Capitolo 25

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"Ciò che è difficile attrae.
L'impossibile seduce.
Ciò che è complicato spaventa.
Ciò che è estremamente complicato innamora"
P.Coelho

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Avete presente quella sensazione di ansia che avete addosso nei momenti di paura?
Come se sentite che vi sta per capitare qualcosa di brutto, che state rischiando grosso e che probabilmente sareste più sicuri in mezzo alla giungla circondati da serpenti e animali pericolosi.

È più o meno ciò che sto provando adesso con Brandon.

Il suo sguardo è così espressivo.
Non ha bisogno di parole per esprimere la sua rabbia.
I suoi occhi bruciano nei miei e le sue dita picchiettano ripetutamente sul tavolo, in modo assillante, come un gesto dato dal nervosismo.

O dalla voglia di farmi fuori

Logan da dei colpi di tosse, dovuti al silenzio nei successivi cinque minuti
-Beh...Natalie, spero che ti troverai bene qui e che le tue incomprensioni con questi capi...- mima con le dita l'ultima parola mentre io fisso il tavolo
-Si risolvano-

Io e Brandon risolvere?
Andare d'accordo?
In quale pianeta? In quale universo? Con quale logica della fisica?

Sento le sua gamba vicina alla mia e mi allontano leggermente, scottata.
-Emh...- abbasso lo sguardo sentendomi gli occhi glaciali di Philips ed il dirigente addosso.
Forse non dovevo esprimermi così chiaramente.
Era sottinteso che mi riferissi a Brandon e sottolineando ciò gli avevo fatto fare una gran bella figura di merda con gente di alto rango e con il suo capo.

Non so se complimentarmi o prendermi a schiaffi...

-Dovrei finire di mangiare...- dico alzandomi sotto lo sguardo attento di Brandon
-Gia...- parla a voce dura quest'ultimo,
ma non ho idea di quale espressione abbia dato che cerco in tutti i modi di non guardarlo.
-Dovresti proprio andartene-

E in quella parole, oltre alla rabbia percepisco una nota di delusione.
Come se non si aspettasse una tale mancanza di rispetto.
Ma andiamo...ha picchiato a sangue un ragazzo più giovane di lui e pretende del rispetto?

Incrocio le braccia, come per nascondermi e riservo un ultima occhiata fugace all'uomo che mi sta tormentando da mesi.
Con un arrivederci me ne vado senza smettere di sentirmi osservata.

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-Passami il cacciavite perfavore...- mormoro a Milly mentre sono seduta vicina ad un motore grande quasi il doppio di me.
Lei me lo passa appoggiandosi al muro, il foglio delle istruzioni sporco di olio ai suoi piedi.
-Sarebbe il momento di una pausa...potremmo continuare domani- mi propone stanca e noto che si pulisce la fronte grondante di sudore.
Ma scuoto la testa, ho bisogno di distrazioni.

Il primo turno è con Milly, mi trovo bene con lei, perché tende a lasciarmi guidare il lavoro e la sua voce è molto rilassante.
I suoi racconti mi trasportano con la mente altrove e riesco a ordinare i pensieri in modo più razionale, tralasciando Brandon, che di solito occupa l'80% del posto nella mia testa.

Sembrava realmente deluso oggi, come se avessi esagerato.
La realtà, in cuor mio, è che non mi sento in colpa;
È da quando sono qui che sottolineo i metodi sbagliati usati da lui per pretendere rispetto.
Sicuramente ha molta esperienza nel settore, ed il talento non gli manca, ma gli basterebbe un po' di umiltà per migliorarsi.

Probabilmente quando Dio distribuiva la compassione lui stava prendendo a botte qualcuno...

-A che ora possiamo venire in camera tua?- la voce di Milly mi risveglia e la guardo dal basso
-Oh...- mi massaggio la tempia chiudendo gli occhi -Ah già la videochiamata di stasera...-
Mi ero totalmente dimenticata di aver invitato lei Kevin e Max in camera mia per presentarli a mio padre, e subito dopo per conoscere tutti insieme la sua nuova fiamma che sembra essere un indovina.

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