Cap. XLVIII

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La luce proveniente dalle finestre mi svegliò, era mattina.
Mi alzai a sedere e mi guardai intorno. Addosso avevo una coperta di flanella.

Cercai Harry con lo sguardo, ma non c'era traccia della sua presenza. Eccetto la coperta tutto era rimasto esattamente come la sera precedente. Mi alzai e mi diressi verso le scale per il piano superiore. Forse si trovava lì. Le salii lentamente, non avevo idea di che ora fosse ma non l'avrei di certo svegliato. Aprii la prima porta alla mia destra. Guardandomi intorno capii che quella doveva essere la sua stanza quando si trovava dagli zii. C'era il suo baule ed il mio, poi la gabbia della civetta. A terra erano sparse copie della gazzetta del profeta, ma erano di mesi addietro.  Harry era davvero disordinato, molto più di quanto potessi immaginare. Avanzai all'interno della stanza, cercando di non urtare nulla.
Lo trovai che dormiva sul letto, senza coperta o cuscino. Doveva essersi addormentato appena sdraiatosi. Mi avvicinai. Gli occhiali erano poggiati accanto alla sua testa. Li presi per spostarli, temevo li avrebbe rotti se si fosse girato nel sonno. Li poggiai sul comodino alla sinistra del letto.

Guardarlo dormire per qualche istante, mi ricordò di quanto fosse effettivamente bello.
Non ci pensavo spesso, certo notavo la bellezza quando vi incappavo, ma non era al centro delle mie osservazioni, o comunque non era la prima cosa che in assoluto trovavo attraente.
Era l'atteggiamento ad attrarmi in una persona, i modi di fare, di gesticolare,di parlare, le espressioni del viso.

Lo guardai ancora. Aveva i capelli troppo lunghi, scompigliati. Delle ciocche gli ricadevano sulla fronte, nascondendo del tutto la cicatrice. Quasi pensai che fosse intenzionale tenerli cosi lunghi, magari voleva coprirla, coprire quello che ogni giorno gli ricordava di essere legato al Signore Oscuro più di chiunque altro.
Involontariamente ripensai a Draco, per lui era lo stesso, detestava vedere il marchio nero sul suo braccio, ricordare che aveva un destino già scritto. Mi venne una fitta allo stomaco al solo pensarci. Sospirai involontariamente troppo forte.

Aprì gli occhi in una frazione di secondo, mi ritrovai la bacchetta puntata alla gola la frazione di secondo dopo.

''Harry..'' sussurrai. Lui si rese immediatamente conto che si trattava solamente di me e tolse la bacchetta. La lanciò ai piedi del letto, snervato dal suo stesso gesto brusco. Si sdraiò di nuovo e coprì gli occhi con la mano.

''che diavolo stai facendo?'' domandò divertito, sorridendo. La sua voce era incredibilmente bassa e roca. Per un attimo avvampai. Il sangue fluì tutto alle mie guance e le sentii in fiamme. Vedendo che non rispondevo tolse la mano e mi guardò.

''sei diventata tutta rossa'' osservò, aveva ancora un tono divertito. Io distolsi lo sguardo dal suo.

''ho fame'' mentii per cambiare discorso.

''sei venuta qui per svegliarmi e dirmi questo?'' chiese scettico. Io annuii. Lui sbuffò e si tirò a sedere. Non era entusiasta della mia palese scusa.

''il frigo è giù in cucina. Sono sicuro che sia pieno, mio cugino mangiava per minimo tre persone. Puoi controllare lì.'' disse con noncuranza.

Guardando la mia espressione confusa scoppiò a ridere. ''ah già, cose da babbani immagino.''

Misi il broncio ''abbiamo vissuto come babbani per un po', non sono stupida. So cos'è.."

''ma ovviamente non sai com'è fatto.'' aggiunse.

''evidentemente i miei non lo usavano, non sarà importante. Mamma faceva apparire il cibo mica lo nascondeva da una parte.'' Uscii dalla stanza e cominciai a scendere le scale. Sentii i suoi passi proprio dietro di me.

''Mai visto in tv?'' mi chiese. Quel divertimento nella sua voce mi dava i nervi.

''Si ma ci sono modelli strani, quello freddo, quello super freddo ecc.."

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