Rosso

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David e Melanie. Come suonavano bene quei due nomi. Come suonavano bene insieme.

Avrebbero retto le gambe?

Christine se lo chiese cercando inutilmente di mantenere regolari i battiti del cuore, mentre appoggiava la testa contro il vetro freddo della volante che avrebbe condotto lei e Jacques in centrale.

Jacques.

Jacques l'amore della mia vita. Jacques che adesso era sporco di sangue, ovunque.

La strada le scivolava veloce accanto, avvolta dall'aria già carica di afa di quella mattina di inizio giugno. Il cielo era bianco e terso e forse le nubi che scorgeva in lontananza si sarebbero avvicinate facendo esplodere quel calore in un improvviso diluvio estivo, breve, freddo e intenso.

Jacques era seduto nella vettura dietro di loro, in mezzo a due agenti che non parlavano.
Rigurgiti della notte trascorsa ricomparivano indesiderati, lasciando una scia amara e disgustosa nella sua bocca che adesso gli sembrava terribilmente asciutta, arida come certi pomeriggi di agosto.

Com'erano belli certi pomeriggi d'agosto in Provenza. Com'era dolce lasciar scivolare le giornate tra i vigneti dei nonni! Com'era... naturale.

Anche il sangue che gli si era incollato ai gomiti era naturale. Secco quasi, ormai.

Rivide la moglie di David, distesa sul suo letto. Sul letto della loro cabina.
Faticava nel cercare di ricordare, ma sapeva che doveva farlo, doveva riuscirvi. Prima o poi glielo avrebbero domandato, non è vero? L'avrebbero chiesto a lui e a Christine. Li avrebbero interrogati probabilmente tenendoli separati, e allora avrebbe dovuto raccontare tutto.

Ma tutto cosa? Che cosa, che cosa...?

Perché i suoi gomiti erano ricoperti di sangue, come le sue mani, parti della sua camicia, tratti del suo collo. Gli schizzi erano un po' ovunque, e alimentavano una voce che dentro di lui sussurrava parole cariche, colme, gravide di terrore antico, ancestrale.

Come quando da bambino gli capitava di inciampare nella pubblicità (era corretto definirla così?) che sarebbe dovuta servire a informare i piccoli lettori sull'AIDS e l'utilizzo di droghe leggendo giornalini a fumetti. Ricorda un volto nero, avvolto dal buio, e un paio di occhi bianchi, accesi, che lo fissavano attraverso quelle pagine piene di infanzia. Quello era il terrore più infido, ciò che ricordava di aver davvero temuto prima di tutto il resto e che era rimasto annidato sotto pelle per tutto quel tempo per rispuntare fuori così, adesso, sul sedile posteriore di quella vettura della polizia di Dark River.

Così ritrovò nella memoria il corpo dilaniato di Melanie, la moglie di David.

Sentì il gusto dell'alcool tornare a galla.

Martini.

Olive, forse.

E Melanie che giaceva nuda sul letto, con le gambe e le braccia allargate, a disegnare una sorta di croce. Una croce era stata incisa anche sul suo corpo. Attraversava il suo busto in verticale, in una linea dritta, decisa, rossa del sangue che poi era schizzato ai lati e ovunque. Quella linea di morte era attraversata nel mezzo da un'altra linea che andava a formare così una croce di sangue.

Una croce di sangue.

Non era finita, no. L'orrore era stato più intenso, più profondo e più devastante.

Gli occhi della moglie di David erano spalancati, a differenza di quelli del marito che erano stati asportati. Le palpebre erano tenute aperte grazie a due spilli infilati attraverso la pelle.

Perché doveva vedere?

I polsi di Melanie erano tagliati. Tutto il resto era annebbiato, andava e veniva, ma Jacques poteva ricordare i polsi nel rosso. Pensò a Christine e rivide per un istante anche il corpo devastato di David.

Tutto il resto era nebbia, era la foschia dei giorni d'inverno.

Ciò che restava erano le grida di sua moglie e l'arrivo di tante persone davanti alla loro cabina. La loro cabina, già. Perché i corpi senza vita di David e Melanie giacevano proprio nella loro cabina.

Perché? Che cosa era successo? Li avevano invitati, sì. Ed era stato proprio lui a farlo. Dopo le giocate, dopo il Black Jack, il poker, i dadi, i Martini... li aveva invitati a bere ancora qualcosa nella loro cabina e Christine non sembrava aver voglia di condividere altro tempo con quei due sconosciuti... eppure poi era andata proprio così. Loro avevano accettato l'invito e... e poi...

E poi la volante si fermò e Jacques poté vedere di fronte a sé un edificio imponente e dall'aspetto vecchio che doveva ospitare la centrale di polizia di Dark River.

Sentì il metallo delle manette contro i polsi e per la prima volta da quando gliele avevano messe si rese conto che gli davano fastidio. Un fastidio sopportabile ma costante.

Ripensò a quando l'agente che adesso era seduto accanto a lui gliele aveva strette, poco prima. Gli aveva letto i propri diritti e aveva fatto la stessa cosa con Christine. Poi erano saliti su due vetture separate e adesso si apprestavano, sempre separati, a entrare nella centrale.

Non aveva idea di che cosa sarebbe successo da quel momento in avanti, e come avrebbe potuto? Il mondo per lui era sempre stato un posto normale. Quanto odiava quella parola. Normale. Non significava nulla. Eppure adesso sentiva che prima di quel preciso, esatto istante la propria esistenza era davvero stata sempre così. Normale. Adesso, invece, era netta in lui una sensazione nuova. Aveva strisciato silenziosa sotto la pelle e poi si era insinuata dolorosa nella sua mente. Aveva una forma e un colore: era nei corpi straziati di David e Melanie ed era rossa. Il rosso più intenso che avesse mai visto.

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