Non lo puoi immaginare

174 30 3
                                    

Fu così che pochi minuti dopo venne rinvenuto il cadavere del reverendo Charles Keeling.

Lo trovarono disteso tra il cortile esterno e la cucina della propria abitazione. Era un piccolo appartamento mantenuto dalla Chiesa. Confinava con il campo da baseball e il campo da basket che la Saint John's Church metteva a disposizione dei ragazzi che frequentavano il catechismo, ma in realtà entrambi i luoghi, certe sere, venivano frequentati come se fossero dei  veri e propri punti di "ritrovo" e di tanto in tanto anche di sballo da parte dei più giovani.

La coppia di ragazzi che si era imbattuta nel cadavere di Charles Keeling non faceva eccezione: si erano recati laggiù per fumare dell'erba e bere qualche birra, e naturalmente per pomiciare un po'. L'accesso era semplice, tutto sommato. Si scavalcava il muretto che circondava l'area sportiva e l'abitazione del reverendo Keeling e il gioco era presto fatto. Una volta dall'altra parte si percorreva il viale che conduceva direttamente al campo da baseball e poi a quello da basket. Per farlo, si passava forzatamente di fronte al cancello affacciato sul retro del piccolo appartamento di Keeling. Dal cancello si vedevano il cortile affacciato sul retro e la porta che dava sulla cucina, che generalmente di notte era chiusa. I due ragazzi si chiamavano Robert Grey e Liz Hutton, e nonostante non fossero proprio nel pieno delle loro facoltà, impiegarono un solo istante a capire che qualcosa non andava. La porta della cucina era aperta e c'era qualcosa che sembrava... sì, erano piedi. Qualcuno era steso lì, a terra, tra il cortile e la cucina. Robert detto Bob aveva fatto cenno alla bella e non troppo sveglia Liz detta Lizzie di non muoversi, e lei aveva obbedito. Aveva acceso una sigaretta, si era appoggiata alla ringhiera del cancello di casa Keeling e aveva stappato una lattina di birra ormai ben calda.

<<Che cosa vuoi fare?>>
<<Non lo so. Sembra che stia male. Dovremmo chiamare un'ambulanza forse, non credi?>>

Bob aveva parlato mangiandosi le parole. Aveva fumato troppo, quella sera. Ma avrebbe dovuto fare qualcosa: di ciò era quasi certo.

<<Il telefono, Lizzie, prendi il telefono.>>
Lei aveva cercato il cellulare invano. Soltanto in quel momento si era resa conto che aveva lasciato tutto nella borsetta, e soprattutto che aveva lasciato la borsetta all'Old Side Dinner.

<<Oh, merda, Bob. La borsetta. L'ho dimenticata all'Old Side. Oh, merda. Cazzo. I cellulari. I soldi. Oh, che stupida.>>

E Bob non aveva risposto. Si era guardato intorno per qualche istante, rendendosi conto di quanto grande e imponente fosse il silenzio che li circondava. La notte era calda e immobile. Non una voce intorno a loro. Non una luce. Soltanto il piccolo lumino che sembrava un occhio arancione acceso nel buio e che era la sigaretta di Lizzie.

Aveva deciso di fare il possibile per capire se i piedi che vedeva spuntare in cortile dalla cucina aperta appartenessero a un vivo oppure a un morto. Aveva stretto le mani intorno al cancello e si era fatto forza per scavalcarlo.

<<Bob, che cosa credi di fare?>>
<<Niente, niente. Voglio soltanto vedere se è vivo. Probabilmente si è scolato qualche bicchiere di troppo ed è svenuto o si è soltanto addormentato... ma se non fosse così?>>
Lizzie si era guardata intorno come mossa da uno strano presentimento. Quel silenzio non le piaceva affatto.
<<Bob, andiamo via. Chiameremo la polizia dall'Old Side. Non...>>
<<Shhh. Zitta. Non muoverti, intesi? Ci vorrà soltanto un attimo.>>

Lei non aveva replicato perché in ogni caso lui era già dall'altro lato del cancello. Si era guardata intorno, Lizzie, e aveva visto soltanto il buio.

E se la persona all'interno fosse morta? E se fosse stata uccisa? E se l'assassino fosse ancora qui? E se ci stesse osservando, proprio in questo momento? E se...

Un'ombra si era allungata sotto i suoi piedi, facendola sobbalzare e facendole cadere a terra la sigaretta. Aveva sentito i battiti del cuore accelerare. Ma era soltanto un ramo di salice, mosso da un soffio solitario di vento notturno. Nulla di più. Tuttavia, la paura che Lizzie provava era reale.

Forse perché i quotidiani e i notiziari avevano iniziato a scrivere e parlare da tempo di una terrificante serie di omicidi, lì nella loro pacifica cittadina. Ma si sa, i fatti raccontati dalla tv capitano sempre  AGLI ALTRI, non a noi. E allora cos'era quel brivido che sentiva correre lungo la schiena e...

<<Merda!>>

La voce sconvolta di Bob era esplosa nell'aria piatta e umida come un petardo in una biblioteca.

<<Cosa succede?>> aveva gridato Lizzie, con il cuore in gola.

Poi rumore di passi, passi rapidi, corsa, affanno, cuore a mille, paura vera, folle, primordiale.

Bob (i notiziari e tutti quei morti e quelle cose strane che stanno succedendo qui a Dark River e siamo soli merda e non abbiamo un cellulare oh merda oh merda oh mer...) era spuntato oltre la tenebra al di là della cucina. Era arrivato di corsa di fronte a lei e aveva cercato di arrampicarsi sul cancello. Aveva perso l'equilibrio a causa del panico ed era caduto a terra. Si era rialzato goffamente,  (BON NON LASCIARMI QUI BOB VEDI DI RIALZARTI MALEDETTO STRONZO FAI IN FRETTA HO PAURA BOB MALEDIZIONE BOB TESTA DI...) aveva cercato di scavalcare una seconda volta il cancello e finalmente ci era riuscito. Si era lasciato scivolare a terra dall'altro lato e aveva stretto la mano intorno al polso paralizzato di Lizzie.

<<Corri, corri Lizzi, dobbiamo tornare alla Jeep e andarcene da qui il prima possibile!>>

Lei aveva obbedito senza dire nulla. Avevano preso a correre come due pazzi, attraverso la strada che conduceva al muro che avevano scavalcato per andare fin laggiù. L'avevano superato una seconda volta ed erano tornati alla Jeep. Bob aveva messo in moto e Lizzie aveva cercato di ritrovare i battiti regolari del cuore. Stringeva ancora la lattina di birra in una mano.

<<Bob? Che cosa hai visto, Bob?>>

Bon non aveva risposto subito. In realtà, non avrebbe voluto rispondere mai.

<<Non hai idea. No, non lo puoi immaginare. Non puoi immaginare che cosa gli hanno fatto, Lizzie.>>

IncuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora