Capitolo 19

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"Ho commesso il peggiore dei peccati che possa commettere un uomo.
Non sono stato felice"
J.L.Borges

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-Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?- Philips si abbassa e mi guarda con occhi carichi di rabbia ed imbarazzo messi insieme.
-Sai vero quanto ci teniamo a questo posto...?- la sua voce è bassa ma riuscirei a percepirla a chilometri di distanza con quell'accento così marcato.

Un aggettivo per descrivere Philips sicuramente è subdolo,
più intelligente di quello che sembra mi usa come mezzo per arrivare nelle grazie del dirigente, mostrandomi come una pedina perfetta per vincere il gioco.
Dovrebbe essere una sorta di manager, è da un anno che lo conosco e ha visto che me la cavo in meccanica quindi se ne approfitta.
Si vede che sogna potere, proprio come ha Brandon, rispetto, ma il suo atteggiamento è sbagliato e sicuramente non andrà da nessuna parte seguendo le orme di qualcun'altro.
Quindi ho fatto un patto con me stessa: rendere la vita a quest'uomo impossibile anche se infondo, ma molto infondo, un po' di bene gli voglio.

Alzo le spalle senza però muovermi dalla sedia.

Ho deciso di aspettare Max, davanti alla porta, seduta su un tavolo e sotto gli occhi di tutti i presenti.
Non sono imbarazzata ma in ansia per il mio amico e sinceramente mi frega poco dell'impressione che potrei dare.

Max ha la precedenza, scusate.

L'unico sguardo che non riuscirei mai a reggere è quello di Brandon, puntato con astio nel mio, mi guarda come se fossi una bambina capricciosa.

Philips al contrario sembra sul punto di svenire per l'umiliazione, passa lo sguardo da me al dirigente con sorrisetti falsi e giustificazioni come "è in ansia" o "dateci cinque minuti"

Ma dopo 10, capisco che Max sembra non voler proprio venire.

-Non abbiamo tempo da perdere!- vedo Philips stringermi il braccio quando improvvisamente noto Milly e Kevin giungere nell'officina e corro loro incontro.

Li fisso in ansia e guardo alle loro spalle, sperando di vedere una chioma di capelli azzurri spuntare da un momento all'altro.

-Non verrà...- mi sussurra Kevin, appoggiandomi una mano sulla spalla -Ci abbiamo parlato...- e lo guardo negli occhi, sperando in un "è uno scherzo" ma non succede.
Vedo Milly riservarmi lo stesso sguardo dispiaciuto e capisco che c'è poco che posso fare.

Ma perché non viene?
Andiamo, avrebbe vinto sicuramente!

Respiro pesantemente mentre penso a cosa fare, quando la voce del dirigente alle mie spalle interrompe qualsiasi mio pensiero.
-Abbiamo finito con questo spettacolino?-

Lo guardo come per fargli capire che ho appena iniziato quando le sue parole mi frenano da qualsiasi cavolata io stia per dire.

-Se non inizia adesso, la caccerò fuori subito-

E capisco, che devo essermi prolungata troppo.

Do un ultimo abbraccio ai miei amici e poso lo sguardo nel lungo corridoio.

Dai Max
Ti prego

Inspiro profondamente e mi decido ad andare alla mia postazione di lavoro.
Tutti sembrano zittirsi improvvisamente e vedo i miei amici prendere posto in prima fila.

Noto con fastidio che anche Brandon si trova la, con le braccia incrociate e lo sguardo di chi sta per farsi una bella risata.

Prendo il foglio con le istruzioni e capisco che ciò che mi stanno richiedendo non è difficile, e quindi inizio a lavorare, lentamente e con pazienza, senza cercare di fare alcun danno.

I miei pensieri sono occupati da Max in questo momento.

Se stesse male?

Possibile che abbia paura di me?

Ceh dai ho già fatto rovesciare due sacche piene di attrezzi.

Capisco di dover smetterla di lasciare che i miei pensieri si diffondano perché per sbaglio scivolo, sporcandomi la maggior parte della divisa di olio e sento qualcuno nel pubblico ridacchiare.

Alzo lo sguardo scusandomi e continuando a lavorare, sta volta in modo più professionale, smettendo di ascoltare qualsiasi persona nella stanza.

I suoi occhi però li sento.
Addosso
Probabilmente gli unici che mi intimidiscono.

Quando sto per concludere il dirigente si avvicina e mi chiede il riassunto di ciò che ho fatto e, anche se colta alla sprovvista, parlo chiaramente spiegando con termini tecnici ciò che ho appena fatto, ignorando le sue correzioni in alcuni casi e dandomi coraggio.

Dai Natalie.

Sposto per un attimo lo sguardo su Kevin e Milly e vedo che mi stanno sorridendo, così mi rilasso leggermente.

Ma la mia ansia torna non appena sposto gli occhi poco lontano da loro e vedo Brandon seduto scomodamente su una sedia mentre i suoi occhi girano e non si spostano da me.
Neanche per un attimo.

Finita la lunga spiegazione il dirigente chiama altri due assistenti, con più esperienza al mio fianco e si fa dare il resoconto di ciò che ho fatto.
-Non è andata male...- -Poteva fare peggio- -Questa parte va riguardata...-

Sono parole a caso che riesco a decifrare mentre parlano con il dirigente e sento la pressione salire.

Dai andiamo

-Bene signorina...- il dirigente si avvicina a me, non troppo, probabilmente perché sono imbrattata di olio e non emano un odore buonissimo.

-La sua esecuzione è stata sufficiente, qualche errore nella spiegazione e nel nominare dei nomi tecnici...- sospiro -Ma nel complesso, può andare.-

Può andare
In che senso?

Decido di allontanarmi e dirigermi verso i miei amici, ignorando sta volta le occhiate di tutti.
Quando Milly mi abbraccia sorrido nel notare che sembra realmente felice che io sia andata bene, e quando si stacca noto gli occhi di Kevin su di me, ed il suo dolce sorriso.

Quando mi abbraccia sento che è molto caldo, e noto che mi sta stringendo forte nonostante sia sporca di olio, e adesso anche lui.
Ricambio e sorrido da sopra la sua spalla.

Cerca di andare bene anche tu Kevin,
Ti prego

Quando mi stacco decido di posare per un attimo gli occhi su Brandon, ma noto che non si trova più allo stesso posto di prima, quindi lo cerco con gli occhi per la stanza e lo trovo insieme a il dirigente e Philips intento a parlare.

Noto come sposta i suoi occhi su di me e sul mio lavoro, mormorando frasi a me incomprensibili a quella distanza, mentre il dirigente lo ascolta con attenzione.
I sorrisetti fastidiosi che mi rivolge mi fanno capire che anche lui probabilmente sta dicendo la sua opinione su come ho lavorato e questa cosa mi da noia.

Perché Brandon può fare quello che vuole?

-Forse dovremmo andare da Max...- dico rivolgendomi a Kevin -Forse è ancora in tempo...- ma Milly scuote la testa -Adesso ci siamo io e Kevin...- dice abbassando lo sguardo e posandolo subito dopo con esitazione verso quest'ultimo.

In effetti mi era passato per la testa il fatto che loro due si sarebbero sfidati e solo uno sarebbe rimasto.
Capisco immediatamente il timore dei miei amici e odio dover ammettere che spero che vinca Kevin.

Quando il dirigente li chiama per iniziare li abbraccio e auguro loro buona fortuna, baciando Kevin sulla guancia e sorrido vedendo che è arrossito.

Quando prendo posto in prima fila, noto che tutta la gente si sta posizionando per assistervi.
Mi rilasso sullo schienale nonostante sia ancora parecchio sudata e sporca di olio, quando vedo Brandon sedersi accanto a me.

Be MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora