Uscì del sangue, cadde il silenzio

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Scarlett aveva colpito Frank alla gola con un movimento rapido, deciso. Non poteva sbagliare. Non ci sarebbero state altre occasioni. Frank aveva barcollato ed era ricaduto sul materasso. Subito dopo Scarlett si era avventata contro di lui impadronendosi della pistola. Gli aveva tolto la maschera da leone e l'aveva gettata a terra. Aveva indietreggiato e aveva fatto cenno a Eleonore di raggiungerla.

Dovevano rimanere unite, adesso.

La figlia di Rick aveva obbedito e così erano lì, immobili davanti a Frank, che non sembrava essere tornato in sé.

<<Vi farò vedere chi comanda, in città. Vi farò assaggiare tutto, poco per volta. E...>>

Frank si interruppe e si portò le mani di fronte al volto.

<<Basta! Vi prego, lasciatemi andare! Lasciatemi in pace! Sue? Sue! Eri la mia preferita, oh si! Lo sei stata per molto, molto tempo. Poi...>>

Eleonore guardò Scarlett, che puntava la pistola contro Frank. Sentirlo parlare della sua amica le provocò una sensazione di vomito.

<<Era brava. Eri brava, Sue. Brava a farmi divertire. Peccato che poi hai deciso di sbandierare tutto ai quattro venti. Non ti avrei mai uccisa, altrimenti, Sue. Sai che non l'avrei fatto. Sai che... BASTA! CHE COSA STA SUCCEDENDO! dove...?>>
<<L'hai uccisa tu, è così?>> gridò Eleonore, avvicinandosi a lui.
<<Ele, resta indietro>> le disse Scarlett. <<Ci penso io. Resta...>>

D'improvviso Frank si sollevò sulle gambe che sembravano malferme e la guardò negli occhi. Per un attimo Eleonore credette di distinguere un barlume di lucidità sul volto del capitano.

<<Sì, troietta. L'ho uccisa io. E ho goduto nel farlo. Ho goduto come quando lei mi...>>

Scarlett spostò Eleonore con un braccio e infilò la canna della pistola nella bocca di Frank.

<<Sei arrivato alla fine del tunnel, Frank. Voltati.>>

Lui esitò. Scarlett allora spinse la pistola più a fondo nella sua gola.

Intanto, giù alle paludi, Mick e la Celebratrice erano ancora seduti uno di fronte all'altra. Fissavano il fondo dell'enorme braciere che la Celebratrice aveva già utilizzato quando gli aveva mostrato il volto di George Saint Maximilian.
Le immagini di ciò che succedeva all'interno dello scantinato in cui si trovava Frank si inseguivano di fronte ai loro occhi, condizionate e modellate dalle loro menti che lavoravano in perfetta simbiosi.
Poi, d'un tratto, Mick si alzò di scatto.

<<Mick!>> gridò lei.
<<Devo andare.>>
<<Non ancora, Mick. Non ancora. Potrebbe essere rischioso interrompere il flusso adesso. Potrebbero non farcela. Lui potrebbe...>>
<<Sarò lì in meno di cinque minuti. Devo andare. DEVO essere presente. Non ci saranno altre occasioni.>>
<<Mick...>>
<<Grazie, Celebratrice. Per tutto.>>

Lei non rispose. Lo fissò negli occhi, guardandolo attraverso i suoi,  piccoli e scintillanti: due lanterne vispe e colme di vita e mistero e potere e magia che ballavano nelle tenebre di quella notte.

<<Vai, allora. Trova la pace che stai cercando, Mick.>>

Pronunciò queste ultime parole sottovoce.
Mick non era più lì.

Scarlett teneva ancora la pistola nella gola di Frank.

<<Ora Eleonore salirà le scale e noi la guarderemo da qui. Chiaro, Frank?>>

Lui annuì.

<<Bene. Poi la seguiremo.>>

Eleonore esitò ma Scarlett le fece cenno di andare.

<<Stai tranquilla, Ele. Ti raggiungiamo.>>
<<Va bene>> disse la ragazza. Poi si voltò e cominciò a risalire i pioli che le avevano condotte giù nel buio.

Intanto, Frank sentiva che poco alla volta i pensieri tornavano ad essere meno ombrosi, meno sinistri. L'immagine della passerella si era affievolita, ma c'era comunque qualcosa che non andava. Sentiva un gran bruciore al fondo della gola, e non era per la pistola infilata da Scarlett. Era come se stesse prendendo fuoco. Cercò di sopportarlo. Aveva poche possibilità di uscirne, ma forse non era ancora finita. Forse...

<<Bene. Ora siamo rimasti soltanto più io e te, Frank.>>
Scarlett sorrise. Dall'alto, Eleonore la chiamava.

<<Scarlett! Va tutto bene?>>

Lei alzò il pollice. Poi fece un passo verso Frank. Lo guardò diritto negli occhi per un momento che a lui parve eterno. Ora gli puntava la pistola contro la fronte.

<<Che cosa vorresti fare con quella, scrittrice? Vuoi spararmi? Vuoi finire dietro le sbarre in attesa di  beccarti una bella iniezione letale? Sai, l'omicidio di uno sbirro, importante come me, per giunta, è un reato grave da queste parti.>>

Frank stava meglio, sì. Davvero molto meglio. Che cosa era successo?
I suoi piani... erano stati sconvolti. Come era stato possibile? Ma adesso non poteva pensarci.
Non c'era tempo.

<<Ehi!>>gridò una voce da sopra. Lei sollevò gli occhi per un istante e lo vide. Mick "il picchiatore" Freeman. Era accanto a Eleonore.

<<Lasciatemi. Devo parlare con lui. Devo...>> rispose Scarlett.
<<È pericoloso, Scarlett!>> gridò Mick. <<È un mostro! È...>>
<<Lasciatemi, ho detto!>>

Mick rimase in silenzio. Eleonore lo guardava, tremando.

<<Scarlett, Scarlett, Scarlett. Piccola, dolce Scarlett. Mi sarebbe piaciuto fare un giro su di te, l'estate in cui ho fatto a pezzi tua madre e tagliato la gola a quel bastardo di tuo padre. Eri un bocconcino così... invitante. E lo sei ancora. Non mi fraintendere, eh. Sei molto meglio delle puttane che frequento di solito. Si vede che hai classe, tu. Che cosa ne pensi? Che cosa vuoi?  Vuoi sapere come sono morti i tuoi genitori? E dopo? Mi sparerai? Non hai le palle né il coraggio per farlo. Avanti. Restituiscimi la pistola e il buon Frankie ti racconterà ogni cosa. Ti spiegherò che cosa piaceva fare al tuo paparino, bambina. Oh, ci sarebbe così tanto da dire. Potresti scrivere un altro libro, alla fine del mio racconto. Un best seller da bollino rosso. Pieno di tutte quelle cose che mi piacciono tanto. Avanti, Scarlett. Fidati di me. Dammi la pistola.>>

Scarlett fece un passo indietro. Frank ne fece uno in avanti. Intanto, Mick aveva cominciato a scendere la scala a pioli.

Accadde tutto in un battito di ciglia.

Frank si scagliò contro Scarlett, che per una frazione di secondo si era voltata d'istinto verso la scala.

Ci fu una colluttazione. Breve come un sospiro.

Dalla pistola di Frank partì un colpo.

Uscì del sangue.

Cadde il silenzio.

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