Capitolo 1

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"Le persone peggiori sono quelle che bussano alla tua porta solo per vedere se apri,
Ma poi non vogliono mai entrarci per davvero"
P.Listone

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Quando i miei piedi toccano terra faccio un sospiro di sollievo.
Dieci ore di aereo hanno completamente addormentato il mio povero corpo e sento il bisogno di muovermi più del dovuto.

Stiro la schiena.
Inizio a saltellare da un piede all'altro.
Allungo le braccia.

È una liberazione pura.

Sembra come se il mio corpo riprendesse a funzionare;
Durante il viaggio sono stata scomoda, avevo il bisogno di alzarmi e camminare tutto il tempo.
Sono sempre stata una persona iperattiva...

Chiudo gli occhi godendomi l'aria fresca e dimenticandomi per un attimo la ragione per la quale sono qui.

Accettare un lavoro da meccanica in una base militare non è una cosa da tutti i giorni.
Ammetto di essere leggermente preoccupata...
Non conosco praticamente nessuno ed è come trasferirsi da un posto all'altro,
ti senti quella nuova, devi approcciare con tutti e lasciare che loro si facciano un'idea di te.
Fortuna vuole che però io sia una persona molto socievole e aperta con il prossimo, con un carattere forte che sicuramente mi permetterà di non farmi mettere i piedi in testa.
Lascio che i pensieri passino per la mia testa mentre continuo a stirarmi.

-Se hai finito di comportarti da sciocca puoi pure seguirmi...-
la voce snervante di Philips, mi risveglia riportandomi alla realtà.

Faccio un sorrisetto sghembo, tanto per irritarlo.
-Mi faccia godere l'attimo signore, tra poco sarò a contatto con macchinari ventiquattr'ore su ventiquattro...- borbotto pensando e ragionando sul mio possibile futuro.

Sicuramente le officine meccaniche saranno il triplo più grandi di quelle dove ho lavorato.
I macchinari non mancheranno e immagino già l'odore di olio di motore che sentirò per quasi tutta la giornata.

Philips, come d'altronde mi aspettavo, ignora totalmente la mia risposta, per poi andare a parlare al telefono, allontanandosi da qualche parte per stare indisturbato.
Molto probabilmente io sarei la causa del suo disturbo.

Gesticola in fretta, muovendo le mani come se la persona dall'altro capo del telefono potesse vederlo.
L'aria sudata non si abbina per niente alla divisa elegante blu che indossa solitamente fiero.
Osservo il suo volto logorato dalla vecchiaia:
Un tempo probabilmente non era neanche male...i tratti del suo viso non sono brutti.
Mi viene automatico chiedermi come sarò io alla sua età.
Spero meglio.

Mi siedo sul marciapiede fissando con attenzione l'enorme strada davanti a me.
C'è molto traffico, accompagnato da tantissime persone che camminano in direzioni tutte diverse.

Penso e ripenso ancora sul perché io abbia accettato un lavoro del genere.
Non sarà per niente facile, ci saranno momenti difficili e dovrò abituarmi al nuovo ambiente.

Speriamo che almeno le persone e i miei colleghi siano simpatici...

Asciugo dalla fronte un rivolo di sudore che sta scendendo a causa del sole che ho in faccia.
Sento la pelle bruciare, sono sicura che ci sono almeno trentacinque gradi.
Io sono abituata ad un clima freddo, con estati fresche ed inverni gelidi.
Sospiro premendo con forma una mano sulla fronte.

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