Cap. XXV

889 46 0
                                    




''Dio.. Sersi..'' disse, ansimando leggermente.

''mh?'' dissi piano.

''non ero...mai...insomma... cosi velocemente'' ammise con un filo di imbarazzo nella voce, cercando di non incrociare il mio sguardo.

''è una cosa bella o brutta?'' chiesi io, palesemente inesperta.

''non lo so, bella ma allo stesso tempo brutta..avrei voluto tirare avanti all'infinito'' mi confessò, sfiorandomi con il pollice il labbro inferiore.

Non riuscivo a fare altro che non fosse perdere la testa ogni volta che mi toccava. Aprii leggermente la bocca e toccai il suo dito con la punta della lingua, lentamente.

Assunse una strana espressione. Sorrise, ma era un tipo di sorriso che non gli avevo mai visto fare prima. Continuava a fissarmi le labbra, come se non esistesse nient'altro.

''cosi ricominciamo da capo'' disse con voce roca ''lo sai?''

Si avvicinò è prese a baciarmi sul collo.

''si'' dissi, quasi sussurrando.

''e..lo vuoi?'' chiese, prima di darmi un altro bacio

''si'' risposi io, sempre più a bassa voce, tanto che credevo che non mi avesse nemmeno sentito.

Prese a baciarmi sul seno, si staccava solo per continuare a farmi domande, come se lo divertisse.

''lo vuoi sul serio?'' mi chiese ancora.

Valutai il non rispondergli, ma si fermò e mi guardò, in attesa. Non avrebbe continuato se non avessi risposto.

''Draco...'' dissi, un po' spazientita da quello che un po' sembrava un gioco di potere e un po' sembrava un volermi chiedere il permesso.

''lo vuoi sul serio?'' ripetè. I suoi occhi fissi su di me, il suo sguardo era cosi intenso che mi sentii avvampare.

''si..'' cedetti e alla fine e lui riprese a baciarmi.

Era come se la tensione scaturita dagli eventi di poco prima stesse scomparendo ad ogni bacio. Era quello di cui avevamo bisogno entrambi, di non pensare, di lasciarci andare.

Lui fu decisamente meno delicato, mi resi conto di quanto si fosse trattenuto la prima volta, e di quanto desiderassi che non lo avesse fatto.
Era cosi sicuro di sé, tanto da farmi credere che ogni suo gesto, ogni suo tocco fosse calcolato, volutamente calcolato per farmi impazzire.
E ci riusciva benissimo.

''non dobbiamo tornare giù per forza e parargli, possiamo semplicemente andarcene, sai'' Mi disse, mentre mi accarezzava i capelli.

''lo so, ma non penso di volermene andare , a dire il vero sto bene cosi.'' Mi sembrava di aver creato un piccolo mondo a parte in quella stanza, ed andarmene voleva dire ritornare alla realtà, una realtà che mi faceva paura e che non volevo affrontare.

''non ci lasceranno in pace ancora per molto. Conoscendo mia madre, prima o poi vorrà parlarti.'' mi spiegò, tirandosi a sedere e cercando con lo sguardo i suoi vestiti.

''parlarmi?'' chiesi io, facendo lo stesso.

''si beh, hai visto come era arrabbiata con la zia? Sicuramente verrà a dirti che devi stare tranquilla eccetera.'' nel frattempo cominciò a rivestirsi.

Io aggrottai le sopracciglia ''stare tranquilla?'' ripetei.

''si beh, non crederle. Vuole solo rassicurarti. Un po' perchè cosi non scappi da me e un pò perchè sottovaluta la follia di zia.'' fece una pausa, mi guardò e sorrise ''e in fondo anche nella speranza che tu non vada a dire in giro ciò che accade in casa nostra.''

Stirpe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora