Capitolo 47

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"Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza.
I più caratteri solidi sono cosparsi di cicatrici"
K.Gibran

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Gli attimi successivi rimangono tutti in silenzio.
Probabilmente non sanno bene cosa dire.

Ma neanche io.

Brandon ha una mano sulla mia schiena mentre fissa con sguardo ostile Kevin.
Quest'ultimo scuote la testa e mi guarda con attenzione, lasciando che i sentimenti negativi vengano a galla.
Sembra deluso, arrabbiato...
non saprei bene dire cosa trasmettono i suoi occhi.

Passo lo sguardo sugli altri miei amici.

Max non sembra troppo sorpreso.

Dave sta sorridendo.

Milly fa finta di guardare altrove.

-Brandon...che stai facendo?- mormoro a bassa voce girandomi verso di lui.
Lui punta gli occhi nei miei.
Le sue iridi scure sembrano un pozzo di emozioni senza fine.

Poi improvvisamente
Mi bacia davanti a tutti.

Sono sorpresa,
troppo sorpresa per fare qualsiasi cosa.

Oggi è per caso la giornata nazionale "Brandon Evans non è stronzo"?

Ricambio sentendo addosso gli occhi dei miei amici e dei militari.
La sua lingua mi cerca, mentre le sue mani sono ferme e salde sulle mie guance.
Mi sento stranamente felice.

Lui non si vergogna di me.
Lui mi vuole,
E adesso lo sanno tutti.

Quando Brandon si stacca, rivolge il solito sguardo impassibile alle persone circostanti.
Continua a tenermi una mano sul fianco e io appoggio la mia sulla sua ignorando le occhiatacce di Kevin.

Io lo amo, e non deve necessariamente piacere a tutti.

-Potete andare a cambiarvi, per oggi basta così- dice rivolto ai militari che hanno ancora gli occhi puntati su di noi.

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-Non me lo aspettavo...- mormoro ancora confusa.
-È la quarta volta che lo dici, Natalie...- mi guarda male.
-Lo dirai anche al dirigente?- chiedo.

Il dirigente non era presente e non ha assistito alla rivelazione di Brandon.
Non ho idea di come la prenderà, sicuramente sarà sorpreso.

-Lo verrà a sapere comunque...- dice con tono duro aprendo la porta della sala in cui sta la piscina.
Poi la chiude a chiave.
-Non voglio essere disturbato...- dice subito notando il mio sguardo.

Sentendo il suo tono di voce direi che sembra improvvisamente stressato, giù di morale.

-Perché siamo qui?- chiedo incrociando le braccia mentre lui si spoglia rimanendo in boxer.

Non lo sto guardando, sto fissando la piscina, tranquille.

Lui sospira e si gira verso di me.
-Perché entriamo in acqua- risponde in tono tranquillo, ma lo vedo agitato.
-Entriamo?- chiedo -Io non entro senza il mio costume con le ciliegie- controbatto.

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