Capitolo 46

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"Fai ciò che senti nel tuo cuore, poiché verrai criticato comunque.
Sarai dannato se lo fai, dannato se non lo fai"
E.Roosevelt

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I raggi del sole illuminano il suo volto.
Passo un dito dalla sua fronte, alla guancia ruvida, fino ad arrivare alle labbra morbide.
Fa dei respiri lenti, questo significa che sta ancora dormendo.
Ho deciso di spegnere la sveglia e lasciarlo riposare.

Probabilmente si arrabbierà,
ma ormai ci ha fatto l'abitudine con me.

Torno a fissarlo, perché non ne posso fare a meno.
Mi chiedo cosa stia sognando.

Accarezzo lentamente i suoi capelli corti e mi avvicino appoggiando la testa sul suo braccio.
Starei ore a guardarlo, se non giorni.

Faccio scorrere il dito sul suo collo quando improvvisamente si agita sotto il mio tocco, segno che si sta svegliando.
Quando apre gli occhi, sorride.
-Che ore sono?- mormora ancora assonnato accarezzandomi i fianchi nudi.
-Le dieci- rispondo.
Ora non sorride più.

-Le dieci, Natalie? Cazzo...- si mette seduto mentre io alzo un sopracciglio.
Non deve per forza andare a lavoro.
-Hai spento te la mia sveglia?- domanda con sguardo accusatorio.
-Io? Ma ti sembro il tipo?- borbotto sarcastica.

Lui sospira, poi punta gli occhi attentamente su di me.
-Potrei abituarmici sai...- fa un sorrisetto -A svegliarmi così...- mormora facendo scorrere lo sguardo lungo il mio corpo e arrossisco ricordandomi di ieri sera.

È stato bellissimo, mi sono trovata bene con lui e apprezzo molto il fatto che ci sia andato piano.

-Allora abituatici- rispondo subito.

Sospira ancora -Come ti senti?- mi chiede,
noto che ha una leggera ansia.
-Benissimo, Brandon...- faccio per mettermi seduta, per tranquillizzarlo, ma delle fitte di dolore mi passano lungo il ventre.
Non proprio benissimo.
Appoggio subito una mano in quel punto, sotto lo sguardo attento dell'uomo accanto a me.
-È normale...- mormora a bassa voce mentre io fisso il muro.
-Vieni qui...- dice improvvisamente mentre mi prende con delicatezza e mi fa sedere sulle sue gambe.
Ignoro il fatto che lui abbia solo i boxer e io la biancheria.

Mi fa appoggiare la schiena sul suo petto mentre con l'enorme mano tocca il punto a me dolente.

Rimango immobile mentre inizia a fare dei movimenti lenti.

-Ti fa male qui?- chiede a bassa voce ed io annuisco,
perché sono troppo impegnata a chiudere gli occhi e rilassarmi.
-Dobbiamo andare a lavoro, lo sai vero?- appoggia il viso sulla mia spalla mentre continua ad accarezzarmi il ventre.
-Non necessariamente, Brandon...- rispondo subito appoggiando la mia mano sulla sua.

È così caldo quest'uomo, sembra un termosifone.

Dopo dieci minuti interi di relax mi alzo, permettendogli di andare finalmente a lavoro.
Ci tiene molto, vuole sempre dare una buona impressione.
Mi infilo i vestiti di ieri,mentre lui si sta già allacciando gli scarponi.

Vedo che ha i pantaloni della tuta grigi e non riesco a smettere di fissarli.
Sono il mio punto debole.
Penso che siano il punto debole di chiunque.

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