Capitolo 10

26.3K 1.2K 400
                                    

"Eliminare le persone nocive dalla nostra vita non significa odiarle.
Significa avere rispetto per se stessi"
S.Freud

꧁꧂

Sono in anticipo
Per la prima volta in tutta la mia vita sono in anticipo

Entro nella sala
Oggi ho intenzione di lavorare sodo, devo far vedere che ci tengo a questo posto.

Sono una delle prime, saluto le poche persone che già lavorano e mi dirigo al solito posto.
Una chioma di capelli blu è già li, a leggere un foglio con molta attenzione.

Max
Misterioso Max

-Buongiorno...- mormoro avvicinandomi
-Buongiorno- risponde senza alzare gli occhi dal foglio

Da vicino noto che oggi ha una leggera riga di eye-liner sugli occhi.

Mente lo guardo provo ammirazione, io non riuscirei mai a fare due righe di eye-liner così precise.

Complimentoni Max

Mi siedo sul tavolo -Bene che si fa oggi?- chiedo indicando la cartina
Lui finalmente posa i suoi occhi nei miei, solo adesso noto che sono molto chiari -Vogliono farci fare delle modifiche su un motore che non funziona bene...- mi spiega il progetto e mentre lo ascolto non riesco a non pensare al modo in cui parla.
Così calmo, così pacato e preciso, neanche un sorriso alle battute che faccio per alleviare l'imbarazzo.

Così, tranquillo.

Probabilmente è solo una persona normale, ma ai miei occhi strana per il semplice fatto che è timido

Quando arrivano Kevin e Milly decido di affrontare subito l'argomento, senza creare fraintendimenti.

-Emh...- mi dondolo sui piedi cercando di guardare un po' tutti
-Ieri ho incontrato il dirigente e mi ha detto che a fine mese sceglierà solo due di noi, voi ne eravate al corrente?- chiedo riferendomi a Max e Milly, che non sembrano particolarmente sorpresi dalle mie parole

Kevin invece ha la stessa espressione che avevo io ieri, sorpresa e paura, paura di perdere il lavoro, lo guardo con solidarietà aspettandomi una risposta dagli altri due.

-Oh non farci caso...- Milly morde un cornetto ripieno di cioccolata -Lo dice per spaventarci sicuramente...- gira la mano come se niente fosse.

Guardo Max ma lui sembra essere tornato nel suo mondo e inizia a lavorare sul motore.

-Che significa?- Kevin si avvicina, noto solo adesso che ha tante piccole lentiggini sulle guance.
Non è mai stato così vicino

-Non lo so...- lo guardo sinceramente -Spero solo che lo abbia detto davvero per spaventarci-

Lui sospira pesantemente scuotendo la testa

Vorrei abbracciarlo ma resisto

Ci mettiamo a lavoro e nessuno sembra intento a parlare, fino a quando Milly non decide di raccontarci il menù di oggi, e anche quello di domani.

꧁꧂

Quando andiamo a pranzo noto con stupore che il tavolo dei militari è vuoto, quindi chiedo a Kevin se sa qualcosa, e mi risponde che è da stamattina presto che si stanno allenando duramente.

Penso a Brandon.
Non so neanche bene il perché.
Ma lo penso

Tornando a lavorare cerco di concentrarmi e di ignorare qualsiasi stimolo esterno.
Sopratutto i miei stessi pensieri.

Ci siamo solo io e questo motore puzzolente

Pensa al lavoro Natalie

Pensa al lavoro

꧁꧂

Ormai è tardi, Milly è già crollata sulla sedia una mezz'oretta fa e mentre io la raggiungo respiro lentamente cercando di non pensare alle mie condizioni

Vedo Kevin sedersi in terra accanto a me appoggiandomi una mano sulla spalla con fare rassicurante

Lo guardo

E spero solo di lavorare con lui ancora per molto

Poi sentiamo delle urla, la finestra è aperta e il campo dove si allenano i militari è illuminato dalle grandi luci LED.

Ci avviciniamo tutti alla finestra, perfino Max

C'è Brandon, in canottiera e pantaloni larghi, affascinante come sempre, e sta urlando

Tanto per cambiare

Stavolta però la sua voce assume un tono di voce cattivo, mentre spinge con forza un ragazzo in terra, urlando così tante cattiverie che resisto all'impulso di andare lì e tappargli la bocca con la mia mano sudata.

Stai calmo
Abbiamo capito che sei il capo
Ma stai calmo

Il ragazzo sembra spaventato ma mantiene la pazienza ed inizia a fare le flessioni, con Brandon accanto che lo spinge in terra, con forza

Questo no
Non va bene

Mi sento arrabbiata con lui senza un imminente motivo, mi hanno sempre dato noia questo genere di persone

-Che coglione!- urlo frustata allontanandomi e guardando i miei amici che hanno tutti lo sguardo su di me

-Quell'uomo si crede chissà chi solo perché su un foglio del cazzo c'è scritto che dirige lui, ma urla come uno psicopatico e umilia la gente come se lo divertisse, ha dei problemi seri!- continuo ad urlare frustata, probabilmente sono anche stanca e tutto ciò non fa che peggiorare il mio umore, ma quando vedo lo sguardo dei miei amici posarsi dietro le mie spalle capisco di dover stare zitta.

Il dirigente e Philips sono proprio dietro di me, entrambi a guardarmi.

Questo posto è enorme e loro capitano sempre solo e dove ci sono io?

Decido di far finta di nulla

-Buonasera come va?-

-Signorina...- il dirigente sospira e so di aver commesso l'ennesimo sbaglio ormai
-Si sta lamentando di come Brandon Evans dirige i militari?-

No assolutamente, è un uomo adorabile

-Si...- dico con poca sicurezza -In particolare mi sto lamentando del fatto che la gente fa come dice solo perché ha paura di lui- stavolta parlo sinceramente

Loro stanno zitti quindi continuo
-Andiamo, sappiamo tutti che anche solo guardare Brandon Evans fa paura ...- mi fermo e prendo fiato -Ma se aggiungiamo la violenza fisica e psicologica che usa...- scuoto la testa e gli fisso attentamente -È terrificante dai!-

-Brandon Evans sa come farsi rispettare- controbatte il dirigente con sguardo severo, pronto a difenderlo.

-Andiamo signore...- uso un tono di voce pacato, ma chiunque percepirebbe rabbia nella mia voce
-Capisco che ci deve essere rispetto ma scommetto quello che vuole che lo otterrebbe anche senza questo comportamento-

Incrocio le braccia -È sbagliato-

È sbagliato umiliare la gente in quel modo, siamo tutti umani alla fine, Brandon Evans non appartiene ad una categoria superiore.

Philips non ha detto una parola, con lo sguardo in terra capisco che sta volta non ho torto ma che probabilmente ho esagerato nel modo di esprimermi.

Devi stare zitta Natalie
Devi stare zitta

Faccio per chiedere scusa per il mio comportamento quando il dirigente mi interrompe

Si gratta la barba -Beh...- mi guarda -Ti stai lamentando di un uomo che lavora qui da anni e che io stesso ho assunto, ma sai apprezzo il tuo coraggio e il fatto che non tutte le tue osservazioni siano sbagliate...- batte le mani, sorridendo

-Perché adesso non vai a parlarne con lui?-

Be MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora