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«Re, non può assolutamente andare lei. — parlò il consigliere reale, guardando severamente Jeongguk — Andrò io, seguito da una scorta di lupi ben addestrati.»
«Non posso lasciarglielo fare.» replica il mio Compagno, aggrottando la fronte.
«Signore, è scritto nella legge. — interviene una guardia, chinando il capo in segno di rispetto — In caso di attacco nemico, bisogna mediare tramite il consigliere e mai mandare il Capobranco, rischiando di metterlo in pericolo.»
«Non voglio che mi ritengano un Alpha codardo. — sbotta ancora il corvino, deciso a non lasciar perdere e stringo i pugni, lanciandogli un'occhiataccia — Se quel Branco è chi credo io...»
«Zitto, Jeongguk. — non riesco a trattenermi e tutti gli occhi si posano su di me, ma osservo solo ed esclusivamente lui — Se nella legge è scritto così, non puoi assolutamente cambiarla.»
«Tae, non cap— »
«Sì, invece. — sibilo, alzandomi dal tavolo e provocando un suono stridente della sedia contro il pavimento — Magari non l'hai ancora compreso: sei Re, Compagno e padre. — marco l'ultima parola e il nominato abbassa, come colpevole, lo sguardo verso la mia pancia — Dovresti capire tu qualcosa, non io.»
Cammino verso la porta, infuriato come non mai, e la apro, chiudendola con forza e facendo rimbombare il rumore secco del legno. Borbotto qualcosa di sconnesso, continuando ad andare verso la camera mia e di Jeongguk.
Entro e mi getto sul letto, affondando il volto tra i morbidi cuscini. Rilascio un rumoroso sospiro, poggiando una mano, con delicatezza, sul mio ventre e accarezzandolo il più dolcemente possibile.
Fin da questa mattina, ho avuto un dolore acuto provocato dalla nausea — trasformata poi a vomito vero e proprio — e non volevo far letteralmente nulla. Il mio Compagno però era deciso a farmi sedere su quel dannato trono nonostante non mi senta adatto a questo ruolo.
Proprio quando c'ero quasi riuscito, svuotando la mente da qualsiasi pensiero negativo o preoccupazione completamente infondata, ecco che era scoppiato il putiferio. Da quel che so, il vecchio Capobranco non può assolutamente intervenire nelle questioni dette "private", quindi Jeongguk non ha il forte supporto e aiuto da parte di suo padre.
Ho cercato di dargli una mano io ma ha incominciato a sputar fuori una serie di frasette da Alpha imprudente che vuole dimostrare qualcosa per forza, anche se non c'è il motivo per farlo.
Ovviamente, so il perché lo fa: vuole dimostrarsi valoroso, forte, diverso da suo padre e migliore di lui.
Non riesce a capire che lo è già.
Poi sono scoppiato quando è diventato sempre più testardo e ho tentato di fargli capire qual è il suo posto, di non rischiare solo per un po' di gloria che — alla fine della fiera — non rimane dentro la tomba.
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I'm not just a stupid Omega |KookTae|
Fanfiction"«Non sono di proprietà di quello stupido Alpha, che vada a-» «È dalla graziosa bocca del mio Omega che escono queste dolci parole?»" ___________ La guerra porta a fare scelte affrettate dalla quale non c'è via di fuga. Un patto non può essere spez...