Capitolo 38

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"Le persone vere spaventano.
Per questo spesso rimangono sole.
Perché sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono"
M.Hack

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Mi avvicino all'uomo che fino a poco tempo fa, odiavo.
Appoggio le mani sulle sue spalle, ha la pelle calda, molto calda, e lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco.
Il respiro si fa sempre più irregolare mentre incrocio le gambe intorno ai suoi fianchi.
Non mi intimidisco sotto il suo sguardo, in questo momento ho solo intenzione di fargli capire che sono dalla sua parte,
che non è solo, come magari un tempo.

-Tu sei sempre gentile, Natalie...- sussurra, le nostre labbra si sfiorano.
-Per questo non ti sopporto...- piega la testa di lato per avvicinare le sue labbra al mio collo. Brividi.
Lo lascio fare, nel mentre faccio scorrere la mia mano sulla sua schiena ampia.
Sento diverse cicatrici, ma non mi infastidiscono e la voglia di chiedergli come se n'è fatta una per una è tanta.
-Con me tu sei gentile...- mormoro sperando di farlo sentire meglio.
Lo sento sorridere contro il mio collo
-Solo a volte...- dice e in un certo senso ha ragione.

Inizialmente con me sembrava avercela il doppio degli altri,
come se fossi il suo incubo personale,
ma non mi ha mai trattata male in fin dei conti;
Mi ha sempre difesa nonostante non voglia ammetterlo.

-Brandon...- mi stacco dal suo tocco per guardarlo negli occhi.
Le sue iridi scure mi trasmettono fin troppe emozioni in questo momento.

Non riesco a percepire, però, quel suo sguardo intenso,
a capire cosa diavolo stia pensando.

-Io non penso che tu sia una cattiva persona...- accarezzo le sue guance e la leggera barba mi fa quasi il solletico.
Ho finalmente dato voce ai miei pensieri.
Ho sempre compreso questo suo lato.
Lui non è quello che vuole far credere agli altri, si comporta così per difesa.
Le parole di mio padre e quelle di Kevin non sono basate sul vero, non lo conosco, hanno solo visto la sua corazza.
Nonostante abbia anche io i miei timori ho capito il perché dei suoi gesti e di determinate azioni.
Non lo giudicherò più d'ora in poi, gli lascerò tempo.
Tempo per parlarmi, per dirmi come si sente.

Lui mi guarda e sembra avere una strana luce negli occhi.
Probabilmente nessuno glielo aveva mai detto.
Nessuno aveva mai cercato di andare oltre quel carattere scontroso.

Improvvisamente mi bacia, ed ogni pensiero, positivo o negativo se ne va.

Mi lascio trasportare dal momento e lascio che le sue mani si stringano intorno ai miei fianchi.
Non è un bacio passionale ma neanche uno tranquillo.
Sembra che mi stia trasmettendo tutto.
Che mi voglia.
Si stacca un attimo.
Mi appoggia un dito sul labbro inferiore ed io chiudo gli occhi, godendomi quel gesto così intimo.

-Ormai non ti lascerò più andare, Natalie- sussurra.

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-Come mai questa chiamata improvvisa papà?- sbadiglio mentre con poca delicatezza cerco di infilarmi la tuta da lavoro.

La sera prima è stata come un sogno,
un sogno che fortunatamente il mio costume con le ciliegie orribili non ha rovinato.

Io e Brandon siamo rimasti molto tempo nella piscina, ed è come se ogni giorno ci avviciniamo di più.
Ieri si è confidato con me e mi sento meglio, mi sento di star cominciano a conoscere quest'uomo.
Sarei voluta restare con lui a dormire ma aveva una riunione di lavoro e sicuramente devo imparare ad accettare il fatto che non potrà pensare solo a me.
È frustante, molto, ma ci farò l'abitudine.

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