21-Paura di perdermi

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Sgrano gli occhi, sentendo le sue parole entrare fin dentro al petto come lame affilate e trafiggermi. 

Ha smesso di urlare — non ricordo quando abbiamo incominciato — e sembra così... piccolo, rispetto alla sua razza, rispetto alla sua stazza, rispetto a tutto. Non credevo di poter assistere ad un Alpha in questo stato, non credevo di poter assistere a Jeongguk, ridotto a questo stato. 

Fa male, molto male. Non voglio che sia triste per colpa mia.

Allungo una mano, bloccandolo prima che possa andar via. Lo aiuterò come lui ha aiutato me durante le crisi qui, quando mi sentivo solo, senza la mia famiglia.

Ferma i suoi passi, irrigidendosi completamente. Abbasso la testa, lasciando scendere una lacrima calda dal mio occhio sinistro.

«Jeongguk...» bisbiglio, il mio tono di voce è disperato.

Non risponde, né si gira. «Non provare alcuna pietà.»

«N-Non è pietà... — mormoro, scuotendo la testa — Non ti merito. Sono io che non ti merito. Sono un pessimo Omega, non riesco nemmeno a non comportarmi come un bambino capriccioso. Come posso anche solo pensare di essere degno di un Alpha - di una persona - del tuo calibro?» stringo le labbra tra loro, formando una linea stretta.

«Scusami, — singhiozzo rumorosamente, socchiudendo le palpebre — scusami così tanto, Jeongguk.» e inizio a piangere.

«Sono r-ridicolo, altro non so fare o-oltre che p-piangere!» esclamo, cercando di esprimermi senza sobbalzare troppo.

«Ssh, ssh... Non lo sei.» sento le sue braccia arrivare alla mia vita, stringendomi al suo petto. Stringo in due pugni la sua camicia, strattonandolo.

«Perché mi stai consolando?! Dovresti picchiarmi, urlarmi addosso, dirmi che non vuoi più avere a che fare con me! — urlo, sconcertato — Perché non sei come tutti gli altri?! Se lo fossi stato sarebbe tutto più semplice!» 

Affonda la testa tra i miei capelli, prendendo un respiro profondo e deglutendo. 

«Non farò mai nulla del genere.» sussurra, abbassandosi leggermente per raggiungere il mio orecchio.

Si separa da me di pochi centimetri e scorgo i suoi occhi lucidi, ma il suo piccolo sorrisetto a coniglietto. China le sue labbra sulla mia fronte, lasciandogli un lungo e tenero bacio dato solo a calmarmi definitivamente.

«Andiamo alla casa, okay?» domanda e annuisco, senza staccarmi da lui.

Ridacchia di poco, afferrandomi da sotto le cosce per trasportarmi in questo modo. Lego le gambe attorno ai suoi fianchi, arrossendo lievemente e mettendo il volto tra la sua spalla ed il collo niveo.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now