Voldemort aveva preso ad 'insegnarmi', o almeno cosi diceva.In realtà ero solo il suo personale esperimento.
La mattina mi portava 3 o 4 libroni e mi chiedeva di impararne gli incantesimi.
Il pomeriggio si presentava da me e pretendeva mettessi in pratica quello che avevo imparato la mattina. Ma gli incantesimi erano difficili, di un tipo di magia che non avevo nemmeno mai sentito nominare. Il risultato? Ogni pomeriggio mi scagliava addosso una quantità impressionante di maledizioni, per poi lasciare a Codaliscia il compito di curarmi. E forse sarebbe stato meglio non essere affatto curata, sarebbe stato meglio lasciarmi morire.
Non era un metodo di insegnamento, era una tortura.Avrei dato qualsiasi cosa per poter uscire da quella situazione, ma non vedevo vie d'uscita. Non sarei potuta tornare a scuola, non avrei potuto chiedere aiuto a nessuno dei miei ex amici. Non avrei potuto contare nemmeno su Draco che era impegnato in una missione difficile.
Mi convinsi che imparare non era un problema. Ma era una convinzione portata avanti con le unghie e con i denti al solo scopo di dare un senso a tutto quanto e non impazzire.
Voldemort non conosceva mezze misure, se una cosa veniva fatta discretamente, per lui non era buona, era pessima.Le stagioni cambiavano, lo percepivo dalla temperatura del castello che era passata dall'essere gradevole a nuovamente un incubo, costringendomi ad accendere il fuoco già i primi di settembre.
L'estate era finita, una nuova stagione era in arrivo e di fatto il mondo andava avanti con o senza di me.
Ed era una considerazione terribile: sapere di essere irrilevante.
Ma la spirale di sentimenti oscuri nella quale stavo lentamente sprofondando, non terminava lí.
Non ero solo irrilevante ma anche spaesata, persa.
Non avevo nessun punto di riferimento nessuna persona a cui poggiarmi, nessuno che mi guidasse. L'unica figura con cui potevo interagire era lo stesso Voldemort, e per quanto ci provasse non aveva l'indole da insegnate e mentore, non era paziente, non era accondiscendete, era solo severo e distaccato, crudele.Se mi avesse tenuta ancora segregata, sarei uscita di testa, e nessuno l'avrebbe impedito.
Non potei fare a meno di ripensare alla mia famiglia. Nessuno che mi avesse mai cercata in tutto quel tempo? Non poteva essere vero.
I miei genitori dovevano per forza essere preoccupati per me.
Ciò che mi era successo poteva essere classificato come un vero e proprio rapimento in un certo senso, di fatto non avevo avuto modo di scegliere se andare con lui o meno. E di fatto non avevo potuto scegliere di andarmene adesso.
E se rapiscono la tua unica figlia, non metti a ferro e fuoco l'intero paese?A tavola quella sera , domandai.
''mia madre sa che sono qui?''chiesi a Voldemort, volutamente prendendo alla larga la vera domanda.
''certo'' rispose con noncuranza.
''e non ha detto niente? Perchè non viene a trovarmi, a vedere come sto?''
''perchè dovrebbe? Stai bene.''
''perchè non mi vede da mesi''
''devi staccarti dalla famiglia, Sersi. Ti rallenta.''
''più che altro, sembra che la mia famiglia si stia staccando da me.'' Lo guardai di soppiatto.
Che stesse mentendo? Per quale motivo? Non era la 'persona' che faceva niente per niente. Aveva sempre un obiettivo più grande, sempre qualcosa da ottenere.
Ma qui? Cosa stava cercando di ottenere? Ferire i miei sentimenti non gli avrebbe giovato a nulla. Se fossi impazzita o avessi ceduto alla depressione sarei diventata per lui inutilizzabile.
No, non aveva senso. Stava dicendo il vero.Lui alzò gli occhi dal piatto e mi guardò. Forse erano gli occhi rossi, ogni volta che li puntava su di me avevo un brivido di paura ingiustificato.
''quando arrivi in alto non puoi pretendere che tutti ti seguano.''
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Stirpe.
FanfictionCOMPLETO. -- Nata da una nobile e antica famiglia di maghi purosangue Serpeverde. Si trasferisce dopo il quarto anno e viene smistata in Corvonero. La storia di un mondo magico distorto. Sacrificio, amore e crudeltà. Dopotutto i cattivi sono solo e...