Tornata nel sangue

212 33 18
                                    

Dopo che ebbe lasciato la centrale di polizia, per Scarlett la giornata trascorse in fretta. Approfittò del tempo piovoso per restare in casa e sistemare gli effetti personali. Disfò le valige e ripose gli abiti nel grande armadio in camera da letto. Evitò di pranzare e diede invece una bella pulita a tutto. Pavimenti, mobili, finestre, tv. Un paio di ore dopo, la villa che la sua amica Marie Ledoux le aveva lasciato per trascorrere l'estate sembrava nuova. Stava quasi per recarsi all'Old Side River per una tazza di caffè bollente quando il suo telefono squillò.

Senza sapere per quale ragione, pensò subito a Rick Davenport.

Invece era Noah, dal Maine.

<<Ciao, Noah. Come stai?>>
<<Ciao, Scarlett. Io sto bene. E tu?>>

Improvvisamente, risentire la sua voce -quella voce che recitava poesie tra le file di banchi dell'università di Portland, le sembrò qualcosa di... apatico.

Una linea piatta, lontana e priva di sfumature.

La passione brucia in fretta e altrettanto in fretta scompare; più delle stagioni, più dei giorni d'estate?

<<Sto abbastanza bene, Noah.>>

Non aggiunse altro perché non c'era altro che volesse sapere su di lui.

Eppure non avevano litigato. L'ultima volta che si erano visti avevano fatto l'amore; le era piaciuto, come sempre. Era stato forte, intenso, bello. E allora perché...?

Perché non c'era altro.

Linea piatta.

Il rumore della pioggia.

Ecco che cosa succede a tornare indietro, Scarlett. Poco per volta, la fiamma di normalità che a fatica eri riuscita ad accendere nel Maine ha incominciato a tremolare, come sotto il soffio di un bambino dispettoso.

Soltanto che adesso la fiamma è la tua vita e a soffiare non è un bambino ma... Dark River.

<<Hai incominciato a scrivere? Scarlett, ho letto sui giornali del ritrovamento di quelle ragazze e degli omicidi sul battello. Deve essere assurdo trovarsi laggiù in questi giorni.>>

Scarlett guardò il cedro che spiccava solitario sotto il cielo scuro in lontananza, a vegliare su Compton Bassett.

<<Non ho ancora scritto nulla. Sto cercando di mettere insieme le idee. Di trovare un filo conduttore. Credo che ci vorrà un po' di tempo. Comunque non è tanto assurdo, sai. Anche nel Maine capitano cose...>>

Simili. Ecco che cosa stava per dire. Non era vero, però. Anche nel resto del mondo capitavano fatti atroci, inspiegabili, senza dubbio. Ma a Dark River era diverso. Lei ci era cresciuta. Il male che trasudava dalla pelle di quella piccola cittadina era in un certo senso e contro la sua volontà diventato anche forse parte di lei stessa.
E la sensazione che provava, quella che di gran lunga prevaricava le altre... che cos'era?

...Era come se lei si trovasse di fronte a qualcosa di orrendo e tuttavia non riuscisse più a sentirsi sconvolta. Era come se in fondo... se lo aspettasse, da Dark River. Perché laggiù (oltre la ferrovia oltre il fiume oltre le strade strette e polverose e afose e bollenti) quelle cose semplicemente...

capitavano.

<<Capita ovunque, Noah. Sto bene. Starò bene.>>

Noah rimase in silenzio per un po' dall'altro lato del telefono e poi riprese a parlare.

<<Senti, Scarlett. Oggi è giovedì. Le previsioni dicono che sarà bello durante il weekend. Perché non prendi un aereo e non torni qui? Stiamo insieme. Cucino del pesce. Prendiamo il sole. Ti massaggio la schiena.>>

IncuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora