Cap. XLIV

425 27 10
                                    




C'era un gelo innaturale nell'aria.
Camminai in silenzio e a passo svelto nel corridoio, fissando il pavimento.

Raggiunta la porta dell'infermeria mi bloccai di colpo. Cosa avrei dovuto dire? Come l'avrei trovato? Mi accorsi di essere spaventata.

Poggiai una mano sulla porta, incerta se spingere ed aprirla o meno. Ma prima che potessi risolvere il mio dilemma, la porta si spalancò lentamente, lasciandomi con la mano sospesa in aria.

''venga venga, immagino voglia vederlo.'' mi disse gentilmente Madame Pomfrey.

Io annuii leggermente. Entrando guardai i letti vuoti e perfettamente rifatti dell'infermeria.

''eccoci'' disse lei, indicandomi Draco. Le sorrisi appena per ringraziarla. Mi sedetti ai piedi del letto, in silenzio. Draco alzò lo sguardo su di me ma non disse nulla. Notai le fasciature sul suo petto e sulle mani.

Dovevo interrompere quel silenzio. Cosi dissi forse la cosa più banale da dire in una situazione del genere. ''come stai?''

''una favola'' rispose lui sarcastico.

''cosa è successo?''

''Potter sta bene, immagino.'' disse, guardandosi intorno ''o sarebbe qui anche lui.''

''cosa c'entra?''

Lui scosse leggermente la testa ''non sono un grande duellante, eh?'' osservò un po' imbarazzato.

''cosa è successo?'' chiesi con più fermezza, sperando questa volta in una sua risposta.

''mi ha lanciato un incantesimo del cazzo, mai sentito. Non so dove l'abbia preso, se lo sarà inventato, magia nera comunque. Gliel'avrai insegnato tu in tempi passati.'' insinuò.

''oh andiamo, smettila con questo dannato atteggiamento.''

lui alzò un sopracciglio ''non so di che parli, mi hai chiesto e io ho risposto.''

''ma non è questo che ti ho domandato! So già che ti ha lanciato un incantesimo bello pesante, o non saresti qui ora.''

''Vedi, il fatto è che tu mi hai domandato cosa sia successo ed i tuoi occhi invece mi stanno domandando cosa io abbia sentito.'' il suo sguardo sembrò trapassarmi da parte a parte.
Proseguì ''ho sentito abbastanza da esserne schifato. Anzi, per meglio precisare, non ho sentito quello che avrei dovuto sentire, e di questo sono più che schifato.''

''cosa significa?''
Pregai al pavimento di aprisi ed inghiottirmi.

''qual'è stata la tua risposta, Sersi? Forse devo essere diventato completamente sordo per un istante, ma mi sembra di non aver sentito una risposta da parte tua.'' freddo e razionale, ecco cos'era.

''ero cosi confusa, non avevo idea di cosa dire..non volevo..io..'' incespicai.

''ed è proprio questo il problema, confusa per quale ragione? Avresti dovuto rispondere in maniera molto semplice e diretta. Avresti dovuto rifiutarlo, con serietà e fermezza.''

''mi ero bloccata, ma non per questo...''

''non devi spiegarmi niente.'' tagliò corto lui, non lasciandomi nemmeno finire la mia frase.

''perché non devo?''

''perchè non mi interessa e credo che non mi riguardi nemmeno più''

Scattai in piedi.
No, non è vero. Non sta parlando sul serio.

''cosa stai dicendo..'' mi misi una mano sulla fronte, mi sembrava di sudare freddo.

''sai benissimo cosa sto dicendo.'' Lui semplicemente mi fissava, leggermente appoggiato con la testa alla testiera del letto. Nel suo viso non c'era traccia di espressione. Nella sua voce nessuna traccia di emozione.

''stai dicendo tutto questo solo perché non ho risposto? Solo perché non sono stata in grado di mettere due parole in fila?'' dissi sconcertata.

Lui si tirò a sedere meglio e fece una smorfia di dolore.

''Potter mi aveva visto sai. Sapeva che ero lì e potevo sentire. E forse voleva proprio questo. Voleva dimostrarmi che ti ha in pugno.''

''ma non è cosi''

''ah no? Sai fare molte cose Sersi, non lo nego. Ma essere onesta con te stessa non è mai stata una di queste. E sai che altro? Essere onesta con me.''

''ho già spiegato ad Harry..'' ma ancora una volta non mi lasciò terminare la frase.

''oh sicuramente l'hai fatto. Avrai detto tante cose, come al solito. Avrai detto anche frasi importanti, magari serie, magari definitive. Ma tu hai questa caratteristica particolare sai, per cui non sempre quello che dice la tua bocca va d'accordo con quello che mostrano i tuoi occhi. Tu non riesci a staccarti da lui, ed è stato cosi palese che era doloroso da guardare.''

''per questo l'hai colpito?''

Lui sorrise e scosse la testa ''l'ho colpito perchè lo odio. Ma non l'ho colpito per te, se ti vuole può averti, tanto sei sempre stata sua.''

La sua frase mi infastidì ed in un istante l'angoscia ed il dolore che provavo si trasformarono in rabbia.

''non sono una cosa. Sei sempre stato cosi possessivo cazzo! 'sei mia, sei sua, non posso averti, ti ha lui.' non mi ha nessuno! Io sono mia, non appartengo a nessuno!''

''è vero, non a me comunque.'' sottolineò. La sua affermazione mi fece male, ma cercai di non darlo a vedere.

''sono cosa per te, Draco? Un giocattolo? Il vostro gioco preferito? Non fate altro che litigare come bambini per chi può giocare un po con me!''

''non sei una cosa, però ti ci fai trattare. Ed ora vieni da me a lamentarti, non ti va più bene?''

''non mi è mai andato bene!''

''Potter ti ha presa con una facilità disarmante, come se fossi stata una bambola di pezza poggiata su uno scaffale, ma ora non ti va più a genio la cosa?''

''smettila di rivolgerti a me come se fossi una puttana ogni volta!'' urlai.

''non lo sei?''

Mi avvicinai intenzionata a colpirlo. Poi mi bloccai, lo guardai dritto negli occhi. Non vidi niente, niente di niente. I suoi occhi erano vuoti, privi d'espressione. Erano come gli occhi di vetro di un peluche.

''forse fisicamente sei ancora qui, ma il Draco che amavo deve essere morto in quel bagno.''

''esci.'' sussurrò.

Io lo guardai un ultimo istante per poi voltarmi e camminare verso la porta dell'infermeria.

In quel momento promisi a me stessa che non mi sarei più permessa di provare qualcosa per qualcuno. Non mi sarei mai più abituata al profumo di qualcuno, al modo di ridere, al modo di parlare, ai gesti. Non mi sarei mai più permessa di dare una possibilità a nessuno.
Avevo capito, finalmente ci ero arrivata.
L'amore era come una trappola per topi.
Vedi il formaggio, hai fame.
Ti sembra buono e facile da avere.
Credi che mangiarlo sia naturale ed ovvio, senti il bisogno di farlo. Cosi avanzi per prenderlo e nel momento in cui lo ottieni, nel momento in cui lo gusti e credi di avercela fatta, ecco che la trappola scatta e rimani con la testa mozzata. E quasi lo accetti, mentre stai morendo credi ne sia valsa la pena perchè hai ancora il sapore del formaggio in bocca, ma la realtà è che ti sei appena condannato a morte per un breve istante di felicità.

Stirpe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora