Veronica.
Finalmente è sabato.
Adoro questo giorno della settimana, perché non devo vedere quegli stronzi dei miei compagni di scuola e posso starmene a casa con mio padre, Hiram Lodge.Lui fa paura a tutti i miei amici. Mi ricordo il suo incontro con il mio primo fidanzato: avevo 14 anni ed ero entusiasta all'idea di avere il ragazzo.
Decisi subito di presentarlo a mio padre, non andò a finire bene, ovviamente.
Lui lo spaventò e non lo rividi più. Ma non importa, non era il mio tipo, però ci rimasi male.
Mio padre è una bella persona, ma è parecchio scontroso con qualsiasi persona che tocchi sua figlia.
Sto facendo colazione con il mio solito caffè latte quando qualcuno suona il campanello.
E ora chi è?
Pure alle 9 di sabato mattina la gente deve rompere? Apro la porta ancora in pigiama, sbuffando.
In un secondo 5 poliziotti entrano in casa mia, senza neanche spiegare il perché.
Girano per le stanze come se cercassero qualcosa.
Urlano il nome di mio padre per tutta la casa.Scende una lacrima sul mio viso ancora struccato.
Ho paura. E ora cosa avrà fatto?
Considero mio padre una delle persone migliori al mondo, ma, sono consapevole che non è così per tutti, anzi, molti lo odiano.
Lui è un mafioso e ha molti, troppi, nemici.
Me ne sono resa conto qualche mese fa, non credete che me l'abbia detto lui.
<Papà che sta succedendo?> urlo a mio padre appena vede le guardie.
<Hiram Lodge, la dichiaro in arresto per l'omicidio di Poppa Putin. Ha il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei in tribunale> guardo mio padre, preoccupata.
Piango, piango come non mai.
La cosa che mi fa più male è che non prova nemmeno ad opporsi.
Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Ma omicidio? Lui non ha nemmeno negato. È evidente. Sono la figlia di un assassino.
Sono sola da 10 minuti. Non so che fare.
Decido di correre, più veloce che posso alla centrale di polizia. Entro e chiedo di lui. Un polizziotto mi indica la stanza in cui c'è mio padre.
Sono davanti alla porta. Col fiato corto, non più per la corsa.
Ce la puoi fare, Veronica
Faccio un respiro profondo ed entro.
<Che hai fatto papà?> dico rassegnata a mio padre dietro le sbarre.
Sospira.
<È tutto vero, Mija. Mi dispiace, ora devo pagare per i miei sbagli.> non è mai stato così sincero con me. Mi sembra...rassegnato.
No,non può essere. Hiram Lodge non si rassegna mai!
<Ho già chiamato tua madre. Verrà qui stasera per stare con te> perdo un battito.
Ma questa cosa vuole? Dopo avermi abbandonata ora torna? Non la voglio vedere. Non ne ha il diritto.
<No papà, mamma no.> dico decisa sperando che trovi un modo per evitare che venga mia madre a Riverdale.
<Mi dispiace Veronica, è inevitabile.>
"Ma io non la voglio!", vorrei gridare, ma so che, in fondo in fondo, sono felice che ritorni da me.
Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia.
Esco trattenendo le lacrime agli occhi.Non ce la faccio più.
Ho paura a tornare a scuola. Non mi resterà nemmeno uno dei pochi amici che avevo, dopo questo.
Sono sola. Non so che fare.
Mi asciugo le lacrime, esco dall'edificio facendo finta di essere forte.
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Povera V.
Speriamo che con sua madre vada tutto bene. Anche se non sono molto speranzosa...🤫
Ci vediamo amici!
-Sof🌻
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Distant - Bughead
FanfictionCOMPLETA. Los Angeles. Città perfetta per Elizabeth (Betty) Cooper. La tipica ragazza biondina, con la vita apparentemente perfetta. Con un ragazzo che la ama e che fa il musicista. Dopo la morte di sua sorella, tutto è cambiato. Lei non respira pi...