Capitolo 53

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"La maggior parte delle persone sono altre persone.
I loro pensieri sono opinioni di qualcun altro, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione"
O.Wilde

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-E questa...- mormoro staccando un attimo la mia mano dalla sua.
-È casa mia...-

Siamo finalmente arrivati, dopo un lungo viaggio, nella mia città natale.
Guardo il bosco circostante e sento l'umidità tipica di questo luogo.
Siamo circondati da un bosco, il cielo è grigio mentre le nuvole scure danno l'idea di una tempesta in arrivo.
Mi stringo nella giacca pesante che ho addosso.
È così strano essere di nuovo qui...

Brandon annuisce, mentre si guarda intorno, noto che è un po' a disagio.
Non lo biasimo, mi ha raccontato spesso che l'unico posto, che non sia la base, in cui è stato è il suo appartamento a Brooklyn.
Adesso si ritrova in un ambiente totalmente nuovo è circondato quasi dal nulla.

Mancano ancora quattro giorni a Natale, ma lui rimarrà con me fino all'inizio dell'anno prossimo.
Sono esaltata ed emozionata da questa notizia, così come un po' ansiosa all'idea che conoscerà la mia famiglia.
Penso, però, che sia un'ottima opportunità per vedere com'è il Brandon "fuori dal lavoro"

Forse si rivelerà anche più tranquillo e socievole.

Quando busso alla porta mi trema leggermente il braccio, e non è dovuto al freddo.
mio padre mi è mancato veramente tanto...
Sospiro e stringo nuovamente la mano a Brandon, avvicinandolo a me, come per rassicurarlo.

Quando mio padre, Joseph Flores, apre la porta la prima cosa che fa è sorridermi, e abbracciarmi forte.

Io ricambio subito, rimanendo aggrappata all'uomo che mi ha cresciuta...
che ha fatto di me la persona che sono oggi.

È bellissimo sentire il suo profumo familiare.
Quando ci stacchiamo lui sposta il suo sguardo attento su Brandon.
Sembra come studiarlo, so che si ricorda benissimo di lui.
Il mio ragazzo rimane immobile, con un espressione impassibile e con la mano tesa, ferma.
-Oh Brandon...abbiamo già avuto l'occasione di presentarci, ma non di conoscerci...- Joseph sorride,
facendo sorridere di nuovo anche me, e stringendo la mano a Brandon.
-Si...- si sforza di ricambiare lui, ma il suo tono di voce sembra come bloccato, teso.

Calmati
Vorrei dirgli
È tutto okay...

So che non si sente molto a suo agio, l'ho notato subito appena siamo arrivati.

-Prego entrate...- mio padre entra, facendo spazio a me e Brandon.
Quest'ultimo si guarda in giro per la stanza, per ambientarsi.

Non è cambiato niente dall'ultima volta che sono stata qui, la piccola casa è rimasta quasi uguale.
Il pavimento in legno e i muri con tonalità calde danno come un senso di ospitalità.
Ci sono vari quadri, foto che ritraggono me e mio padre.

-Brandon porto le tue cose nella camera per gli ospiti...- dice mio padre intento a prendere la sua valigia.

Quest'ultimo si irrigidisce di colpo, stringendo con più forza il manico.
-Camera degli ospiti?- chiede confuso rivolto a me.

Io rimango in silenzio per un attimo, probabilmente sono diventata rossa dall'imbarazzo sotto lo sguardo di mio padre.
-Siamo adulti...- dice ancora Brandon sottolineando l'ovvio mentre io sospiro.
-Possiamo stare nella stessa camera- conclude con tono di voce ferma anche se so che si sta trattenendo da aggiungere altro.

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