Capitolo 27

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"Non ti potrai mai dimenticare di chi, almeno per una volta, ha toccato con la propria mano la tua vita"
C.Bukowski

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Si asciuga il sudore con la canottiera bianca.
È davanti agli altri mentre fanno il decimo giro di campo e spesso si volta invitandoli con parole dure a correre più velocemente.
Non sembra stancarsi mentre altri ragazzi a mala pena stanno in piedi,
Lui corre come se niente fosse,
Come se non avesse nulla da perdere,
Come se il sole non stesse bruciando ardentemente sulla sua pelle, facendolo sudare ancora di più,
Come se per qualche strano modo per lui "fermarsi" è sinonimo di "debolezza"
E quest'uomo non è debole.
Non lo troverei mai debole.
Finalmente smettono di correre e cominciano a camminare facendo esercizi per il respiro.
Grazie all'andatura lenta adesso riesco a distinguere i lineamenti sul suo volto, che ormai conosco a memoria e noto che il suo viso è rosso a causa dello sforzo dovuto agli allenamenti.
Se mi dovessero mai chiedere "cos'è per te la bellezza?" Probabilmente indicherei immediatamente Brandon con tutte e 10 le dita.
Si perché mettiamo per un attimo da parte il suo carattere,
se mai doveste incontrarlo per strada, per puro caso, ne rimarreste sicuramente affascinate.
Lo distinguereste in mezzo ad una massa di persone come un ago in un pagliaio.
Bellissimo fuori racchiude però un orribile carattere dentro.
E vorrei dire che non mi piace, che i suoi gesti, le sue azioni, i suoi modi di fare mi disgustano.
Ma mentirei,
Perché non ho mai conosciuto una persona così carica di rabbia da trasformare l'intero mondo circostante in negativo.
Una persona che racchiude odio per chiunque, che pensa male di qualsiasi gesto e che crede di essere superiore, in qualche modo.
Vorrei dire che Brandon Evans è la persona più spregevole e maleducata su questo pianeta, che il suo egoismo sottolinea solo una cattiveria innata e carica di odio che difficilmente può essere spazzata via,
Ma mentirei di nuovo,
Perché adesso sono qui, da sola in officina, a guardarlo dalla finestra da circa dieci minuti dopo che ho finito il lavoro.
E il mio unico pensiero in testa è che quest'uomo per qualche strana ragione,
Mi affascina.

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-Non credi che sia esagerato? Cioè dai...un ristorante di lusso...? Anche no...- gli dico mentre sistemo bene il letto con le mani e successivamente mi sdraio con poca delicatezza, esausta per il lavoro di oggi.

Mio padre ride -Devo fare colpo in qualche modo Natalie...- mi dice.
Alzo un sopracciglio anche se so che non può vedermi
-Non direi che fingere di avere soldi funzionerà...poi penserà che sarà un abitudine portarla al ristorante e come glielo spieghi che il tuo lavoro non è chissà quanto pagato...- mormoro ricordandoglielo.
Sento che lui sospira -Beh...vorrei fare qualcosa di speciale per lei...- dice riferendosi alla sua nuova compagna
-E tutte le donne amano i ristoranti costosi...-
Giro gli occhi.

Sono al telefono con mio padre da circa un'ora e sto cercando di convincerlo a non portare quella donna che da poco ha conosciuto in un ristorante di classe.
Nulla contro la povera signora, ma mio padre non guadagna molto ed il paesino in cui sono cresciuta non è specialmente "ricco" ciò significa che il suo lavoro da meccanico non è ben pagato, nonostante sia sicuramente il migliore in città.

Spesso gli mando dei soldi, non per sottolineare che purtroppo la mia retta è maggiore della sua, visto invece il posto in cui lavoro io, ma perché è tutta la vita che ha sempre cercato di darmi tutto anche se non aveva niente.
La scuola in cui mi sono diplomata in meccanica delle macchine è la più costosa e ricordo ancora quanto i prezzi fossero alti.
Sto cercando piano piano di restituirgli tutto, anche se so che essendo un genitore per lui è stato normale spendere quei soldi per farmi felice.
Vorrei solo che tenesse qualcosa da parte, per godersi poi la vita in futuro.

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