Capitolo 54

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"Chi non osa nulla,
non speri in nulla"
F.V.Schiller

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Ho lo sguardo fisso sull'uomo accanto a me.

Brandon ha una postura ferma, uno sguardo glaciale che farebbe venire i brividi a chiunque.
Mi circonda con un braccio la schiena mentre i suoi occhi passano con attenzione su Jeremy.

Quest'ultimo ricambia l'occhiata, anche se non pare molto intimorito.

-Oh sei fidanzata...- dice rivolto a me, sottolineando l'ovvio,
con un sorrisetto.
Si ricompone subito.
-In ogni caso l'invito è ancora valido...-
-Quale invito?- domanda subito Brandon stringendo le dita intorno al mio fianco.
-Siamo invitati ad una festa...domani- dico solo, fissando in terra, mentre sento i suoi occhi addosso.

Non sono sicura di volerci andare, ma se si tratta di una festa del paese probabilmente mio padre me ne parlerà stasera.
Vedere i miei vecchi compagni sarà un po' come tornare nel passato, non che abbia molti bei ricordi.
Sicuramente c'erano ragazzi simpatici, ma parliamo di un numero molto ridotto.

Jeremy si mette le mani in tasca, mentre i suoi occhi sono fissi sul mio viso.
-Bene...io torno a lavoro, è stato un piacere- dice rivolto al mio ragazzo, che però non ricambia.

Io annuisco, con un sorrisetto, aspettando che se ne vada.

Quando ciò finalmente accade, Brandon si affretta a rivolgermi la parola.
-Chi era?- mi chiede, con voce ferma.
Sento una leggera nota di gelosia nella sua voce.
-Un mio vecchio compagno di classe...- rispondo subito catturando la sua attenzione.
-Ma non ci stavamo molto simpatici...- mormoro alzando le spalle.
Lui annuisce ed io sospiro, contenta di aver finalmente terminato la conversazione.

-Usciamo di qui...continuiamo a fare un giro in città-

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-Quindi che genere di festa sarebbe quella di domani?- mi chiede mentre io mi stringo nella mia giacca, a causa di una folata di vento.
Siamo appena usciti dal negozio e stiamo camminando lentamente lungo la strada.

-Una festa tranquilla...quelle con molto cibo e gente socievole...- mormoro ricordandomi di alcune a cui avevo partecipato in passato.
-Non sarebbe male sai...magari potresti socializzare con un po' di persone...- dico con un sorriso.

-Strano che mi inviti...- dice invece lui, guardando davanti a se -La scorsa volta non ci avevi neanche pensato...- controbatte lanciandomi una frecciatina.

Mi fermo immediatamente, sentendo una stretta allo stomaco.
Certo che volevo invitarlo, semplicemente le altre persone non volevano che lo sapesse per non rischiare che ne parlasse con il dirigente.

-Perché dici così?- domando alzando un sopracciglio e schivando la sua mano che si stava riavvicinando, invano, al mio braccio.

-Non hai tutti i torti in ogni caso...non mi piacciono le feste...- sbotta continuando ad avvicinarsi, convinto delle sue teorie.
-Secondo me ti troverai bene...- gli prometto e poi pronuncio parole che forse avrei dovuto evitare di dire.

-Basta che la smetti di guardare tutti come se fossero inferiori a te...-

Sembra come irrigidirsi di colpo e mi rendo conto del significato duro delle mie parole.
Non si avvicina più, rimane come a distanza da me.
-Cosa hai detto Natalie?- domanda solo, abbassando la voce.

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