74. Forte

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«Questa o questa?» Federico si fermò per un attimo, mostrandole le due camicie che aveva in mano, ancora perfettamente inamidate nelle loro grucce. Lei si stava mettendo gli orecchini, ordinandoli sul letto per decidere quale mettere in ogni buco che aveva nelle orecchie. Alzò lo sguardo, esaminando il tessuto leggero del lino di entrambe le camicie. Con i pantaloni bianchi che aveva, entrambe sarebbero state bene, visto che erano di due colori molto chiari. L'azzurro gli stava bene, soprattutto con la sua pelle abbronzata, ma quella color menta si appaiava di più alla tonalità dei suoi occhi, quindi la indicò senza alcun dubbio dipinto in viso.

«Verde» affermò, guardandolo mentre avvicinava prima una e poi l'altra al proprio viso, cercando di farle capire come gli sarebbero state. Non sembrava molto convinto, quindi alzò un sopracciglio, guardandole dall'alto.

«Dici?» le chiese, un punto di domanda abbastanza evidente disegnato sulla fronte. Alessia alzò lo sguardo di nuovo mentre si infilava gli un orecchino nel terzo buco e aveva le labbra leggermente dischiuse a causa della concentrazione che ci stava mettendo. Appena l'orecchino fece click, lei si rilassò e si concentrò sul rispondere.

«Sì, assolutamente» ripeté, accostandoci un cenno di assenso con la testa. Lui scrollò le spalle e abbandonò la camicia azzurra nell'armadio dov'era prima, per poi sfilare quella verde dalla gruccia e infilarsela sulle spalle, abbottonandola lentamente mentre lei si avvicinava all'armadio, probabilmente per scegliere una borsa da abbinare al suo bellissimo vestitino bianco che le lasciava la schiena scoperta quasi completamente, con dei laccetti che le correvano da destra a sinistra.

«Perfetto, tu sei pronta?» la guardò mentre prendeva prima una borsetta fucsia e poi una verde, cercando di capire quale le piacesse di più e quale potesse essere più comoda per la serata.

«Sì, mi devo mettere solo le scarpe» alla fine scelse quella fucsia e si girò verso di lui, regalandogli un bel sorriso e dondolando leggermente. Federico sapeva cosa stava aspettando, esattamente come una bambina, ma cercò di non darle subito la soddisfazione di farle fare quel giretto semplice che le faceva fare sempre, ogni volta che uscivano insieme, per vedere meglio e totalmente com'era vestita. Alessia gli porse la mano, intrecciando lentamente le dita alle sue, e dopo aver ridacchiato al suo alzare gli occhi al cielo, arrossì mentre lui le faceva fare un giro su sé stessa.

«Bello questo vestito, sembri quasi abbronzata» commentò, ridendo abbastanza fragorosamente della faccia infastidita che fece lei in risposta a quell'affermazione pungente. Si stirò la gonna corta, facendo particolarmente attenzione al retro.

«Vai a cagare» replicò lei, alzando scherzosamente gli occhi al cielo, per poi chiuderli quando lui posò velocemente le labbra sulle sue in un bacio sincero e veloce. Osservò di sfuggita il suo viso quando si allontanò, arrossendo esternamente e sorridendo internamente per come una parte del suo lucida labbra si fosse trasferito alle sue, rendendole luminose e piene di brillantini.

«Gaia, siete pronti?» esclamò il biondo, dal corridoio. Alessia si sedette sul letto nel frattempo e si infilò una scarpa alla volta, facendo girare i laccetti intorno alla propria caviglia e poi allacciandoli in maniera attenta.

«No, papà si sta ancora facendo la doccia e Olivia sta litigando con la mamma perché non vuole mettere il vestitino» rispose la sorella, presumibilmente dalla sua stanza. La castana sorrise all'idea della piccola di casa che si lamentava di un vestitino qualunque con la propria nonna, convinta che sicuramente ci fosse passata pure lei, da piccola.

«Avete bisogno di aiuto?» domandò ancora Federico, facendole un gesto veloce per richiamare la sua attenzione e farla venire più vicino a lui, senza spiegarle per cosa fosse.

«No, grazie. Solo se vuoi fare un po' compagnia a Mami e Gabriele che sono in salotto» rispose Gaia. Nonostante la situazione dovesse essere fastidiosa, il suo tono di voce sembrava tranquillo, come se cose del genere le succedessero di continuo e ci avesse fatto la mano, soprattutto perché doveva essere la seconda volta che ci passava. Olivia, tutto sommato, sembrava anche una bambina tranquilla e dolce, abbastanza disposta ad aiutare i propri genitori anche nelle cose che le risultavano scomode.
Mami, d'altro canto, forse poteva risultare un po' più ruvida, specialmente quando qualcuno l'aveva appena conosciuto, come era successo ad Alessia.

complici, federico bernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora