38. rogne e mani

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«Allora? Come va con la tua lei?» Federico aveva deciso di confidarsi finalmente con Paulo e, dopo un allenamento, i due si erano rifugiati in un bar vicino al centro sportivo per chiacchierare. Dopo i soliti convenevoli, aver parlato del tempo per dei buoni cinque minuti e discusso delle prossime avversarie, finalmente la conversazione stava virando sul tema che interessava a entrambi. Oriana era la ragazza di Paulo, il biondo l'aveva conosciuta quell'estate quando era andata per la prima volta a Torino, avevano scambiato giusto due parole ma era chiaro quanto le cose tra lei e l'argentino andassero bene, quindi non c'era mai stata la necessità di nominarla perché il sorrisetto che aveva ogni volta quando la pensava era sempre bastato. Era qualche giorno, però, che il numero dieci si era incupito e, per qualcuno che lo conosceva bene e lo vedeva ogni giorno, era chiara la ragione.

«Non va, non ci sentiamo da una settimana» Paulo fece girare il caffè dentro la tazzina muovendo lentamente il polso e guardandolo distrattamente. Era chiaro che stesse pensando ad altro e di quel liquido scuro non gli interessasse nulla. Federico si morse l'interno della guancia, capendo che lui e il suo amico erano nella stessa situazione. Non parlava con Alessia da quel nebbioso e freddo due gennaio, ma entrambi si osservavano da lontano, tenendo quasi involontariamente monitorato il profilo instagram dell'altro e cercando ogni minimo dettaglio che potesse essere ricollegato alla loro situazione. Lei sembrava continuare la solita vita, tra università e amici, volti a lui conosciuti e non. Qualche giorno prima aveva postato una storia con una foto di Piazza del Duomo, con il Battistero e la Cattedrale illuminati da un raggio di sole solitario mentre scendeva una pioggerellina leggera e la cupola del Brunelleschi, per quanto fosse grande e ingombrante, completamente tagliata fuori da quell'arcobaleno di colori, il che gli sembrava una chiara frecciatina. Un paio di giorni prima, però, lo aveva chiamato, supplicandolo di potergli parlare e discutere di quello che si erano letteralmente urlati in faccia l'ultima volta che si erano visti faccia a faccia.

«Mi dispiace non lo sapevo, cosa è successo?» chiese all'amico, osservando il suo viso contorcersi in una smorfia. Non era tipo da mostrare la tristezza, sui suoi tratti delicati stonava tutto quel malumore, e il biondo non sapeva veramente come consolarlo se non facendolo sfogare e obbligandolo a far uscire tutti i suoi pensieri, per poi aiutarlo a rimetterli in ordine.

«Abbiamo litigato pesantemente per una stupidaggine, lei non ne vuole sapere» replicò, incrociando i suoi occhi verdi con quelli di Federico, che corrugò le sopracciglia, pensando che cosa lui gli aveva appena detto. Erano così tranquilli, l'ultima volta che li aveva visti, e mai avrebbe pensato che quei due ragazzi, entrambi così dolci, potessero aver litigato così pesantemente da ridurlo in quelle condizioni.

«Allora non era una stupidaggine» gli fece notare però, alzando un sopracciglio e osservando Paulo alzare gli occhi al cielo, infastidito dal fatto che lui mettesse il naso in determinate questioni che erano private ma odiasse che gli altri lo facessero con lui. Eppure, sapeva che lo faceva per il suo bene, e quindi accettò la sua nota a margine in quella conversazione così importante.

«No è che ho fatto il coglione e le ho detto certe cose che non si meritava di sentire» ammise quindi, lasciandosi cadere sullo schienale della piccola sedia del bar e scrollare le spalle. Non sapeva come risolvere la questione e nemmeno il biondo sapeva cosa dirgli perché sapeva troppo poco, quindi rimase in silenzio, annuendo semplicemente. Paulo, quando veramente si arrabbiava, sapeva essere violento e aggressivo, l'aveva imparato in campo, ma mai si sarebbe immaginato che utilizzasse gli stessi metodi anche nella sua vita privata «Tu invece?» gli domandò, prima che la testa del suo compagno potesse continuare a correre verso delle conclusioni affrettate.

«Mi ha chiamato venerdì sera, viene su questo weekend» raccontò Federico, gonfiando il petto quasi involontariamente, orgoglioso che finalmente quella ragazza si fosse decisa a dimostrargli qualcosa anche dal punto di vista sentimentale.

complici, federico bernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora