Presagi

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<<Devo andare>> disse Rick Davenport, lasciando Scarlett da sola al bancone del Blues'n'Bear, con il bicchiere di Whisky ancora pieno.

Non salutò nessuno. Uscì di corsa, attraversando la notte umida, il telefono ancora incollato all'orecchio.

<<Eleonore, tesoro, non riagganciare. Mi senti? Sto arrivando.>> Ed era vero. Il Blues'n'Bear distava quattro o cinque minuti a piedi dalla villetta di Rick Davenport. Di corsa, potevano diventare anche due.

<<Ti sento, papà. Ho paura. C'era... non lo so, papà. Qualcosa, qualcuno, qui fuori. Io...>>
<<Sono da te, Ele. Sono quasi da te. Stai tranquilla.>>

Un minuto dopo Rick era oltre il cancello d'ingresso. Sembrava tutto come avrebbe dovuto essere. Nulla fuori posto. Nessun veicolo sospetto nei dintorni.

Ripensò al cadavere di Junet Sandman mentre percorreva il viale che l'avrebbe riportato a casa. Il modo in cui il suo corpo era stato martoriato . Gli occhi asportati. La stella capovolta incisa sul petto.

Senza rendersene conto, aveva già percorso l'intero viale d'accesso, di corsa, con il cuore che batteva all'impazzata nel petto.

Si fermò solo quando fu di fronte alla porta principale. Aprì, entrò, e trovò Eleonore seduta al tavolo del soggiorno, con la testa tra le mani. Stava piangendo.

Le si avvicinò.

<<Papà>> disse lei alzandosi, abbracciandolo, cercando di asciugarsi il viso.

<<Tesoro. Eleonore. Sono qui. Sono qui. Va tutto bene.>>

La guardò negli occhi e si rese conto che non era così.

Nulla andava bene. E non era soltanto per la morte di Junet Sandman. C'era qualcosa. Ci doveva essere... dell'altro. Perché gli occhi di sua figlia non erano mai stati così sfuggenti. Mai così lontani prima.

Così Rick spostò una sedia e si sedette al tavolo accanto a lei. Le posò delicatamente una mano sul braccio.

<<Ele>> disse, in un sussurro.

Eleonore era una ragazza di diciannove anni di bell'aspetto. I capelli castani le scivolavano fino alle spalle e poi si perdevano giù, lungo la sua schiena, quasi fino alla metà. Gli occhi verdi, uguali a quelli del padre, erano due puntini luminosi nel buio di quella notte. Aveva preso poco da sua madre. Il sorriso, quello sì. Ma adesso era lontano, perso chissà dove. Rick si chiedeva quanto tempo avrebbe impiegato a ricomparire sul suo viso.

<<Papà... C'era qualcuno qui fuori. Sono...>>
<<Aspettami qui>> disse Rick. Si alzò, estrasse la pistola dalla fondina e si avvicinò alla porta d'ingresso.

<<No, no, papà. Che cosa stai...>>
<<Shhh>> sussurrò lui portando l'indice di fronte alle labbra e facendole cenno con una mano di non muoversi.

Uscì sul viale, rimandando però davanti alla porta d'ingresso. Si guardò attorno, cercando di concentrarsi su ogni più insignificante rumore. La notte era silenziosa, da quelle parti. Certe volte arrivava l'eco di suoni lontani che provenivano addirittura dal Blues'n'Beer. Rick chiuse gli occhi per una frazione di secondo e poi li riaprì.

E lo sentì. Il rumore d'accensione di un motore. Grossa cilindrata, pensò, immediatamente. Luci spente, però. Nessuna luce.
Da dove diavolo...?

Poi le marce che ingranavano, una dopo l'altra. La vettura che prendeva velocità.

Destra, oltre il giardino. In direzione opposta a quella che dal Blues'n'Beer conduceva alla loro abitazione. Eleonore aveva ragione.

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