Cap. XXIV

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Le voci correvano senza sosta tra gli studenti, e nel giro di pochissimo tutti seppero dell'ufficialità della storia tra me e Draco. Il comportamento delle persone cominciò a cambiare, e passare inosservata era ormai impossibile. Dovunque andassi sentivo sulla pelle gli sguardi curiosi, il vociare sommesso.
E lo trovai strano, ma poi venni a sapere che Draco non aveva mai ufficializzato una sua relazione e cosi collegai.
Che la gente non potesse crederci? O magari non arrivava a capire perché fossi io, perché avesse scelto proprio me. Quando potevi contare su una visibilità come quella di Draco, qualsiasi cosa poteva trasformarsi in un pettegolezzo sul tuo conto. Alcuni carichi di odio, perché non è che tutti lo ritenessero una gran persona, ed alcuni carichi di ossessione perché volevano essere inclusi in un gruppo talmente selezionato da risultare inaccessibile ai più.

Il comportamento della Umbridge fu quello che più cambiò, comunque.

La domenica non ebbi alcuna punizione con Gazza, che guarda caso era indaffarato a fare altro. Mi liberò dalla punizione pomeridiana con ben due settimane d'anticipo dicendo che mi stava dando la possibilità, come l'avevano anche gli altri, di passare i pomeriggi a prepararmi per gli esami.
Era tutto francamente assurdo. La disparità di trattamento nella scuola era la sua caratteristica più forte. Ci avrebbero dovuto insegnare che non esistevano maghi di serie A e maghi di serie B. Che purosangue, mezzosangue o nati Babbani erano tutti uguali. Ma non era cosi, ed io lo sapevo meglio di chiunque altro. Da quando mi ero affacciata al mondo della famiglia Malfoy avevo capito che non solo esistevano delle classi ben distinte, ma che alcune persone erano meglio di altre solo perché provenienti da una di queste classi.
Non importava che tutti sapessero chi fossero davvero i genitori di Draco, se avessero ucciso o torturato al periodo del Signore Oscuro, perché erano comunque Black e Malfoy e questo li rendeva intoccabili, li rendeva concettualmente delle persone rispettabili.

''buongiorno'' mi disse Draco, ci incrociammo nel corridoio mentre camminavo verso la Sala Grande.

''giorno'' gli sorrisi e gli stampai un leggero bacio.

Arrivammo al tavolo e ci sedemmo. Ogni tanto lanciavo qualche occhiata al tavolo dei Grifondoro.
Dal giorno in cui ero tornata da Grimmauld Place, Harry non mi aveva più rivolto la parola. Che il suo patrigno gli avesse detto qualcosa di sgradevole sul mio conto? O il fatto di stare con Draco era per lui talmente inconcepibile da voler chiudere i rapporti con me?
Non gli posi mai queste domande, feci come al mio solito finta che il problema non esistesse.

''allora, tra una settimana è San Valentino, che pensate di fare?'' chiese Daphne Greengrass, seduta accanto ad un ragazzo Serpeverde che non conoscevo.

Draco mi guardò ''passeremo tutta la giornata insieme''
E ad Hogwarts, in cui il tempo era costantemente scandito dalle lezioni e dai corsi extracurricolari, questa doveva sembrare una gran cosa. Di giorni liberi ce n'erano ma non si lasciava spazio agli studenti perché potessero sfruttarne a pieno. Di solito si tendeva a stare sempre con quelli della propria casa e negli spazi condivisi che c'erano in cui si poteva anche stare con qualcun altro, era la privacy a mancare.

''ah si, e dove?'' chiese lei cordialmente, con un sorriso dolce.

''dove vuole lei''

''devo scegliere io?'' chiesi un po' sorpresa ''ma la Umbridge ha dato il permesso solo per Hogsmeade ''

Lui ridacchiò ''non c'è problema, decidi un posto e basta.''

Non avevo un'idea ben precisa di dove andare a San Valentino, non l'avevo nemmeno mai festeggiato prima. Beh, almeno io.

''hai mai festeggiato San Valentino prima?'' gli domandai.

''mh..no''

''mh..no?'' ripetei.

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