Mick Freeman si alzò dalla tavola e poi chiuse gli occhi per un istante. Cercò di ritrovare la concentrazione necessaria a fargli mantenere la calma e il controllo, ma non era semplice. Le persone che erano sedute accanto a lui, poche e influenti, non scherzavano affatto. In disparte, solitaria e silenziosa ma comunque presenza impossibile da ignorare al centro di quella sala scura e pulita, c'era anche la Celebratrice.
<<Dovete ascoltarmi>> disse Mick, cercando di mantenere un tono di voce controllato. <<Non dovete reagire. Non ora, almeno. Non ancora. Sarebbe la fine, per tutti.>>
L'uomo a capotavola, al quale lui sembrava rivolgersi principalmente, lo guardò e dapprima rimase in silenzio. Era di colore, come tutti e dieci i presenti. Alto, muscoloso, possente. La sua voce era roca e profonda.
<<Non possiamo continuare a subire questi soprusi, Mick. Mi stupisce che tu non sia il primo a voler dare una sonora lezione a tutti.>>
Ma Mick esitò. Scosse la testa, poi piantò le grosse mani sulla tavola di legno, appoggiandovisi. Scrutò i presenti ad uno ad uno, intensamente.
<<Gli incendi sono stati una conseguenza ovvia>> disse, con calma. <<Era sicuro che la parte bianca e razzista di Dark River o delle cittadine vicine sarebbe esplosa contro una fazione della comunità nera, dopo il ritrovamento dei bambolotti voodoo sugli ultimi cadaveri. Hanno colpito i due granai, ed è stato un atto vile, ripugnante. Hanno sparato nel mucchio, tanto per dare un segnale della loro forza, e non è giustificabile. Io comprendo la vostra rabbia. Ma vi chiedo di fidarvi di me, se potete. Non reagite. Non fate ciò che sarebbe prevedibile. Una reazione comporterebbe una guerra, e una guerra causerebbe altre vittime innocenti. È chiaro che non è stata la comunità voodoo a uccidere quei ragazzi. Celebratrice,>> disse Mick <<abbiamo la tua parola, non è vero?>>
La Celebratrice, senza muovere un dito, annuì semplicemente con un cenno del capo, mentre un silenzio religioso e totale era piombato d'improvviso nella stanza in attesa della sua risposta.
<<Bene. Ripeti a questi uomini ciò che hai visto, Celebratrice.>>
Ancora silenzio. Ancora più assordante di poco prima.
<<Cotone>> disse lei, in un sussurro rauco e tuttavia forte, potente, colmo di energia. <<Campi di cotone, campi sterminati di cotone. Volti nascosti dall'ombra, anche. Portano la morte, con sé.>>
Nessuno disse nulla, nessuno quasi respirò.
Tutti i presenti, che erano poi i rappresentanti delle varie comunità afroamericane della zona, conoscevano la Celebratrice. Anche chi non aveva legami con il mondo della magia nera, sapeva chi fosse quella donna piccola e minuta, che a guardarla non avrebbe spaventato neanche una mosca. Le storie che si raccontavano su di lei non erano soltanto leggende. Quegli uomini lo sapevano. I più scettici, alla fine, si erano semplicemente arresi all'evidenza dei fatti: avevano imparato la lezione più importante; avevano imparato a credere.
<<Ci fidiamo, non è vero? La Celebratrice ha detto che la comunità voodoo non ha nulla a che vedere con queste azioni, ed io le credo. Maledizione, è morta mia figlia! È stata assassinata, ed io so che nessuno di loro le avrebbe mai torto un capello.>>
Cadde ancora un silenzio, pesante e cupo.
<<Bene. Chi l'ha uccisa ha cercato di incolpare queste comunità dei crimini che ha commesso e che con tutta probabilità continuerà a commettere.>>
<<Per quale ragione l'avrebbe fatto?>> domandò l'uomo a capo tavola, incrociando le dita della mani.
<<Per prendere tempo. Destare sospetti, di qualsiasi natura. Lanciare un osso alla polizia. Manovrare l'opinione pubblica. E soprattutto, intanto, allontanare l'attenzione da sé, o da loro, se si tratta di più di uno. Ha, o hanno agito così per poter continuare a operare indisturbati. Per continuare a uccidere.>>
L'uomo con cui Mick parlava, e dal quale era ormai ovvio dipendessero anche le decisioni degli altri, tacque, poi annuì, come se si fosse finalmente convinto di ciò che stava ascoltando.
<<E va bene. Diciamo che non reagiremo, per il momento. Come...>>
<<Lascia fare a me. Ci penserò io. Troverò il colpevole di queste morti. Troverò chi ha aizzato i bianchi contro di noi. Te lo prometto.>><<Come pensi di fare?>>
Mick esitò. Guardo la Celebratrice, poi scosse la testa lentamente.
<<So da dove partire. Dai campi di cotone. Credo che quelle visioni ci abbiano indicato la strada da seguire. Intendo mettermi in moto.>>
<<Hai il mio supporto, e il nostro.>>
<<Non mi servirà. Intendo farlo da solo.>>Ci fu un lungo silenzio.
<<Mi fido di te, Mick. Mi sono sempre fidato di te, lo sai. Ma non è detto che...>>
<<Ce la farò.>>
<<Non sai contro chi stai combattendo. Come pensi di...>>
<<Ce la farò>> ripeté Mick in tono ancora più deciso, ancora più fermo.
<<D'accordo. Noi non reagiremo. Hai la mia parola. Ma voglio la tua. Voglio che venga fatta giustizia per i soprusi che abbiamo subito. Tutti noi.>>Mick annuì. Gli si avvicinò e gli strinse la mano, con forza.
<<Troverò chi ha ucciso mia figlia e chi ha dato fuoco a quei granai. Gli strapperò il cuore fuori dal petto con queste mani, mentre sarà ancora vivo. Glielo strapperò via e poi ve lo porterò. Ve lo giuro.>>
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Incubo
Mystery / ThrillerDurante i primi giorni di una torrida estate, nella piccola cittadina di Dark River, in Louisiana, a bordo di un battello in procinto di partire per una crociera lungo il fiume Mississipi, vengono rinvenuti i cadaveri di una coppia. Lo scenario è te...