22-Tradizioni

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«Taehyung, ti senti bene?» domando, poggiandogli le mani sulle spalle.

Sposto le iridi per tutto il suo bel volto, cercando un qualcosa di inesistente. Ha le guance rosse e ancora umide dalle lacrime, gli occhi semi-chiusi con le lunghe ciglia scure a coprirli, le labbra torturate dai denti così da crearsi piccoli taglietti, le sue mani tremano incontrollabilmente.

«Jeongguk... — sibila, scuotendo la testa e portando le dita fra i capelli, scompigliando quei ciuffi chiarissimi e spettacolari — E-E se—se fosse v-vero?»

Aggrotto la fronte, rilasciando un lungo sospiro. Porto una mano sulla sua morbida guancia, accarezzandolo dolcemente. Piega il viso per avere più calore da essa.

«Cosa te lo fa pensare?» mormoro con tono basso.

«S-Sono passati t-tre giorni da quando... da quando io e te... — si blocca, deglutendo — ...E n-non ho sentito n-nulla cambiare! Ho letto c-che ci vogliono cinque giorni p-per capire se un Omega è incinto e... — stringe la bocca, bloccando un singhiozzo — ...E se non lo fossi?! Cosa direbbe tuo padre? Tua madre? Il popolo? Gli altri regni? — incrocia i miei occhi — ...Cosa diresti t-tu?» sussurra, lasciando scendere un'altra lacrima.

«Taehyung. — lo richiamo, serio — Fino a questa mattina eri tranquillo. Dimmi cos'è successo.»

Mi osserva, titubante, per qualche secondo, poi scuote la testa, mordicchiando il suo labbro inferiore ancora più forte.

«Non è s-successo niente. — risponde — Solo che stavo leggendo q-questo libro e mi è s-sorto questo dubbio... Non sarei d-dovuto venire, forse...» 

«Hai fatto benissimo, a venire qui, Tae. — esclamo, portando anche l'altra mano sulla sua faccia — Devi sempre venire da me, quando stai male, ti aiuterò con ogni mezzo possibile e non.»

La sua bocca si estende in un sorrisino quadrato, unico e speciale come lui, che mi fa scaldare il cuore e rilassare immediatamente.

«In ogni caso, non preoccuparti. Non sei sterile e ancora abbiamo due giorni e una vita davanti, insieme. — gli sorrido di rimando — Per quello che potrebbero dire tutti gli altri: non preoccuparti, ti proteggerò da tutto.»

«Non sono un bambino piccolo.» brontola, un accenno di divertimento nella sua voce.

«Ah, no?» domando, ironico.

«Certo che sì! — ribatte, portandosi le dita per asciugare le lacrime — Ma cosa ci facevano Junyong e quella Omega qui?»

«Li hai visti?» esclamo, sorpreso. 

«Certo che sì, voglio ricordati che sono un lupo anche io.» mi guarda male, incrociando le braccia al petto.

Alzo gli occhi al cielo, annuendo e trattenendo una risata. «In ogni caso, Junyong si è venuto a "scusare" — mimo le virgolette — e si è portato dietro la scorta: la sua Compagna.»

«Ha una compagna? — spalanca le palpebre — E mi ha detto quelle cose?!»

Sento la rabbia montare dentro di me al solo ricordo di cosa ha detto e di come pensi che vadano trattati gli Omega. Vorrei dargli un pugno dritto alla mascella così  da fargli saltar in aria tutti i denti.

 «Non ricordarmelo.» sbotto, serio, deviando lo sguardo da un'altra parte.

«Il tuo popolo, però, sembrava d'accordo con lui...» bisbiglia, togliendo anche lui gli occhi dalla mia figura.

«Cosa intendi dire?» aggrotto la fronte, scrutandolo per bene dalla testa ai piedi.

Passa velocemente una mano tra le sue ciocche argentee scompigliate, sbuffando quando nota che non sono tornate al loro posto naturale. Sorrido, allungando una mano per aggiustargli il ciuffo.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now