Harry fu estremamente malinconico per tutti i giorni che seguirono, fino al matrimonio di Bill e Fleur. Ogni tanto prendeva a fissare qualcosa, preoccupato.Quella sera a cena non faceva altro che fissare il bicchiere davanti a sé, senza dire una parola, come se il mondo intorno a lui nemmeno esistesse. Quando lo vedevo estraniarsi a quel modo non potevo fare a meno di chiedermi a cosa pensasse. Certo, era davvero sommerso di responsabilità, l'intero mondo magico si aspettava che sconfiggesse il Signore Oscuro, come se fosse stata una passeggiata farlo. Forse quelle aspettative gli pesavano, forse aveva paura. Fatto sta che non ebbi mai il coraggio di intromettermi nei suoi pensieri. Non chiesi mai cosa lo turbasse, cosa lo rendesse cosi schivo e inavvicinabile in certi momenti della giornata.
Il perchè era ovvio, e se non fosse stato solo il peso della responsabilità a renderlo cosi? Se fosse stato anche il pensiero di me lontana da lui a casa dei Malfoy?Ero una codarda. Lo ero davvero. Non volevo che i suoi sentimenti pesassero su di me, che mi facessero sentire in colpa. Non ero mai stata in grado di respingerlo come avrebbe meritato perchè una cosa ero oltre che codarda, tremendamente egoista. Volevo le sue attenzioni, il suo affetto. Avevo bisogno di quel suo modo di essere cosi dolce, solo con me. Avevo bisogno di un Harry nella mia vita, di una figura come la sua. Anche a costo di farci male, anche a costo di fargli del male. Ed era paradossale perchè una parte di me continuava a dirsi di volerlo proteggere, quando la maggior parte del male glielo stavo infliggendo proprio io.
Non fu l'unico totalmente imbambolato a fissare un oggetto sul tavolo quella sera.
Finita la cena si alzò e si diresse verso la finestra del salone. Guardò il giardino. Era cosi buio che dubitavo riuscisse a vedere qualsiasi cosa. Mi avvicinai.
''è domani.'' sussurrò, riferendosi al matrimonio.
''già.'' quella conversazione sarebbe arrivata, lo sapevo bene. Ma la consapevolezza non mi rendeva più pronta.
''hai paura?'' gli chiesi dopo qualche minuto di silenzio.
''si.'' rispose quasi immediatamente.
Non ero in grado di formulare in una frase sensata i miei sentimenti. Cosi allungai la mano e presi la sua. Entrambi guardammo quel buio profondo. Era come se ognuno ci vedesse qualcosa di diverso dentro.
Lui la strinse appena. Aveva le mani calde, al contrario delle mie.
''come farò a sapere cosa succede?'' il suo tono di voce era estremamente basso, come se stesse quasi parlando a sé stesso più che a me.
''cosa succede a chi?''
'' a Ginny, ai signori Weasley, ai miei amici, ai membri dell'Ordine.'' sospirò ''dovremo nasconderci, non sarà affatto facile. Non potrò ricevere alcuna notizia, dovrò semplicemente sperare che Lui non vada a prenderli.''
notai immediatamente come mi aveva appena estraniato dai suoi pensieri. Una parte di me ne fu incredibilmente sollevata. Ma l'altra...
''non avrebbe motivo di farlo.'' tagliai corto.
Lui si voltò a guardarmi. Alzò un sopracciglio e accennò un sorrisetto.
''cosa c'è?'' chiese.
''nulla, credo solo che non ne ricaverebbe niente a torturare Ginny.'' feci spallucce.
Il suo sorriso si allargò ancora. ''perchè proprio Ginny, poi?'' chiese divertito.
''tu l'hai nominata. Era un esempio.'' spiegai.
''sei arrabbiata.''
''non lo sono!'' sbuffai.
Lui continuò a fissarmi con l'aria di chi la sapeva lunga. Poi ad un tratto scosse la testa e sorrise.

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Stirpe.
Fiksi PenggemarCOMPLETO. -- Nata da una nobile e antica famiglia di maghi purosangue Serpeverde. Si trasferisce dopo il quarto anno e viene smistata in Corvonero. La storia di un mondo magico distorto. Sacrificio, amore e crudeltà. Dopotutto i cattivi sono solo e...