Capitolo 23

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"Prima di auto-diagnosticarti la depressione o la bassa autostima, assicurati di non essere circondato da idioti"
S.Freud

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Stringo le dita di Kevin.
Forse troppo
-Natalie...mi fai male...-
Infatti
-Oh...- allento la presa -Scusami principessina-

Il giorno dopo speravo non arrivasse mai.
Siamo qui di nuovo tutti e quattro seduti su queste dannate sedie ad aspettare che comunichino il nostro futuro.

Guardo di sottecchi Max e noto che anche lui non è per niente tranquillo.

Certo, nessuno vorrebbe sentirsi dire di andare a casa, ma al contempo nessuno vorrebbe salutare il proprio amico.
Sto combattendo con questi pensieri da ieri sera, dopo la chiacchierata con Brandon.

Oh Brandon...
Adesso ho una registrazione dove mi fa un complimento
Che genio che sono

-Che ore sono?- mi chiede dopo un po' Kevin;
i capelli sono sparsi per il suo viso e gli danno un aria disordinata.
Vedo che a forza di mordersi il labbro quello inferiore sanguina leggermente.
-Kevin...- abbasso la voce -Stai tranquillo...- gli appoggio una mano sul braccio

Lui mi guarda come se fossi scema -Tranquillo...?- mi dice -Ma se potremmo non vederci più-
-Ti verrei a trovare...- dico subito ma lui scuote la testa -Dai per scontato che sia tu a dovertene andare?-
Alzo le spalle -Non sono andata benissimo...-
-Si invece!- mi corregge lui e noto leggendo i suoi occhi, che prova ammirazione -Sei andata benissimo!-

Lo fisso senza rispondere.
Sarò anche andata bene, ma basta ricordarmi di Max per capire che il mio "bene" non è niente paragonato al suo "perfetto"

Punto gli occhi su di lui e vedo che fa lo stesso.
I capelli blu ricadono sulla fronte in modo spettinato e perfettamente in contrasto con l'ombretto color rosa, senza far mai mancare l'eyeliner.

Gli sorrido ma lui non sembra molto contento, scommetto che sta combattendo con la voglia di sapere i risultati della prova, che però non sembrano arrivare presto visto il tempo che abbiamo trascorso su queste sedie.

La mia attenzione viene catturata da Brandon, che accompagnato da un militare a me non familiare, entra nella stanza.
Per un attimo i suoi occhi si puntano nei miei, ma li distoglie subito, e anche io.

"Credo che ti dovrò sopportare ancora per molto"
Aveva detto ieri

Ciò significa che credeva in me? Che secondo lui ero andata bene?

È cosi difficile cercare di comprendere Brandon Evans, visto che il suo comportamento varia di giorno in giorno.

Vedo Kevin sospirare pesantemente mentre stringe le mani ai manici della sedia e sto per rassicurarlo per la centesima volta quando la porta dell'ufficio si apre.

Il dirigente, con tono pacato si presenta davanti a noi -Potete entrare, scusate per l'attesa...-

Io e i miei amici non c'è lo facciamo ripetere due volte ed entriamo subito nella stanza maledetta.

Quattro sedie posizionate davanti alla scrivania ci accolgono, e prendiamo posto.

Brandon appoggiato al muro vicino alla finestra non è rassicurante e lo sguardo che mi trafigge sembra volermi passare attraverso le vene.
Come se cercasse sempre di dirmi qualcosa, con gli occhi...

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