11-Mercato

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«Grazie per il pasto, signori Jeon.» faccio un breve inchino agli attuali Capobranco e loro mi sorridono di rimando.

Guardo velocemente Jeongguk e lo trovo perso a fissare il vuoto, le sopracciglia aggrottate e le labbra strette in una linea sottile. Distolgo lo sguardo, una volta che mi nota.

Anche lui copia i miei gesti, rimanendo, però, in silenzio, ed usciamo dalla sala pranzo senza dire una parola.

Continuiamo il nostro percorso, fino ad arrivare fuori dal castello. Prendo una grossa boccata d'aria, sorridendo leggermente: il posto è bellissimo.

«Andrò a farmi un giro.» esclamo, deciso.

Mi aspetto che replichi o che faccia qualcosa per fermarmi, ma scrolla solo le spalle, annuendo.

«Sta' attento.» mormora, superandomi a passo svelto, andando verso il villaggio.

Corrugo la fronte, sorpreso e contento da questo suo strano — e vantaggioso, per me, almeno — comportamento, differente da quello di questa mattina.

Faccio spallucce, scendendo in modo tranquillo per il sentiero che conduce al paese, mettendo su un sorrisino. 

Quando arrivo, noto molte persone raggruppate in una grande zona. Mentre mi avvicino, posso sentire le urla di mercanti che vendono, di bambini che ridono e di donne che comprano spezie o animali appena cacciati.

Rapito da tali scene — così poco familiari —, inizio a passeggiare per il mercato, ridacchiando alle scene di giovani Beta che tentano di corrompere il prezzo di una stoffa abbastanza pregiata.

Sposto gli occhi verso un altro carretto, molto più piccolo, dove non c'è alcun cliente. I miei occhi si illuminano quando riesco a vedere ciò che vende l'anziana signora: libri. Tantissimi e bellissimi libri.

Mi mordo il labbro inferiore, spostando gli occhi dalla folla alla bancarella, compiendo quei pochi metri di distanza. Studio ogni copertina a me visibile, leggendo i titoli più interessanti.

Uno fra questi, attira la mia completa attenzione: "Quadri e reperti dei nostri giorni", l'artista è sconosciuto.

«Ragazzino, cosa guardi? — chiede la vecchietta e sussulto, spostando le iridi su di lei. Una volta fatto, è lei a rimanere scioccata, spalancando la bocca — Oh, Santa Dea! Ma lei è il principe!»

«Ssh, ssh! La prego, non dica nulla.» scuoto le mani difronte a me, imbarazzato.

La Beta — che profuma di erba e muschio —, annuisce subito, chinando il capo.

«Cosa vuole? Qualsiasi cosa è gratuita, per lei.» esclama, inchinandosi.

«Oh, no no, signora. Non si disturbi.» bisbiglio, a disagio, strizzando le palpebre.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now