Eleonore chiuse gli occhi, li riaprì, allontanò il viso dalla maschera da leone di Frank, muovendosi all'impazzata. Si dimenò, si agitò, scalciò. Cercò di tenerlo a distanza, ma senza successo. Gli sputò. Allora lui la colpì con uno schiaffo e si apprestò a strapparle le mutandine. Eleonore gridò, mentre Scarlett, seduta contro la parere, strofinava i polsi legati contro un piccolo pezzo di legno appuntito che aveva trovato a terra, ricoperto dalla polvere. La corda era resistente. Se anche fosse riuscita a liberarsi, e non era semplice, per Eleonore sarebbe comunque stato troppo tardi. Frank era su di lei. La figlia di Rick sentì la mano del capitano su di sé. Era ferma sulle sue mutandine. Frank sollevo il volto mascherato e sorrise, ma lei non poté vederlo.
<<Adesso mi farai divertire. E anche io farò divertire te, puttanella. Ci puoi scommettere. Forse non sarà troppo... piacevole, per te. Ma l'importante è che lo sia per me.>>
Frank mosse la mano per strapparle via l'intimo e fu in quel momento che accadde.
Rimase immobile, d'un tratto. Paralizzato. Bloccato. Sollevò entrambe le braccia e le portò alla testa. Si coprì le orecchie.
Che cosa succede, Frank? Eh? Che cosa succede?
Eleonore, sconvolta, cercò di allontanarsi.
<<Che cos'è! Che cos'è!>> gridò Frank da sotto la maschera. E la maschera, in quell'esatto istante, si frantumò. I suoi pezzi, distrutti, volarono a terra e sul materasso. Eleonore indietreggiò ancora mentre lui cercava di avvicinarsi a lei.
Invano, però.
<<Che cosa sta succedendo?! Che cosa mi state facendo!? Che cosa... CHE COSA SUCCEDE?? CHE COSA MI STA SUCCEDENDO!? Chi siete? Che cosa...>>
La sua voce era folle, disperata, fuori controllo, come lui. L'espressione sul suo viso era terrificante. Come se avesse appena incontrato la morte.
E invece ciò che vide fu la vita che aveva rubato. No, non LA VITA. LE VITE. Tutte, una dopo l'altra. Le ragazze che aveva ucciso o che erano morte a causa sua gli comparvero davanti agli occhi. Lo guardavano e gli sorridevano, e non erano sole, no. Nella scena che il capitano Frank Goodspeed stava contemplando ora c'era una lunga passerella color del sangue. Le ragazze gli sfilavano davanti. Gli sorridevano. Avevano qualcosa in comune. Occhi rossi, iniettati di sangue, fissi su di lui, in uno sguardo che non concedeva nulla ma che prometteva la fine eterna. La fine di tutto; il buio; una notte senza stelle che non diverrà mai più alba. Freddo silenzio eterno. Era quello il posto che lo stava aspettando e che lo stava richiamando a sé. Ma non era tutto, no. C'era dell'altro. C'era una sedia, accanto alla passerella che Frank osservava. Poi c'era qualcosa che non riusciva a definire e poi c'era un'altra sedia. E c'era del fumo: una nube gigantesca di fumo. Riusciva a vederla, sì. E adesso, se faceva attenzione, riconosceva anche due sagome sedute. Due figure nell'ombra, che parlavano e complottavano e preparavano un disegno di morte. Il disegno della SUA morte.
Chi diavolo...?
Ma sì, sì. Quel negro. Mick "il picchiatore", si fa chiamare. Abbiamo fatto fuori sua figlia, gran bella ragazza, dopo essercela spassata con lei. Abbiamo...<<Abbiamo fatto fuori tua figlia, Mick! Ed è stato bello! È stato... ma che cosa volete, adesso? Ti farò arrestare, Mick! E uccidere! Condannare a...>>
Frank delirava e Mick, nella sua visione, lo guardava senza dire nulla. I suoi occhi erano rossi e iniettati di sangue come gli occhi della ragazze che continuavano a sfilargli davanti sorridendo. Mick non sorrideva invece. Lo guardava e Frank poteva riconoscere una rabbia cieca, una furia devastante in quello sguardo. E davanti a lui sedeva la donna, la vecchia, la causa e artefice di ciò che stava succedendo. Era lei? Era proprio lei, sì, ne aveva sentito parlare. Ma non erano soltanto dei cialtroni? Era la... com'è, che si faceva chiamare?
Celebratrice.
Sì, era là Celebratrice. Una strega. Una maga. La Regina del Voodoo. Ma che cosa voleva da... ? Stava con Mick. Lo aiutava nella sua vendetta.
<<Perdonami, Mick! Non sono stato io! Non ho ucciso io Junet!>>
Oh, Frank, andiamo. Eri lì mentre accadeva. Hai contribuito a farlo. Hai scelto tu di farlo, ricordi? Per dare un segnale. Nessuno deve superare la linea ed entrare senza invito nel vostro gruppetto. Ora Junet è morta e...
MORIRAI ANCHE TU!
<<Chi l'ha detto? Chi ha parlato? Chi è stato? Che cosa volete? Che cosa volete da me? Andate via! Andate via! Andate...>>
Eleonore si era ripresa. Si avvicinò a lui.
MORIRAI ANCHE TU, FRANK! MORIRAI QUESTA NOTTE!
Frank stava peggiorando. Le ragazze morte continuavano ad inseguirsi sulla passerella di sangue. Erano tante, tantissime. Sempre di più. Molte di loro avevano i capelli bagnati dall'acqua del fiume e in bocca, in quelle bocche sorridenti, spesso ancora truccate con il rossetto che avevano messo prima di morire, masticavano alghe o detriti o terra o rifiuti e tuttavia continuavano a sorridergli e sembrava quasi che... sì, sembrava quasi che lo stessero chiamando.
<<Basta! Vi prego! Andate via! Basta! Basta!>>
Frank si alzò barcollando dal materasso. Eleonore lo colpì in faccia con un pugno e lui perse l'equilibrio e ricadde sul materasso.
La passerella continuava ad ospitare la sfilata, intanto. Una dopo l'altra. Vide anche Junet Sandman. E Junet lo fissava con la sua espressione innocente, quella che per tutta la vita aveva rispecchiato tanto bene la persona che era stata.
Fu l'ultima cosa che vide. L'attimo dopo, Scarlett era riuscita a liberarsi ed era in piedi di fronte a lui.
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Incubo
Mystery / ThrillerDurante i primi giorni di una torrida estate, nella piccola cittadina di Dark River, in Louisiana, a bordo di un battello in procinto di partire per una crociera lungo il fiume Mississipi, vengono rinvenuti i cadaveri di una coppia. Lo scenario è te...