tutto. Una giornata serena, felice, spensierata. Una camminata in mezzo a un prato di porpora.

<<Vedi, Scarlett, dopo l'omicidio dei tuoi genitori abbiamo dato una svolta a tutto. Abbiamo deciso che avremmo smesso di rischiare. Così ci siamo organizzati. Una struttura piramidale: qualcosa di cui potessimo essere sicuri sempre e comunque. In ogni grosso settore di una cittadina come Dark River, per esempio,  dovevamo esserci noi. Qualcuno a capo della polizia, qualcuno a capo dell'amministrazione pubblica, qualcuno che gestisse l'edilizia, qualcuno che conoscesse la legge - avvocati- e su cui potessimo contare durante le emergenze. Tutti i settori principali dovevano essere occupati da qualcuno di noi. Addirittura, il reverendo Keeling, pace alla sua anima, è stato dei nostri. Quel vecchio pervertito era uno degli uomini più spietati che abbia mai avuto modo di incontrare.>>
<<E ha avuto ciò che meritava>> disse Scarlett in un sussurro.
<<Può darsi. Ma tu -voi- lo raggiungerete tra poco.>>

Cadde un silenzio macabro, poi. Scarlett chiuse gli occhi e tutto acquisì un senso perfetto .

Era così. Frank aveva detto la verità. Il cerchio si chiudeva. Ecco perché era morta sua madre. Ecco perché era morto suo padre. E si rivide, sul finire di quell'estate, sedicenne sconvolta dai mostri che fuggiva da Dark River a bordo del treno che per l'eternità avrebbe continuato a fischiare e stridere e sbuffare e imprecare nei suoi ricordi, devastando la sua infanzia.

Risentì le grida, finalmente, mentre Frank le alitava addosso, con il fiato pesante e putrido e che sapeva di marcio. Risentì le urla di suo padre in quello stesso capanno. Lei era lì. Aveva visto tutto, all'epoca. Le mosche volavano all'impazzata e sapeva perché. Sapeva che cosa c'era, allora. Ci sarebbe stato anche ora. La botola nascosta che conduceva giù, più giù, in basso, nel buio. E lei era rimasta là sotto, pietrificata dall'orrore e dal terrore, mentre suo padre veniva torturato e poi ucciso. A farle compagnia nelle tenebre c'era il corpo di qualcuno. Un cadavere che aspettava di essere gettato nel fiume, e che intanto era diventato cibo per mosche e zanzare. Accerchiata da quei ronzii devastanti, Scarlett aveva visto.
Eccolo, il suo trauma.
La lama che tagliava la gola di suo padre, e che finiva ovunque poi, nel suo corpo. Il sangue, le grida, poi le altre incisioni. E infine il ricordo di quella promessa che si erano scambiati poco prima.

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