Cap. XL

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Harry mi accompagnò al dormitorio. Entrai nella stanza e mi sedetti sul bordo del letto. Le altre stavano già tutte dormendo. Fissai l'armadio davanti a me, pensando a tutto quello che era successo.

'io ti amo'  le parole di Harry mi risuonavano in testa.

Come era umanamente possibile?

La mattina dopo restai sdraiata a letto dieci minuti buoni, a discutere con me stessa. Dovevo alzarmi o no? Potevo darmi malata. Non avevo il coraggio di scendere in Sala Grande e vedere Harry o...Draco. Dopo quello che era successo mi sentivo in colpa. Io e Harry ci eravamo baciati, certo da parte mia non c'era lo stesso sentimento che c'era da parte sua, ma comunque era successo quello che era successo.
Ed era sbagliato.

Alla fine mi feci coraggio e decisi che sarei andata a lezione. Tanto non andare e scappare sarebbe stato solo un rimandare al giorno dopo. Non sarei potuta restare a letto per sempre.

Scesi le scale con tutta la lentezza possibile e pregai che cambiassero in modo che mi impedissero di arrivare in tempo per la colazione, ma al contrario tutto filò liscio e mi ritrovai davanti l'entrata della Sala. Avevo quasi paura di entrare. Rimasi a fissare l'enorme porta, cercando di non farmi prendere dal panico.
Forse non c'erano, forse avevano gli allenamenti, si erano svegliati tardi, erano in infermeria o li avevano rapiti. Non mi importava.
Non ci sono.
Non possono esserci.
Presi un respiro, due, tre ma le gambe non volevano saperne di muoversi.

Ad un tratto mi sentii afferrare il polso sinistro. Mi voltai di scatto e vidi Draco. Guardava dritto davanti a se. Aveva due cerchi scuri intorno agli occhi, il corpo rigido, il respiro pesante.
Era furioso.
Cercò di trascinarmi dentro ma io puntai i piedi.

''entra in questa cazzo di Sala.'' mi ordinò. Sembrava non provare nulla, il suo viso era privo di qualsiasi espressione.

''Draco...'' dissi, cercando di ritrarre il braccio. Ma la sua presa era cosi forte che sembrava impossibile liberarsene.

''entra.'' Sibilò.
Io non dissi più niente e lo lasciai trascinarmi nella Sala. Draco puntò direttamente il tavolo dei Grifondoro. Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata e il respiro irregolare.
Oddio, sta per succedere davvero.

''Potter, in piedi.'' disse fissando Harry.

Harry guardò prima Draco e poi me. Io cercai di nuovo di strattonare la presa di Draco, ma non riuscii a liberarmi.

''che cosa c'è Malfoy?'' disse Harry, continuando a rivolgere sguardi adirati alla mano di Draco, stretta troppo forte sul mio polso.

''Ora tu ti alzi e noi tre andiamo a parlare fuori.''
Ancora ordini.

Ron intervenne ''vengo anche io.'' e si alzò insieme ad Harry.

''non sai contare Weasley? Ho detto noi tre, non noi quattro. Resta seduto e fa colazione, che la tua famiglia è cosi povera che credo mangiate solo qui ad Hogwarts.'' Draco faceva paura.

Ron diventò tutto rosso, si alzò e avanzò per colpirlo, ma Harry lo fermò allungando il braccio destro. ''sta calmo Ron.''

''Harry non sei obbligato ad andare'' intervenne anche Hermione, preoccupata.
Io non osavo aprire bocca.

''non c'è problema, so già di cosa deve parlarmi Malfoy.'' disse Harry che tutto ad un tratto sembrava abbastanza sicuro di sè.

Draco mi lasciò il polso e cominciò a camminare verso l'uscita della Sala. Io rivolsi uno sguardo nervoso a Harry.

''stai tranquilla.'' mi rispose lui con voce confortante, poggiandomi una mano sulla schiena.
Camminammo in silenzio dietro Draco, che non si voltò nemmeno per un istante a guardarci, certo che lo stessimo seguendo.

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