14-Biblioteca

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Min Yoongi è il Re del Rap, oggi ha spaccato, come fa sempre e come continuerà a fare :)

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Non so il perché io abbia accettato a questa scemenza, in realtà. Forse solo per fargli capire quanto io e lui siamo diversi, così da potersi convincere a lasciarmi - finalmente - andare a casa mia.

Jeongguk si avvicina, lentamente, guardandomi fisso negli occhi. Istintivamente, indietreggio, aggrottando la fronte.

Il corvino, alza gli occhi al cielo, infastidito, poi mi porge un libro. Sento i miei occhi illuminarsi, veramente, e stritolo il bordo della mia casacca, aspettando qualche istante prima di fare qualsiasi cosa.

«È il tuo libro.» spiega, deciso. Deglutisco, non gli ho mai sentito usare questo tono.

«Lo so.» ribatto.

«Bhe, prendilo.» spinge nuovamente l'oggetto verso di me.

Ancora titubante, lo afferro dalle sue mani, rigirandomelo tra le dita. Sorrido di poco, rileggendo il titolo: è proprio lui. Sono così felice che non si sia perso o rotto.

Adesso dovrei ringraziarlo?

Gli lancio una veloce occhiata, studiando la sua espressione neutra, mentre inclina la testa verso destra, studiandomi a sua volta. Sospiro, riabbassando le iridi sul libro e stringendolo al petto, gelosamente.

«Non c'è bisogno che tu mi ringrazi. - esclama, superandomi - Fra quindici minuti sarò di nuovo qui, fatti trovare pronto.» detto questo, esce di casa.

Stringo i denti, sbuffando. Cosa vorrà fare? È mattina presto, dove vuole andare? Con queste domande ancora in mente, poggio il libro sulla poltrona vicino al camino, spegnendo questo e andando a lavarmi le mani per pulirle dalla sporcizia.

Pochi minuti dopo, sento bussare alla porta ed esco, espirando. Trovo Jeongguk appoggiato al muro della casetta, accennando ad un sorriso quando mi vede.

Distolgo lo sguardo, puntandolo verso il bosco ricoperto dalla neve.

«Pensavo non venissi.» pronuncia, sinceramente.

«Mantengo le mie promesse.» ribatto subito, mettendo in chiaro la situazione.

Annuisce e si posiziona davanti a me. «Seguimi, ho qualcosa da farti vedere.»

Inarco un sopracciglio, guardandolo storto e lui alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta. Ricambio il gesto facendo una smorfia infastidita, venendo ignorato.

Incomincia a camminare, dirigendosi verso il villaggio e quasi decido di lasciarlo andare solo, poi però scuoto la testa e lo seguo.

Arriviamo fino al paese, passando per la via principale. Tutti salutano Jeongguk, inchinandosi o piegando la testa in segno di rispetto, persino lupi molto più anziani di lui.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now