Cap. XVIII

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Valutai se andare o no a quel pranzo per l'intera settimana.

Mentre correggevo i compiti insieme alla Umbridge, quel venerdì pomeriggio, cercai di immaginare  quello che sarebbe potuto succedere se avessi detto la cosa sbagliata davanti alla famiglia di Draco.

''domani mattina non andrà ad Hogsmeade, il signor Gazza le farà pulire la stanza dei trofei.'' disse la Umbridge con una lieve soddisfazione nella voce.

''si lo so.'' risposi secca, senza nemmeno alzare lo sguardo dal compito che stavo leggendo.

''la stessa cosa il resto del fine settimana.'' continuò lei. Cercava evidentemente di suscitare in me una reazione. Io annuii.

''mi ha sorpreso sa..'' disse con un tono di voce leggermente più acuto ''la sua vicinanza con la famiglia Malfoy'' sollevai lo sguardo dal compito e lo spostai su di lei, aveva la mia attenzione.

''Non che avessi dubitato della sua astuzia. Anche se la sua famiglia ha fatto scelte...discutibili'' osservò rivolgendomi un sorriso, come se mi avesse fatto un gran complimento.

Strinsi la piuma cosi forte che quasi si spezzò tra le mie dita. ''la mia amicizia con il figlio dei Malfoy non è stata una mossa di strategia. E per quanto riguarda le scelte della mia famiglia, non penso si possa giudicare qualcuno che non si conosce.''  dissi gelida, cercando di non far trasparire nessuna emozione in particolare.

''oh, ma Cara, è qui che si sbaglia, io conosco la sua famiglia. Sopratutto suo padre.'' Sottolineò lei con un sorriso quasi maligno. ''suo padre è stato più volte richiamato dal Ministero per i suoi ideali e per il suo comportamento ribelle, direi.. anarchico. Questo ha di molto pregiudicato la sua carriera.'' mi guardò con soddisfazione e aggiunse ''ma sembra chiaro che lei abbia ripreso molto di più da sua madre.''

''conosce anche mia madre?'' chiesi, improvvisamente disinteressata della cosa, non mi interessavano i giudizi di un tipo come la Umbridge. Ripresi a leggere i compiti.

''ma certo, sa, un tempo le fu proposta la mia stessa posizione, ma rifiutò, una mossa molto sciocca, direi. Eppure credevo che avesse sempre desiderato ardentemente quel posto.''

Sgranai gli occhi per la sorpresa ''sottosegretaria del Ministro?''

''proprio cosi.''

Perché nessuno mi aveva mai raccontato una cosa simile?

I miei erano sempre stati vaghi sulla loro posizione al Ministero, mio padre faceva l'Auror e mia madre lavorava all'ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, ma a parte questo, non sapevo nulla. Non parlavano davanti a me del loro lavoro, eccetto qualche gossip sui loro colleghi.

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La mattina dopo, scesi a fare colazione in Sala Grande leggermente più nervosa del dovuto.

''Allora hai deciso di venire?'' mi chiese Draco, che invece quella mattina sembrava stranamente rilassato,  quasi contento.

''Si. Ci ho pensato parecchio, devo ammetterlo .''

''Era quello che volevo facessi.'' 

Tramite passaporta arrivammo a casa della nonna di Draco. Era una casa molto antica, cupa. Un vecchio elfo domestico ci aprì la porta. Le pareti erano ricoperte da antichi arazzi di un colore molto scuro. C'erano delle enormi cornici d'oro che contenevano ritratti di antichi antenati della famiglia Black.
Attraversando il corridoio, sentii lo sguardo di quelle 'persone' puntato su di me, come se mi passasse da parte a parte. Mi diede i brividi.
C'era cosi poca luce nella casa che dubitai avesse effettivamente delle finestre. In realtà invece c'erano, ed erano anche molto grandi, ma coperte da tende cosi pesanti  che lasciavano trapelare pochissima luce.

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