Capitolo 18

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"Io non sapevo come comportarmi, in mezzo a quella gente così diversa"
F.Quintale

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Una settimana dopo sono nell'ufficio del dirigente a guardare Philips con occhi sbarrati.

-Pensavo fosse uno scherzo!-
Lui scuote la testa -Nessuno scherzo-

-Ma...- balbetto stringendo le mani -Quindi dovrò sfidare i miei amici...e chi lavora meglio rimane...? Ma siamo seri...?- dico spostando lo sguardo sul dirigente, che non sembra sorpreso dal mio cambio umore.

Mi siedo su una sedia guardando per terra, e ripenso ai momenti belli trascorsi con loro, non potendo accettare di perderli.
Certo sono pochi, non abbiamo passato molto tempo insieme ma sicuramente avremmo avuto la possibilità di conoscerci meglio se non fosse stato per questo dirigente infame.

Possibile che sono la persona più sfigata di questo pianeta?
Trovo un lavoro
E degli amici
Ma adesso potrei perdere entrambi.

-Non è la fine del mondo, gli amici vanno e vengono- dice con sguardo serio l'uomo dietro la scrivania, senza tralasciare emozioni, la faccia di uno che probabilmente di amici non ne aveva mai avuto nessuno.

Lo fisso storto trattenendomi dal rispondere non male, di più.

Loro sono miei amici, non mi interessa se in futuro cambieranno o meno.

Dopo circa un quarto d'ora di lamentele sottolineando l'ingiustizia decido di alzarmi e uscire da questa dannata stanza, per non buttarmi giù dalla finestra.
-A che ora?- dico solo senza guardarli negli occhi.

-Alle 6 e mezza- mi dice Philips, gli occhi leggermente dispiaciuti ma la voce strafottente -Buona fortuna Natalie-

-BuOnA fOrTuNa!- lo scimmiotto a voce bassa uscendo.

Mi appoggio alla porta respirando profondamente.

Non posso tornare a casa e dire a mio padre "hey come va sono tornata! giochiamo a carte!"
L'avrei deluso

Decido di non avvertirlo o dirgli nulla, perché una piccola possibilità di rimanere ce l'ho sicuramente.

Sicuramente.

Così sicuramente che sarà il caso di preparare già le valigie.

-Ho detto che me ne servono 4!- un urlo mi fa voltare dietro l'angolo dove la scena che mi è davanti non mi è del tutto nuova.

Brandon che urla con un povero addetto alla segreteria che deve aver stampato la quantità sbagliata di fogli, e sta cercando in tutti i modi di far tranquillizzare l'invincibile Brandon.

Quest'ultimo sta strappando delle pagine per poi buttarle a terra con no chance e probabilmente se fossi stata sua madre gli avrei tirato una padellata in testa.

Ma l'educazione di cui parla sempre quest'uomo? Dov'è?

Stringo i pugni mentre osservo con dispiacere l'altro uomo rosso dall'imbarazzo mentre corre a raccogliere i fogli che Brandon ha strappato.

Chiunque dopo il suo comportamento avrebbe licenziato subito Brandon ed i miei pensieri mi collegano dunque ad il fatto che probabilmente ha più potere di quanto immagino qui dentro.

Prende altri fogli e legge attentamente mentre a questa distanza riesco benissimo ad osservare nei minimi dettagli il suo corpo.
Spalle larghe, braccia possenti, penso che gli basterebbe un pugno per farmi fuori, se non di meno.
Guardo come fa scorrere velocemente gli occhi sulle parole scritte in modo attento sul foglio, e ignora completamente la realtà circostante.

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