2. assurdo vero?

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ahora dice que no me conoce, no
y si me ha visto se supone que en el pasado fue
yo si me acuerdo cómo lo hacíamos

«La smetti con questa musica?» mi misi un cuscino sulla testa, premendolo sulle orecchie per stare almeno un secondo in pace e non sentire quella musica orribile.

«A me piace, mi mette allegria!» la risposta di Gaia arrivò quasi subito e mi fece alzare gli occhi al cielo, infastidendomi ancora di più. Mi guardai intorno, in cerca di qualcosa da fare.

Improvvisamente mi passò per la testa un'idea e mi alzai dal letto di scatto, scendendo le scale e andando in salotto, dove si trovava lei.

«Posso andare a fare una passeggiata con Olivia? Da quando sono tornato non abbiamo passato nemmeno un momento solo noi due» sorrisi a trentadue denti e aspettai che lei dicesse "sì". Volevo veramente uscire con mia nipote, quindi unì le mani un gesto di preghiera in attesa della sua risposta.

«Finalmente esci una volta» mormorò in risposta lei, poi annuì e mi disse di andare. la ringraziai lasciandole un bacio sulla guancia e poi presi Olivia dal suo seggiolone «Ricordati di prendere la borsa che c'è lì sotto, quella con i pannolini e tutte le cose che potrebbero servirle» mi spiegò tutto come se fosse la prima volta, io la lasciai fare anche solo perché così magari avrebbe smesso di rompere.

«Sì Gaia, va bene» presi in braccio la bimba, dandole un bacio sulla fronte e tenendola stretta a me, poi presi lo zainetto sotto al seggiolone e me lo misi in spalla. Decisi che a quella passeggiata avrebbero partecipato anche Wendy e Spike, perché era molto che non li portavo fuori e perché sapevo che Olivia adorava giocare con loro.

«Piccola, saluta la mamma» la piccola Olivia tolse la sua manina dalla bocca per salutare la madre, poi fece qualche suono strano e indicò la strada. Entrambi ci mettemmo a ridere, poi io mi allontanai in fretta e cominciai questa pseudo passeggiata con mia nipote.

«Allora bella, andiamo al parco, ti va?» la piccola di concentrò un attimo sulle mie parole, poi fece di sì con la testa e un sorriso spontaneo si formò sul mio viso. Adoravo quella bambina.

La camminata non durò molto, e quando arrivammo al parco ci mettemmo subito su una panchina, riparata dall'afa estiva grazie all'ombra creata dagli alberi disposti in fila sul prato. Olivia era seduta sulle mie gambe e con le mani giocava a sfibrare i lacci dei miei pantaloncini, mentre io al polso tenevo il guinzaglio di Wendy e Spike.

«Guarda, bubu... settete!» feci quel giochetto per quella che sarà stata la decima volta, ma la risata di Olivia scoppiò comunque e mi riscaldò il cuore, tanto da far ridere anche me.

Adoravo passare il tempo con mia nipote perché riusciva a trasmettermi sempre così tanta allegria e leggerezza da farmi dimenticare tutti i problemi esterni e la tristezza che in quel momento mi caratterizzava. E tutto questo solo perché era una bambina.

«Hai voglia di gelato?» le chiesi, con una vocina imbarazzante ma che la fece ridere di nuovo. Lei annuì e si mise di nuovo la manina in bocca, come faceva quasi sempre. Alzai lo sguardo per un attimo, guardandomi in giro, ed esattamente in quel momento davanti a noi passò una ragazza di corsa. Aveva dei pantaloni neri molto aderenti e una maglietta azzurra, i capelli lunghi e scuri erano legati in una coda alta, e poi intrecciati, ma nonostante ciò le arrivavano oltre metà schiena, facendo intendere che erano molto lunghi. A me sembrava di averla già vista.

«Vieni piccola, andiamo?» dissi, un po' perplesso. Chi era il matto da venire a correre alle tre di pomeriggio, proprio quando il caldo si faceva sentire maggiormente, e poi con dei pantaloni lunghi e neri?

Seguii la ragazza perché quella su cui stava correndo era l'unica strada percorribile, con Olivia per mano che camminava lentamente e metteva le gambe in modo scoordinato «Vieni, andiamo di qua» le indicai una scorciatoia, una stradina che passava in mezzo agli alberi, tagliava la curva che la strada altrimenti faceva, e alla cui fine si trovava un chioschetto che probabilmente vendeva anche gelati.

complici, federico bernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora