51-La tua presenza

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«Signore, oggi ha la riunione con i consiglieri e la Capobranco Jung e ovviamente anche con i Min. — spiega per l'ennesima volta un Alpha dei Jeon, agitando le mani. — Questa riunione è davvero importante poiché bisogna decidere quali leggi vigeranno in questo periodo indeterminato.»

«Va bene, mi concentrerò.» annuisco, trattenendo uno sbuffo seccato. Questo è il suo lavoro, dopotutto.

Apro la porta della sala riunioni troncando sul nascere l'uomo che voleva aggiungere qualcosa. Si azzittisce immediatamente, chinando il capo e compiendo un inchino verso Jimin e l'Alpha Jung. I lupi dei due ricambiano e ci sistemiamo ognuno nei posti preassegnati.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo. Mi muovo sulla sedia, a disagio, guardando velocemente l'altro Omega e notando il suo stesso disagio. Non sappiamo come approcciarci alla donna che non ci sta nemmeno considerando.

Infatti, Miseok, sta fissando e giocherellando con un suo ricciolo, rimanendo comunque in una posa seria e ferma, incutendoci volontariamente timore.

«Bene, — inizio, spezzando il silenzio. — questa riunione nasce per discutere delle leggi da far rispettare. Abbiamo usi diversi e quindi leggi diverse, dobbiamo concordare tra di noi per vivere in serenità. — accenno ad un sorriso e gli altri uomini annuiscono appena. — Giusto?»

«Non posso che concordare.» mormora Jimin, poggiando il mento su una mano.

Deglutisco, guardando Miseok. «Ehm, lei, Alpha Jung? Cosa— »

«Non ho nulla da ribattere. — pronuncia, seria. — L'unica legge che deve vigere è l'istruzione. I bambini devono tornare a scuola al più presto.»

«Ovviamente. — concordo, sorpreso dal fatto che stia parlando così tanto. — Fortunatamente abbiamo delle scuole utilizzabili. Non credo che i cuccioli si faranno problemi a mischiarsi anche con gli altri branchi.»

«Potrebbe essere un metodo per stringere amicizia tra noi.» continua Jimin, massaggiandosi il mento, pensieroso.

«Amicizia? — ripete la donna. — Non dobbiamo essere amici. Non saremo amici.»

Spalanco le palpebre, scioccato. «Ma- Perché no?»

«Lei...— assottiglia lo sguardo, lanciandomi un'occhiataccia che mi fa rabbrividire. — con lei non avremo alcun contatto. Non con un traditore.»

«T-Traditore?» balbetto, più confuso che offeso. Non ditemi che sta parlando di-

«Dovevate sposare mio fratello, — oh, sì, intende proprio quello... — come promesso, e invece non avete rispettato il patto!» ringhia, adirata, alzandosi in piedi di scatto. I suoi due lupi consiglieri tentano di calmarla ma le loro parole sussurrate sono vane.

Mi impongo di non risponderle male o gettare ancora più odio nella faida tra i nostri branchi. Prendo un respiro profondo ché la calma e la pazienza non sono mai state mie doti principali, contrariamente a Jeongguk o Jimin.

«Alpha Jung, mi ascolti. — dico, calmo. — Non era mia intenzione non rispettare il patto, ma deve credermi quando le dico che non ero a conoscenza della promessa ed ero stato dato in sposo al Capobranco dei Jeon fin dalla tenera età. — spiego e lei inarca un sopracciglio con circospezione. — Io e Jeongguk siamo Compagni destinati. Possiedo il suo marchio e l'Alpha ha il mio.» tutti sgranano gli occhi, sorpresi da quest'ultima uscita.

Un Alpha marchiato è scioccante, quasi un disonore. Quasi mi pento di averlo confessato così apertamente ma devo essere il più sincero possibile per instaurare un rapporto solido con i Jung. 

Negli occhi della donna, oltre allo stupore, non vi è disgusto o irritazione e questo mi rassicura appena. Abbasso le spalle, sorridendole di poco.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now