Lontano dall'incubo?

173 26 6
                                    

Rick Davenport era sopravvissuto.

Frank o chi per lui aveva tentato di avvelenarlo, ma con tutta probabilità il suo piano era quello di far portare Rick all'ospedale da vivo, in modo che lui potesse occuparsi di Scarlett ed Eleonore e farlo eliminare in un secondo momento da qualcuno all'interno dell'ospedale, come aveva tentato di fare con Rowena.

Nel tranquillo tepore di quella sera di fine settembre, la strada che Rick aveva di fronte, diritta e lunga, sonnecchiava in attesa di lasciarsi avvolgere dalle prime luci del crepuscolo. Lui guidava in silenzio, il braccio fuori dal finestrino abbassato e gli occhiali da sole a riflettere le sfumature rosa e arancioni degli ultimi scampoli di tramonto. Dalla radio, il Boss cantava "You can't start a fire without a spark...the gun's for hire, even if we're just dancin' in the dark."

Stava bene. Molto bene. Gli avvenimenti degli ultimi due mesi erano stati talmente carichi di follia e scoperte macabre che aveva finito con l'accumulare una tensione enorme dentro di sé. Ma adesso era finita. Davanti aveva soltanto più quella lunga strada deserta e polverosa che conduceva da qualche altra parte, in un luogo lontano da Dark River.

Eleonore era tornata a Chicago e si era iscritta al college. Avrebbe dovuto sentire per un po' la sua mancanza, lo sapeva. L'idea non gli piaceva, ma era giusto così. Sarebbe stata anche vicino alla madre, e nonostante tutto Rick sapeva che non si trattava di qualcosa di negativo. La famiglia, per quanto sfaldata e reduce dalla fine della loro storia, restava e doveva restare un riferimento per lei, soprattutto dopo gli eventi dell'estate. Trevor, in ogni caso, l'aveva seguita. Si sarebbero rivisti presto, e di sicuro avrebbero trascorso il Natale insieme.
Intanto, a Dark River la macchina della giustizia aveva cominciato a muoversi: erano saltate tante teste in tanti ambienti della società. Alcuni volti noti e insospettabili erano caduti nella rete tesa da federali e Dipartimento, finendo in carcere macchiati delle più gravi e deplorevoli accuse. Un imprenditore di CottonTown, tale Caleb Waste, si era sparato un colpo di fucile in bocca dopo essersi reso conto che qualcuno aveva fatto il suo nome. Non era stato il solo a togliersi la vita, in ogni caso: si erano registrati alcuni suicidi durante quegli ultimi due mesi in diverse cittadine vicine, tutte affacciate sul Mississippi. Uomini con famiglie, figli, figlie. Uomini per bene - ma in realtà marci, corrotti fino al midollo, senza scrupoli. Gente che aveva commesso omicidi, stupri, violenze su minori, sequestri. La "setta" a cui capo c'era Frank Goldsmith era enorme e nel corso del tempo aveva coinvolto tantissimi altri elementi. Era come avere a che fare con le scatole cinesi: se ne apriva una e all'interno se ne trovava un'altra, e così via. Il fiume, silenzioso ed eterno, era stato il peggior complice di quell'orrore.

Era saltato fuori, ed era stato dimostrato da diverse prove rinvenute in seguito nella loro abitazione, che anche David Stone e Melanie Todd, i coniugi vittime del battello NewStar, facevano parte di quel mondo nero. Come Frank, con tutta probabilità erano stati legati alla setta fin dal principio. Una volta scoperta quella verità, però, sorgeva un nuovo sinistro interrogativo: per quale ragione il sindaco Davies avrebbe dovuto ucciderli e far ricadere la colpa sui neosposi francesi? Rick ci aveva pensato a lungo, e a dire il vero aveva trovato diverse risposte possibili, anche se nessuna lo aveva convito fino in fondo. Forse i due coniugi avevano deciso di uscire dal gruppo e di raccontare la verità? Magari ricattavano gli altri, e qualcuno di potente, come Frank o il sindaco stesso? Era possibile, sì. Ma per quale ragione aspettare così tanto per farlo? Se si trattava di soldi, avrebbero potuto pensarci prima. Dopotutto, non erano più giovani. Rick non era davvero convinto di nessuna delle ipotesi che aveva messo in piedi. Poi, però, i giorni si erano inseguiti veloci e la vita aveva ripreso a tornare alla normalità, poco per volta. Anche la sua.

Ma c'era un altro enorme pezzo di puzzle a risultare mancante, ed era ciò su cui si stavano concentrando, con intensità sempre maggiore, le indagini dei federali e della polizia. Si trattava dell'identità del "giustiziere", se così poteva essere chiamata la persona che aveva fatto esplodere il castello dell'orrore costruito nel corso del tempo dai mostri che l'avevano abitato.

Chi aveva ucciso tutte quelle persone?
Chi aveva assassinato il reverendo Keeling, il sindaco Davis, l'ex preside Aschroft, il magnate Morgan Raynard, George St Maximilian; e ancora la rana - l'avvocato Greyhounds, e il coniglio- l'imprenditore Karl Seyfried?
Chi aveva condotto Frank Goldsmith verso lo scacco matto finale? E per quale ragione?
La pista più battuta era quella della vendetta, ma non esistevano prove di alcun tipo o ipotesi sensate. In fin dei conti, però, Rick aveva un'idea che riteneva più valida di altre e che riguardava il coinvolgimento in prima persona di Mick Freeman. Non sapeva che cosa pensare, ma di una cosa era sicuro: non si sarebbe mai schierato contro di lui. In ogni caso, anche la pista che portava a Mick era colma di lacune; e per quanto i suoi fossero sospetti plausibili sotto diversi punti di vista, d'altro canto era anche vero che si trattava soltanto di congetture.

"Se fosse davvero lui", pensò Rick, "beh, forse lo ringrazierei."

Così, adesso fissava la strada che aveva di fronte, mentre Bruce Springsteen continuava a invadere l'abitacolo della Jeep e a disperdersi tra le luci basse della sera.

Era proprio convinto di fare ciò che stava per fare?

Andare via, mollare tutto, chiudere la storia. Ripartire da zero. Pagina bianca, vita nuova.
Cieli sconosciuti, orizzonti diversi.

Era ciò che voleva?

Ci pensò su per qualche istante. Se fosse stato da solo, forse non l'avrebbe fatto. Forse avrebbe continuato a respirare l'aria afosa e bollente della Louisiana. A immergersi nel nero di quei posti. A cercare la verità oltre la luce oscura del fiume e dei suoi segreti. Se fosse stato solo, sì, non avrebbe scelto di lasciare quei luoghi. Avrebbe soltanto cercato di imparare a convivere con l'orrore che sarebbe riaffiorato di tanto in tanto dai ricordi -ogni volta che si fosse ritrovato di fronte al suo vecchio amico Mick "il picchiatore" Freeman se ne sarebbe ricordato, senza ombra di dubbio. Avrebbe vissuto il dolore dal quale lui non poteva fuggire, perché aveva perso per sempre una figlia; così come tanti abitanti di quelle zone avevano perduto per sempre qualcuno.
Allora avrebbe portato gli occhi al cielo per un istante e avrebbe ringraziato Dio per aver risparmiato Eleonore.
Prima di addormentarsi, in realtà, già lo faceva. Ringraziava il Signore perché sua figlia era sopravvissuta a quel massacro, e si riteneva un uomo fortunato.

Dunque che cosa stava facendo? Stava scappando dall'inferno, dal male, dai mostri, dall'orrore e da tutto ciò contro cui aveva sempre ritenuto giusto combattere?
Se fosse stato da solo, avrebbe pensato che sì, la sua potesse essere una fuga, in qualche modo. Ma in cuor suo, Rick sapeva che non era così. Avrebbe continuato a dare la caccia al male e a battersi per la giustizia, per la verità e per i valori nei quali aveva riposto da sempre la fiducia più grande. Ma non l'avrebbe più fatto laggiù, in Louisiana.

Se fosse stato solo, la sua vita non sarebbe mai cambiata.

Per fortuna, però, Rick Davenport non era più solo.

Si voltò verso il sedile del passeggero dopo aver superato un cartello che indicava le miglia mancanti per raggiungere chissà quale posto. Scarlett, che gli sedeva accanto, si era addormentata. Rick pensò che forse, finalmente, lei si trovava in un luogo lontano dall'incubo.

Poi la benzina fu sul punto di finire. La sera era ormai piombata silenziosa su loro due. Intorno, non si udiva alcun rumore. La strada era deserta. In lontananza, però, c'era una stazione di rifornimento e Rick fu sollevato nell'avvistarla.

Non poteva immaginare che cosa sarebbe accaduto di lì a pochi minuti.

IncuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora