Cap. XIII

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Passai le vacanze di natale a casa, insieme alla mia famiglia.

''come vanno le cose a scuola?'' chiese mia madre, una sera, durante la cena.

''bene'' mentii.

''hai legato con qualcuno quest'anno?'' Mi domandò papà distrattamente, mentre guardava il giornale.

''Diciamo. Vado poco d'accordo con gli studenti della mia casa, ad essere sincera ''

''E quella tua amica? Come si chiama?'' mamma chiese a papà

''non lo so.''

''Lisa. Abbiamo discusso. Non penso siamo nemmeno amiche.'' spiegai.

''per cosa?'' chiese mia madre curiosa.
Avevo un buon rapporto con mia madre, per quanto fosse possibile. Non era mai stata una donna gentile, tantomeno una madre comprensiva. Molto rigida, molto impostata, troppo interessata all'opinione altrui.

''è diventata ad un tratto amica di una ragazza, ed è entrata nel suo gruppetto...in una discussione ne ha preso le difese, a spada tratta, senza motivo.' spiegai brevemente.

La conversazione mi stava lentamente dando ai nervi. Era un tasto dolente, in un certo senso. Dovevo ammettere di non aver creato dei legami saldi in quel posto, e mi dispiaceva, perché era l'unica cosa che davvero volevo.
Forse era un mio problema, ero incapace a stringere delle amicizie sane e autentiche.

''e cosa c'è di male in questo?'' chiese mio padre, confuso dalle dinamiche giovanili.

''Mi stai ascoltando? Mi ha accusato di una cosa che non avevo fatto.''

''cosa non avevi fatto?'' chiese mia madre, che adorava i pettegolezzi ma adorava altrettanto restarne fuori.

''rubato il fidanzato alla sua amica.'' Alzai gli occhi al cielo.

''mmhh.. chi sarebbe questo ragazzo?'' Ogni tanto papà alzava lo sguardo e poneva qualche domanda per far capire che era presente, ovviamente non era seriamente interessato alla faccenda.

''Harry Potter.'' dissi io. Per un momento ad entrambi andò di traverso la cena. Seguì un minuto di silenzio.

''P..Potter?'' chiese mia madre sconcertata, con gli occhi sgranati, come se avesse visto un fantasma del passato.

''si, ma non è cosi, siamo solo amici.'' mi affrettai a spiegare, leggermente confusa dalla loro reazione.

''Non dovresti entrare troppo in confidenza con lui'' concluse severamente lei.
L'atmosfera si fece tesa. C'era del non-detto che aleggiava nella stanza.

''oh, andiamo Clizia.'' disse mio padre ''ancora con questa storia?''
Mia madre lo fulminò  con lo sguardo.

''cioè?'' chiesi io, curiosa.

Lui  posò coltello e forchetta sul piatto, distolse lo sguardo dal giornale aperto appoggiato sul tavolo e disse: ''tua madre ha un'opinione ben precisa e la conosci. Conosci anche la mia. I Potter non hanno mai dato particolari rogne né a noi né a nessuno nella nostra famiglia, ma lei ritiene che siano comunque problematici. Non potresti provare a farti amicizie più sicure? ''

''tipo chi?'' chiesi io. Capivo che Harry era un tipetto pieno di problemi, ma come questo dovesse crearne a me, era un mistero.

''chiunque con una famiglia rispettabile alle spalle.'' intervenne mia madre, infastidita.

Ah, quindi era nuovamente solo una questione di sangue. Sbuffai.

''I Potter lo sono stati, Clizia. Per l'amor del cielo se non fosse stato per loro saremmo ancora in Francia.''

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