Cap. XXXV

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''No, il preside non le ha accordato nessun permesso per uscire.'' mi disse la McGranitt, con un po' di soddisfazione nella voce.

''e perchè no? tutti escono questo weekend. C'è chi torna a casa, chi va a fare compere. Io dovrei restare qui?''

''dov'è che dovrebbe andare, con tutta questa urgenza?'' mi chiese, sostenendo il mio sguardo.

''a casa.'' mentii.

''bene, contatterò sua madre allora, se lei dirà di essere a casa e disponibile a riceverla, le verrà concesso il permesso.''

Silente cercava in tutti i modi di farmi interrompere i rapporti con l'esterno.
Respingeva tutte le mie lettere, tanto che credevo nemmeno le leggesse.
Gli bastava sapere che erano mie.
Ma dovevo in qualche modo mettermi in contatto con Voldemort, dovevo fargli delle domande importanti, volevo vedere se c'era qualcosa da poter fare per Lucius. Ma soprattuto volevo sapere se fosse stato lui a cancellare la memoria ad Harry, il giorno della missione al ministero. O che almeno mi spiegasse perchè non ricordava più che l'avevo difeso.

Dover aspettare che la risposta di mia madre decretasse se potevo uscire o no, mi dava ai nervi. Perchè proprio lei doveva decidere della mia vita? Lei che se ne interessava cosi poco.
Ero maggiorenne per il ministero, perchè la professoressa aveva bisogno della risposta di mia madre per farmi uscire? Avrei potuto fare di testa mia e andarmene comunque, ma non potevo rischiare di essere espulsa. Dove sarei potuta andare a stare poi? E Draco sarebbe rimasto da solo, non ce l'avrebbe fatta, era già troppo col morale a terra.

Il venerdì mattina seguente la McGranitt mi diede la sua risposta.

''sua madre ha detto che non sarà a casa nel Weekend, perciò il suo permesso non potrà essere accordato. Ritirerò la richiesta fatta al preside.'' poi, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, girò i tacchi e se ne andò.

Sapevo che mia madre non avrebbe accettato di farmi tornare a casa. Probabilmente aveva paura di me, dato quello che era successo l'ultima volta che l'avevo vista.

Ma sapere di essere stata rinchiusa in quella dannatissima scuola mi faceva bollire il sangue nelle vene.
Ero tornata per cercare di riottenere la mia vita, per sentirmi di nuovo libera e non più incastrata in quel castello, e mi ritrovavo praticamente incastrata in un altro.

Mi alzai dal tavolo, raccolsi le mie cosi e mi diressi a passo svelto verso l'ufficio di Silente. Piton mi intercettò nel corridoio, quasi davanti l'entrata dell'ufficio del preside, e mi bloccò.

''dove pensa di andare? Il preside non intende ricevere nessuno in questo momento.'' mi disse con la sua solita voce monotono.

''e in quale momento invece sarà possibile parlargli?''

Lui mi osservò curioso. ''come mai tutta questa necessità di parlare con il preside?''

''devo fargli delle domande.'' rimasi sul vago, dopotutto non erano affari suoi.

Lui continuò a fissarmi. ''riguardo?''

''Lei è diventato preside?'' chiesi sarcasticamente. Lui alzò un sopracciglio.
Lo stavo come... sfidando.

''fortunatamente per lei no, o non frequenterebbe più da un pezzo questa scuola.''

Io sorrisi alla sua risposta e dalla sua espressione, mi accorsi che doveva trovare la mia reazione decisamente ambigua.

''voglio chiedere al preside per quale ragione sono l'unica a cui respinge ogni lettera, l'unica che non può uscire dal castello nel weekend.''

sorrise leggermente. '' la risposta a questa domanda è leggermente scontata.''

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