Capitolo 24

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"Non si puó insegnare niente; Si può solo far si che un uomo le cose le trovi in se stesso"
G.Galilei

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Solitamente Brandon Evans non passa in osservato.
Anzi direi che non passa mai in osservato.
Con quella statura così grande e quelle spalle larghe sarebbe strano non accorgersi della sua presenza e totalmente impossibile non paragonarlo a qualsiasi altro uomo in questa base.

Di solito appena si avvicina, la gente circostante tende a zittirsi, come se ne fosse spaventata e pronta ad ascoltare qualsiasi parola pronunci.

In un altro momento mi sarei arrabbiata.
Questo senso innato di superiorità che appartiene a quest'uomo mi fa schifo.
Ma adesso, vista la situazione in chi mi ritrovo,
capisco che non avrei mai voluto avere nessun altro al suo posto durante un momento del genere.

Il biondo, come logico fare, si rabbuia subito, tentando inutilmente di giustificarsi
-Buongiorno, Signore, la ragazzina qui stava cercando di...-
-Non mi interessa!- tuona Brandon con tono autoritario e io stessa lo fisso in attesa della terza guerra mondiale.
-Mi scusi...- dice solo allora il ragazzo, guardandomi con astio.

Brandon però non sembra tranquillizzarsi e riesco a percepire la sua agitazione; evidenziata principalmente dallo sguardo freddo che sta rivolgendo a turno ai poveri militari.

Aspetto immobile il momento in cui decida di scaturare tutta la sua ira su di me, giusto per il gusto di farlo.
Giusto perché è Brandon

-Seguimi- dice poi mentre sono voltata e sorrido facendo il dito medio al biondo mormorando un "ops" con le labbra

Ora te la vedi con Brandon.

-Dico a te, Natalie...- parla spazientito quest'ultimo e mi volto sorpresa

A me?
E che avrei fatto io?

-Ma sta scherzando vero?- alzo il tono di voce

Perché in cuor mio sento che quest uomo potrà odiarmi e trattarmi male quanto vuole, ma non si rivolgerà mai a me in tono maleducato come ha fatto il biondo poco prima...

-Seguimi- ripete silenziosamente e capisco che sarà meglio dargli retta.

Lancio un ultima occhiata di sfida al ragazzo antipatico e cerco con lo sguardo i miei amici.
Riesco a intravedere solo Max che mi sta fissando con sguardo preoccupato ma per rassicurarlo gli faccio il pollice in su.

Come se cambiasse qualcosa

Brandon mormora qualcosa a bassa voce e mi prende con un braccio spingendomi in avanti lungo il corridoio.

Siamo ormai lontani quando noto ancora la sua mano vicino al mio polso e sento una strana sensazione nello stomaco.
Potrei levarla, allontanarmi e camminarci a distanza ma ho addosso un'innata calma, come se fossi al sicuro con quella grande mano calda su di me
Poso per un attimo gli occhi su di lui, ma il suo sguardo non è diverso dal solito.
Fermo, sicuro di se, ma al contempo bellissimo.

Non mi accorgo che ci siamo fermati fino a quando non schiocca le dita davanti al mio volto, e mi rendo conto di essere rimasta imbambolata a fissarlo.

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