Alessia si infilò i pantaloncini prima di nascondere uno sbadiglio con una mano. Era presto, ma per lei era normale svegliarsi a quell'ora, così, per evitare di disturbare troppo Federico, dormiglione com'era, era scappata in bagno, per vestirsi in modo adatto prima di allenarsi. Prese la sua spazzola dal primo cassetto sotto il lavandino, per poi pettinare i capelli e tirarli bene fino alle punte, controllando che non ci fosse alcun nodo. La sera prima, lei si era addormentata a letto prima di cena, anche perché dopo pranzo la noia aveva preso il sopravvento e, quando si era resa conto di non avere più nulla da fare, aveva deciso di provare a recuperare qualche ora di sonno piuttosto che trascinarsi in giro per la casa, annoiata e infastidita.
Aveva avuto solo un momento di lucidità, quando Federico si era infilato nel letto dietro di lei e, mentre le stava cingendo la vita, ridacchiava, e aveva sussurrato "Ho capito perché siete amiche". Lei aveva blaterato qualcosa in risposta, e poi aveva posato le mani sulle sue, esattamente sul suo stomaco, senza dare troppo peso a quello che le aveva appena detto. Si era lasciata stringere da lui, percependo il contatto tra la propria schiena e il suo petto solido, godendo del ritmo accelerato del suo cuore.Quando vide il biondo entrare dalla porta, sorrise spontaneamente. Si stava stropicciando gli occhi, per poi sbadigliare e guardarla pigramente da lontano.La castana alzò un sopracciglio, come a prenderlo in giro, e guardarlo mentre, come un bambino, sbatteva velocemente le ciglia per rendere la propria vista lucida e cercare di mettere a fuoco ciò che stava succedendo. Si appoggiò con le mani al lavandino e lo vide far scorrere lo sguardo sul suo corpo longilineo «Buongiorno» lo salutò, con un tono leggermente ironico. Il biondo sbadigliò ancora una volta, questa volta sorridendo.
«Buongiorno» rispose, in un borbottio roco e impastato. Alessia non lo avrebbe mai negato: era dieci volte più bello da sveglio. Aveva i capelli scompigliati in maniera naturale ma quasi studiata, come se fosse stato qualche ora a sistemarli per dare quella piega così particolare. I suoi occhi erano schiusi, ma avevano quella luce bambinesca che lo facevano sembrare molto più giovane, più sereno, più felice. Erano belle da star male anche le sue labbra, da cui usciva quella voce roca che sembravano accendere una scintilla dentro il suo basso ventre, che si espandeva poi in tutto il suo corpo, fino a far increspare le sue labbra in un sorriso «Che bella che sei oggi» aggiunse Federico, mentre percorreva quei pochi metri che lo separavano da lei. Posò una mano sul suo fianco, poi l'altra su quello opposto, e appoggiò la testa sulla sua spalla, guardando il confronto tra i loro due corpi allo specchio. Lei, così magra e snella, le sue curve tutte al posto giusto, ma non esagerate: una figura elegante, tonica ma equilibrata, solo il piercing all'ombelico e il tatuaggio sulla sua spalla a interrompere l'omogeneità della sua pelle bianca.
Lui, completamente macchiato di inchiostro. Tutti i suoi tatuaggi qui mettevano in evidenza, qui nascondevano, i suoi muscoli perfettamente scolpiti. Le sue braccia forti la contenevano perfettamente, e le sue spalle larghe torreggiavano su di lei, l'aggressività di tutte quelle striature nere sulla sua pelle a confronto con la falsa innocenza disegnata con linee trasparenti sul corpo candido della giovane. Quei pantaloncini e quel reggiseno, stretti e allo stesso tempo perfettamente modellati sulle sue curve generose, gli facevano pensare che, nonostante tutto, fosse tutt'altro che innocente.«Oggi sei in vena di carinerie o cosa?» Alessia sorrise in modo furbo, accarezzandogli una guancia con la mano e girando il viso verso il suo. Con il naso gli accarezzò lentamente lo zigomo, mentre percepiva le sue mani avvicinarsi tra loro al centro dei suoi fianchi. Il biondo osò incrociare lo sguardo con il suo, e le sue labbra si schiusero, come a provare a recuperare l'aria che gli era stata tolta guardando quell'azzurro chiarissimo. La luce del sole intercettava le sue pupille, rendendole più piccole e lasciando più spazio alle sue iridi chiare e magnetiche. Ci volle qualche attimo prima che lui riprendesse coscienza di dove fosse e di cosa volesse fare, facendo scivolare lo sguardo oltre il limite delle sue ciglia, fino alle sue labbra, che vide muoversi «Cosa cerchi di ottenere, Bernardeschi?» gli domandò, sottovoce, con gli angoli della bocca leggermente alzati in un sorriso furbo e quasi di scherno. Federico si avvicinò con il viso al suo, e prese il suo labbro inferiore tra i denti, tirandolo leggermente e portando i loro corpi ad avvicinarsi ancora di più, e Alessia a emettere un gemito sofferto mentre chiudeva gli occhi. Le lasciò andare il labbro e si allontanò un po' da lei, guardandola come se la situazione fosse estremamente esilarante, nonostante la sfumatura eccitata chiara sul suo viso pulito lo mettesse estremamente in difficoltà. La castana aprì gli occhi, sbattendo qualche volta le ciglia, come se avesse appena subito un risveglio brusco da un sogno incredibile. Spostò gli occhi verso i suoi, guardandolo confusa.
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complici, federico bernardeschi
Hayran Kurgu"Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci, e le dicerie dei vecchi severi consideriamole tutte di valore pari a un soldo. I soli possono tramontare e risorgere; noi, quando una buona volta finirà questa breve luce, dobbiamo dormire un'unica notte eterna. D...