L'estate dei giochi neri

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<<Non è una storia nuova. Questa comunità, la nostra comunità, non sta scoprendo oggi, per la prima volta, l'impronta del male.>>

Il reverendo Charles Keeling aveva incominciato a parlare agli abitanti che si erano radunati sotto il tendone. La pioggia non aveva accennato a diminuire, ma si era invece fatta più forte, più abbondante e più rumorosa. Sotto il grande telo di plastica, il rumore che produceva veniva amplificato fino a sovrastare quasi la sua voce profonda e roca. Rick e Scarlett erano seduti uno accanto all'altra, in una delle ultime file. Una posizione dalla quale tutti erano facilmente osservabili, pensò Scarlett. Riconobbe, molto più avanti, quasi davanti al soppalco, il capitano Frank Goldsmith e sua moglie Julia. Lei, a differenza di Frank, sembrava essere invecchiata più in fretta.

<<Ha radici profonde, questo dolore. Radici che sorgono dal nero della notte più oscura. Sono cariche di malvagità, e finiscono per scorrere fin dentro le vene delle persone che non sanno che cosa significhi avere un cuore limpido.>>

Il reverendo pronunciò queste ultime parole con grande enfasi e forza, affinché il messaggio potesse arrivare chiaro alle orecchie di tutti.

E qual era il messaggio, Scarlett? Che cosa voleva dire?

Scorrere dentro le vene delle persone che non sanno che cosa significhi avere un cuore limpido.

Un cuore limpido. Il rintocco delle campane, la chiesa. L'estate dei giochi e dei morti.

L'estate di...

(I giochi neri)

<<Di tutto il fardello che siamo  abituati a portare con noi, il senso di giustizia è ciò che spesso sembra pesare di più sulle nostre coscienze. Sulle nostre anime. Ed è così che poi accadono eventi come quelli degli ultimi giorni.>>

Rick si guardò intorno con attenzione, scrutando i volti dei presenti accanto a lui. Riconobbe, qualche fila più avanti, il suo amico Mick "il picchiatore" insieme alla moglie Tea. Si domandò come potessero resistere in mezzo a tutta quella gente con un dolore tanto accecante dentro il petto.
Sarebbe mai stato possibile uscirne, per loro? Avrebbero mai ritrovato una strada da percorrere, da soli o insieme? Ne dubitava, ma sperava con tutto se stesso di sì.

<<Fino a che continueremo ad essere noi stessi gli artefici del nostro male, questi eventi continueranno ad accadere. Siamo noi ad essere corrotti. È il nostro animo a fuggire dalla purezza, dalla luce. Il diavolo esiste, così come esiste Dio. Ognuno lo chiama come crede. E proprio come il nostro Dio, che si manifesta sulla terra in tanti modi, anche il demonio è capace di mischiarsi e confondersi tra noi. Può assumere volti differenti, per raggiungere il proprio scopo, che è rubare per sempre la nostra anima. E siate attenti, siate vigli, perché potrebbe anche avere il volto della persona che in questo istante vi è accanto.>> Si interruppe, scrutando uno a uno i visi dei presenti, con aria costernata e combattiva al tempo stesso. <<Guardatevi bene intorno, abitanti di Dark River. Il diavolo potrebbe essere proprio qui, a un passo da noi. Dovete essere forti, però. Non smettere di credere nel nostro Dio e nel bene. Saremo uniti in questo dolore, e ne usciremo ancora più forti. E adesso preghiamo, per favore. Nel silenzio che ci portiamo dentro. Pregiamo per la povera Junet Sandman e per la povera Sue Greyson. Due anime innocenti rapite all'improvviso da questo mondo di lacrime. Loro hanno trovato la pace. Ci stanno osservando e proteggendo, adesso. Ne sono certo.>>

Scarlett chiuse gli occhi. Senza rendersene conto, si avvicinò un po' di più a Rick.

L'impronta del male, pensò tra sé, ripetendo mentalmente le parole con cui il reverendo aveva dato vita al sermone.

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