"«Non sono di proprietà di quello stupido Alpha, che vada a-»
«È dalla graziosa bocca del mio Omega che escono queste dolci parole?»"
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La guerra porta a fare scelte affrettate dalla quale non c'è via di fuga. Un patto non può essere spez...
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Scusate l'attesa, gente, buona lettura
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«Mamma, mamma! — corsi da lei, con le mie piccole gambette, traballando di tanto in tanto — Mamma!»
Si voltò, curiosa, ridacchiando quando riuscì a scorgermi. Chinò le ginocchia, aprendo le braccia per accogliermi. La sua grande gonna si allargò, strisciando contro il pavimento lucido del castello.
Non avrebbe dovuto farlo, andava contro l'eleganza di una donna, ma mai le importò e strinse le sue mani sulla mia schiena, sollevandomi da terra con facilità mentre io legai i polpacci alla sua vita.
«Taehyung, cos'hai da correre, piccolo?» chiese, scompigliando i miei capelli con un gesto veloce della mano che teneva libera.
«Mamma, — chiamai ancora — ho visto una cosa strana!»
«Una cosa strana? — ripeté e annuii subito — Di che parli?»
«Era un animale strano. — spiegai, convito delle mie parole — Piccolo e volava, mamma! Volava in alto! Ma no, non era un uccellino, gli uccellini io li so distinguere, me l'hai insegnato tu!» persi il filo del discorso.
Rise, aggiustando la presa. «Sei bravissimo, Taehyungie, ma che hai visto di preciso?» forse era davvero incuriosita, non ricordo bene, in realtà.
«Aveva delle orecchie lunghe e sottili, — continuai a raccontare — Ma la cosa più bella erano le ali! Erano colorate!»
«Ah, sì?»
«Sì! — agitai le braccina — Erano rosso fuoco, mamma!»
«Rosse? — pareva abbastanza confusa, ma si riprese in fretta, rilassando l'espressione — Hai visto una farfalla, Taehyungie.»
«Una fanfralla?» aggrottai la fronte, non avevo mai sentito dire quella parola.
«Farfalla. — mi corresse dolcemente, schiacciando con un dito il mio naso — Una bellissima farfalla dalle ali rosse! È simbolo che qualche spirito sta vegliando su di te.»
«E chi è che sta guardando, mamma?» domandai, inclinando il capo.
«Questo non lo so, Tae, lo scoprirai tu, un giorno.» sorrise.
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«Mamma, perché non posso uscire? — brontolai, affondando la faccia nel cuscino — Sono grande!»
