"«Non sono di proprietà di quello stupido Alpha, che vada a-»
«È dalla graziosa bocca del mio Omega che escono queste dolci parole?»"
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La guerra porta a fare scelte affrettate dalla quale non c'è via di fuga. Un patto non può essere spez...
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bho, non mi convince questo capitolo :(
spero che, almeno a voi, possa piacere!
buona lettura :)
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Guardo Taehyung aprire lentamente le palpebre e quasi non svengo dal sollievo. Mi precipito nel suo lettino, stringendolo forte tra le mie braccia.
«Oh, mia santissima Dea! — esclamo, sorridendo — Stai bene!»
Tossisce un po', annuendo lievemente. Sembra far fatica così mi scosto, rimanendo comunque a qualche centimetro da lui.
Incontra il mio sorriso e ricambia, accennando ad un minimo movimento di labbra.
Sospiro pesantemente, allontanandomi di qualche passo.
«Mi dispiace tanto, Tae. — mormoro — C-Come ti senti?»
Consolare le persone non è affatto di mia competenza, ma ci sto provando, per lui. Sento un peso opprimente sul petto, so che è a "causa" sua. Se lui sta male, anche io subisco lo stesso dolore.
Questo è un segno positivo, nonostante tutto, vuol dire che il nostro Legame è ancora vivo, seppur sembra spegnersi di giorno in giorno.
«Sto bene. — sussurra, spostando le coperte marroncine dal suo corpo — Da quanto sto dormendo?»
«Non mentirmi. — replico, serio — Si vede che non stai affatto bene.»
«Sto dicendo la verità, Jeongguk. — sbotta, guardandomi fisso negli occhi — Ho sognato i miei genitori e mio fratello, mentre dormivo. Sarà stato un caso, ma è come se mi avessero detto di non esser triste per loro. — deglutisce — Ho anche parlato con mio padre...»
«Davvero? E che ti ha detto?» sono immensamente curioso, non ho mai sentito dire di qualcuno che ha parlato con persone, sfortunatamente, defunte.
«Ha detto che era fiero di me. — risponde, allegro — Che mi vogliono tanto bene. Saranno sempre con me.»
Poggio la mano sui suoi capelli, accarezzandoli dolcemente. «Sono felice per te.»
«Quindi? Per quanto ho dormito?» ripete, impaziente.
«Solo tre ore.» rispondo, scostandogli alcune ciocche dagli occhi.
Annuisce, osservandomi serio. «Hai qualcosa da dirmi?»
«Sì. — dico — Tuo fratello è vivo.»
«Stai scherzando?!» esclama, sbattendo più volte le ciglia.
