Cap. XLVI

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Mi trovarono qualche ora dopo.

L'infermeria era stranamente affollata. Alcune barelle erano poggiate a terra con dei studenti feriti sopra.
Madame Pomfrey correva da una parte all'altra senza sosta, per aiutare quanti più possibile.

Mi guardai bene intorno, cercando un volto familiare che non trovai. La maggior parte erano ragazzini del primo anno, con strane ferite, sembravano dei morsi.

Di una cosa ero certa:
era accaduto , il Preside era morto.

C'era un clima radicalmente diverso nella scuola, una paura di fondo diffusa, un gelo costante.
Pensai che il castello stesso soffrisse per la morte del suo preside, come se fosse un'entità senziente.
La stanza era gelida, le pareti sembravano più grigie che mai, l'illuminazione andava e veniva, dando al tutto un aspetto ancora più tetro.

Ma la cosa che più stonava era l'innaturale silenzio. Eccetto i pianti ed i gemiti di dolore di qualche studente, nessuno degli altri osava dire una parola.

Mi alzai dal letto e senza dare troppo nell'occhio sgattaiolai via, la povera infermiera non fece nemmeno in tempo ad accorgersi della mia assenza che già correvo per i corridoi in cerca di qualcuno, anzi, in cerca di Draco.

Sentivo ancora delle grida da qualche parte in lontananza. Era come un eco, andava affievolendosi man mano che continuavo a correre.
Cercai ancora ed ancora, ma non lo trovai.

Cominciai a capire, non l'avrei più trovato, se n'era andato. Aveva ucciso davvero Silente forse, ed ora era un fuggitivo. Mi fermai esattamente dov'ero. Ero stata tagliata fuori da tutto? Poggiai la mano contro il muro alla mia sinistra. Piano piano mi lasciai scivolare e mi misi a sedere a terra. Mi assalì un senso di vuoto e sconforto. Tutti quei mesi, tutti quei piani e tutto era successo senza che io fossi lì per vederlo.
Con tutto lo sconforto possibile mi alzai da terra e cominciai a caminare, decisi che sarei tornata in infermeria perché non sapevo che altro fare.
Ma appena entrai mi resi conto che il mio letto era già stato occupato. Tutti i professori erano lì, c'era anche il professor Lupin, o meglio l'ex professore. C'era anche la strana strega che avevo visto quella volta ad Hogsmeade, ma i suoi capelli non erano più grigio topo, ma di un violetto acceso. Sembrava avere 10 anni in meno.
Notai prima Hermione, poi Ginny ed infine Harry, seduto su una sedia. Fissava il pavimento senza dire una parola. Sembrava sotto shock.
Nel letto c'era Ron, non sembrava ridotto cosi male ma era evidente che doveva essere stato colpito da una qualche sorta di incantesimo.

La prima ad accorgersi della mia presenza fu Ginny. Mi guardò e basta, senza dire nulla. Io ricambiai il suo sguardo, indecisa sul da farsi. Volevo soffocarli di domande, volevo sapere ogni minima cosa di quella strana sera. Ma avevo come la sensazione che nessuno si sarebbe preso la briga di mettermi al corrente dell'accaduto.

Seguendo lo sguardo di Ginny anche Hermione mi notò e poi mano a mano tutti gli altri, tranne Harry.

''che..ci fa qui?'' chiese Hermione. La sua domanda non era indirizzata a qualcuno nello specifico, ma fu la Mcgranitt a risponderle.

''l'hanno trovata chiusa in uno stanzino al settimo piano, le avevano dato una dose eccessiva di pozione soporifera, quando gli altri insegnanti l'hanno trovata l'hanno portata qui perchè Madame Pomfrey la aiutasse.'' spiegò con molta calma e tranquillità nella voce. Non c'era astio nei suoi occhi mentre mi guardava, o meglio, ce ne era molto meno del solito. La cosa mi confuse e la guardai con interesse, cercando di capire cosa l'avesse spinta a cambiare il suo atteggiamento nei miei confronti. Anche gli altri notarono quella sottile differenza nella sua voce.

Harry alzò lo sguardo su di me in quel preciso momento. Per un istante ci fissammo. Mi resi conto immediatamente del suo dolore, bastò quell'occhiata a farmi capire che qualsiasi cosa avesse visto o sentito quella sera, l'avrebbe portata con sè fino alla fine della sua vita. L'aveva segnato dentro.

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