Cap. XXXVI

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Mi risvegliai nel letto dell'infermeria. Guardai il soffitto per qualche minuto. Mi aspettavo di sentirmi già meglio, ma in realtà ancora avevo un forte peso sul petto.

''ti sei svegliata.'' disse una voce rauca proveniente dalla mia destra. Mi voltai lentamente, avevo dolore dappertutto. 

Vidi Draco. Era seduto accanto a me con un libro tra le mani e un'espressione che mi faceva capire che non mi sarei dovuta aspettare niente di buono.

Cercai di aprire bocca e dire qualcosa, ma la mia voce era scomparsa.

''non cercare di parlare, non potrai farlo per qualche giorno ancora.'' disse, chiuse il libro e lo posò sul comodino accanto al mio letto.

Guardandolo meglio mi sembrò esattamente come mi era sembrato Piton: a pezzi. Era quasi più pallido del solito, tanto che la sua pelle sembrava di porcellana. Le occhiaie bluastre sotto gli occhi stonavano ancora di più.

Lui mi guardò, dritto negli occhi.

'' che cosa hai cercato di fare?'' mi chiese con sguardo severo. Ma sapeva che non ero in grado di parlare, quindi la sua domanda rimase senza risposta. Lui mi fissò ancora qualche minuto, come se si aspettasse da un momento all'altro di sentire la mia voce.

''Piton mi ha chiamato, era sporco di sangue, mi ha detto di seguirlo perchè ti era successo qualcosa. Sembrava spaventato, non l'avevo mai visto cosi. Hai idea di cosa ho provato mentre correvamo per le scale?'' fece un respiro profondo cercando di calmarsi.

''quando...quando ti ho vista sdraiata sulla scrivania di Piton... che respiravi appena...'' chiuse gli occhi al pensiero di quella scena, come se gli procurasse un dolore fisico.

''hai cercato di ucciderlo,Sersi?'' mi chiese, guardandomi dritto negli occhi. Io scossi la testa con tutta la decisione di cui ero capace. Lui continuò a guardarmi, come se stesse valutando se credermi oppure no.

''ha cercato di farti del male?'' domandò poi. Io scossi nuovamente la testa.

''Piton non mi ha spiegato i dettagli di quello che è successo. Ad ogni mia domanda sembrava sempre più infastidito. Non mi ha detto molto, solo che era successo qualcosa con Silente...una discussione, credo. Poi è successo qualcosa, hai usato una qualche magia, qualcosa di pericoloso. Mi ha praticamente detto solo questo.''

Io scossi nuovamente la testa.

''non è cosi?''. Io cercai di sussurrare un ''no''. Ma alla fine feci solo un movimento con la bocca, non ne uscì alcun suono. Lui annuì.

''me ne parlerai quando potrai. Non so quanto resterai qui, ma ti verrò a trovare la mattina, a pranzo e a cena. Non posso il pomeriggio, forse ho avuto un'idea per quella questione. Un po' difficile, in effetti, ma è un inizio.''

Io annuii e accennai un sorriso, ma lui non fece lo stesso. Lo sguardo era ancora molto serio e il suo viso non tradiva emozioni.

C'era qualcosa che non andava, forse non si fidava di me o forse non mi aveva perdonato quel gesto avventato.

Lui si alzò e riprese in mano il libro, era pronto ad andarsene ed io non potevo permetterglielo, non cosi.  Mi sporsi e gli afferrai il polso prima che potesse allontanarsi. Lui si voltò a guardarmi, incuriosito dal mio gesto.

Non riuscire a comunicare era davvero un incubo, cosi lo guardai sperando in un qualche modo di fargli intuire quello che non ero in grado di dirgli.

Resta con me.

Lui sembrò addolcirsi, si chinò su di me e mi diede un bacio sulla fronte. ''vuoi che resti?'' mi chiese. Annuii. 

Fece per sedersi di nuovo sulla sedia ma io mi spostai un po' a fatica e feci spazio sul letto in modo che potesse mettersi accanto a me. 

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