Capitolo 14

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"Nessuno stupido si avvicinerebbe mai al fuoco dopo aver capito che brucia.
Nessuno, tranne che ha un valido motivo per bruciarsi"
A.Einstein

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Il lavoro prosegue tranquillo anche se mi sento in colpa.
Ho sempre insistito con Max, l'ho portato all'esasperazione solo per farlo parlare mentre il suo silenzio era solo una sorta di scudo.

Scudo dalle persone, dalla gente.

È ovvio che non abbia voglia di interagire troppo, è stato deluso dalla persona che amava di più.

Lo guardo mentre lavora, sembra tornato il solito ragazzo freddo e silenzioso, quando poco prima mi aveva praticamente aperto il cuore per spiegarmi ciò che gli era successo.

Parla tranquillamente con Milly, la quale non fa molto caso alle risposte fredde di quest'ultimo, mentre io avrei fatto di tutto per farlo sorridere in qualsiasi conversazione.

Mi asciugo il sudore, ho quasi finito, e noto con lo sguardo Kevin che sospira stanco come me.

Sposto un ultima volta lo sguardo su Max.
Non lo obbligherò mai più a parlare se non vuole, quando deciderà di confidarsi, io sarò qui.

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-Devo essere sincera papà?- lo guardo alzando un sopracciglio mentre analizzo la foto che mi ha mandato su whatsapp.

È andato a cena con una donna, una rossa spumeggiante con un vestito stile anni 80.
Il sorriso di mio padre sembra forzato, ma anche quello della donna non è il massimo.

-Non è il tuo tipo- dico sinceramente osservando la sua reazione attraverso lo schermo del computer

-In che senso non è il mio tipo?- arriccia il naso e osserva anche lui la foto dal suo telefono
-Ti ho sempre detto che ho un debole per le rosse...- mi ricorda ed io giro gli occhi
-Mi sembra una persona troppo allegra da ciò che mi hai raccontato per i tuoi gusti, tu sei un tipo riservato...- gli dico -Se dovesse entrare nella tua vita dovresti cambiare le tue abitudini, e che ne so...- gesticolo -Magari anziché guardare un film il sabato sera lei vorrà portarti a ballare in un pub...- continuo ad osservare la foto ed il sorriso a 32 denti della donna mi da leggermente i nervi

-E sappiamo entrambi che non sai ballare- concludo

Lui sembra focalizzarsi sulle mie parole, cerca di capire se ho ragione e o meno anche se sa già la risposta.
Mio padre non sopporterebbe mai l'idea di stare con una donna dal carattere troppo frizzante, è sempre stato un l'amante della tranquillità.
Le uniche volte che si divertiva e faceva festa erano con me, o con il suo amico albanese Andi.

Sorrido, ahh Andi mi manchi.

Un uomo poco più giovane di mio padre, fin da piccola mi portava in giro nei boschi e passavamo molto tempo insieme, era come un fratello molto grande che ogni tanto tirava qualche bestemmia.

-Quindi non è il mio tipo- mio padre arriva al punto, facendomi tornare alla realtà -Se devo essere sincero stasera la sua voce acuta mi ha leggermente stimpanato...- annuisce leggermente riflettendo e fissandomi negli occhi -Devo trovare una donna con la voce più soave, penso sia la caratteristica che cerco...- si gratta il mento.

Alzo le spalle -Ne troverai qualcuna in città...- lo sprono, perché anche io voglio che sia felice.
Ma con una donna che faccia al caso suo, una che lo apprezzi per quello che è.

-Penso che resterai tu l'unica donna della mia vita Natalie...- mio padre sorride e non resisto all'impulso di farlo anche io.

Se non fossi nata però avresti ancora mamma.

È un pensiero veloce, che mi passa per la testa quasi in automatico facendomi sentire una stretta allo stomaco.

Faccio per ripetergli quanto gli voglio bene, per sentirmi meglio, quando inizia a tossire forte, e mi spavento.

Ha detto che sta meglio Natalie, stai tranquilla.

Ultimamente tossiva troppo per i miei gusti, e quando si asciugava la bocca con un fazzoletto lo vedevo il sangue, anche se lo buttava subito via.

Non nasconderti papà, sono tua figlia, puoi dirmi tutto.

Ma il suo sorriso era come una sorta di rassicurazione ed io lasciavo correre, sperando che davvero la sua situazione stia migliorando, perché in caso contrario non mi sarei fatta problemi a lasciare il mio lavoro per tornare da lui, a tenerlo d'occhio.

-Ahh...- mio padre si soffia il naso e poi mi sorride -Penso sia per l'allergia al polline...- mi dice, in effetti è anche allergico al polline, magari per quello sta tossendo, non ha solo quella malattia Natalie.

È solo il polline che rompe le palle.

Ma una parte di me, quella razionale, sa che non è così.

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È mattina presto, ho intenzione di andare subito in laboratorio per parlare con Max.
Ieri la discussione è stata interrotta dall'arrivo improvviso di Kevin e Milly, e non ne abbiamo più parlato.
Ma io gli devo delle scuse.

-Buongiorno...- sussurro avvicinandomi mentre lo vedo intento con il solito tablet.
-Buongiorno- oggi mi sorride leggermente

Si cazzo,
Max mi sorride,
adesso siamo amici.
No Natalie no.

-Ti devo delle scuse...- gli dico avvicinandomi ancora di più, riuscendo a notare la piccola striscia di eye-liner, oggi più lieve, davanti ad un ombretto color noce, che si sfuma intorno all'occhio.
-Per che cosa?- mi chiede guardandomi
-Perché sono stata troppo invadente...- gli spiego -Lo so che spesso so essere irritante ma tu mi davi l'aria di una persona che stesse in silenzio solo per aumentare il mio disagio e portarmi al limite...- gli rivelo

Pensavo che stesse in silenzio perché non mi sopportava, non sopportava avermi intorno e voleva solamente tenersi questo lavoro.

-Sono una persona che è abituata a dire quello che pensa quando in realtà...- abbasso lo guardo, devo imparare a rispettare i silenzi della gente, a stare nel mio.

-Io penso che tu sia una persona forte Max...- gli dico sinceramente -E ti stimo con tutta me stessa-

Il suo sguardo cambia e anche la sua espressione, sembra addolcirsi, i suoi occhi non mentono e li vedo fremere.

Magari non se ne rende conto.
Ma è vero.

Se mai dovesse succedergli qualcosa qui, non mi farò problemi a trasformarmi in una mitragliatrice ammazza persone ignoranti.

È stato ferito, si è rialzato e non ha smesso di fare il lavoro dei suoi sogni, si trova in una base militare nonostante per lui sia stato difficile, e ha dei nuovi colleghi.

Ed io ho avuto anche il coraggio di pensare che sia una persona egoista.

-Grazie- mi dice solo alla fine, ma un grazie sincero, pieno di mille emozioni, mi appoggia una mano sulla spalla, in segno di pace probabilmente ed io gliela stringo sorridendo.

Dora in poi criticherò solo la gente che se lo merita

*colpo di tosse* Brandon Evans *colpo di tosse*

Quando mi allontano gli chiedo un'ultima cosa
-Quindi mi ignoravi a causa di questo e non perché sono irritante vero?- gli chiedo con un sorrisetto

Un sorrisetto che lui ricambia -Si...- mi dice -Ma rimani comunque la persona più snervante che io conosca-

E non posso che dargli ragione

Be MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora